Ho letto su uno di quei quotidiani gratuiti che presto erigeranno una statua in onore del polpo Paul.
Per chi non lo sapesse è quella povera bestia a cui era stato affidato il compito di pronosticare l'esito delle partite dei mondiali...il Maurizio Mosca degli abissi.
Idea fantastica....ma vi sembra normale? Abbiamo i soldati che muoiono in guerra, forze dell'ordine che rischiano la loro vita ogni giorno per quattro spiccioli e, tanto per rafforzare i luoghi comuni, persone che muoiono di fame e noi facciamo la statua al polpo?
La vita è strana.. ogni volta che pensi di avere trovato un equilibrio o la tua strada tutto cambia, mi piacerebbe dire si evolve ma spesso si involve...pensi di avere dei problemi e poi ti imbatti in bambini con il cancro e ti ricordi di essere fortunato, tracci un progetto, una bozza e subito devi gettarli via e prendere un foglio nuovo. Vivere è la cosa più difficile da fare mentre sei in vita, tutto il resto è una conseguenza. Amare, odiare, scegliere sono sinonimi di vivere.
Ognitanto mi capita di essere disorientato e allora mi consolo con la tesi fatalista, andrà come deve andare.Quanto è vero. Non significa sedersi e aspettare ma vivere a pieno pensando che probabilmente la traccia è già scritta, a noi il comunque difficile compito di cesellerla e modellarla al meglio nei limiti delle nostre possibilità.
Erigete statue, adulate falsi miti, divoratevi l'uno con l'altro, l'inferno sarà non dopo la morte ma la vostra quotidianità e noi poveri sfortunati montanari reazionari di fatto o nel cuore assistiamo allo spettacolo ma è troppo presto per arrendersi, io fino a che avrò forza spingerò nel verso opposto a quello in cui va il mondo perchè probabilmente questa è la mia parte, il mio copione.
Concludo con un commento. Lo so i miei post non sono mai allegri o quasi mai. Non sono un essere privo di allegria ed ottimismo anzi...ma la mia creatività, la mia capacità espressiva viene fuori quando rifletto lontano da tutto e tutti e in queste condizioni, dove la razionalità mi domina mi viene difficile non lasciar trasparire le mie emozioni vere, quelle spesso celate dalla plastica di cui mi rivesto per sopravivere, non criticatemi dicendo che però mi piacciono le belle macchine o la vita agiata, non sono un sessantottino fuori epoca o un comunista arrabbiato, non lo sono mai stato, sono solo una persona che non vede più i valori in cui crede se non raramente in qualche eremo selvatico, selvatico come il mio animo addomesticato.
Io so che erigeranno un'urna contenenete le sue ceneri, non una statua: povero poipo era meglio se fosse morto in fondo a qualche oceano...
RispondiEliminap.s: io penso che se anche le cose vanno a puttane (e perdonate il termine), la cosa importante è mantenerli i propri valori. C'è un bel romanzo di Mc Carthy, La strada, dove in un mondo ormai distrutto e disumanizzato un bambino e un padre non rinunciano alla propria dignità di uomini... Ecco, forse quella è l'unica strada: se la civiltà dovesse essere perduta non resta che l'affermazione individuale...
Indio
Scrive Indio: "se la civiltà dovesse essere perduta non resta che l'affermazione individuale..." Capisco questa sua caparbietà, eroica testardaggine a resistere con un solitario cambattente...il famoso giapponese ripescato in una sperduta isola che non crede che la guerra sia finita e che la sua Patria si sia resa.
RispondiEliminaGli fa onore, ma...bisogna riconoscere la sconfitta.
Credo di conoscere abbastanza bene Alessandro, ed ho trovato il suo scritto cupo, mi sono preoccupato. Quel polpo simbolo dell'assurdità mondana.
Nè nel mondo, nè nell'"affermazione individuale" (men che meno tra padre e figlio, nell'attuale fase finale) possiamo trovare risposte alle nostro severe domande. Credo che dovremmo cercare la Via nel cammino comune, direi sociale se non fosse troppo equivoco e tutto teso al profano, nel reciproco soccorso tra Viandanti non rassegnati, pronti a vendere cara la pelle.
Come Mishima, il suo sacrificio culmina con la sfida di scagliare contro i vili servi di Satana, del Mondo, i suoi visceri, come a dire: non im avrete mai!
Uniamoci sempre più, cari figli! cari amici! cari fratelli! Poichè i tempi urgono,, non sediamoci a guardare le teche televisive in cui i polpi siamo noi stessi.
Sfidiamo la povertà, il ricatto, la malattia, la morte, gli affetti,e ogni sorta di ricatto.
Gridiamo: no! noi non ci stiamo! Noi solitari sui monti viviamo per altro. Non cediamo alla materialità. consoliamoci e incoraggiamoci nei momenti di sconfortale. La Comunità Spirituale dovrà essere forte e dura come le pietre delle nostre montagne.
Ora è il momento di Vivere non più di leggere, non più di idolatrare culture dell'effimero e SUV altrettanto effimeri...
Un forte abbraccio.