Il periodo è quello di festa, Carnevale, ed ogni scherzo vale si dice...
Feste, coriandoli e travestimenti ma le maschere più di moda di quest'anno mi scatenano brividi degni più che altro della festa di Halloween.
Misseri, Ruby, queste sono le maschere sui volti dei bambini alle feste, questi i volti sui carri dei paesi in festa.
Soggetti simbolo del delirio cosmico e perverso che ci affligge anzi che li affligge.
Volti dissacranti su teneri visi di bambini che dovrebbero rappresentare l'innocenza e la purezza.
Questo è quanto ci regala il Carnevale quest'anno.
Società di pecoroni guidati dai media perchè quello che si vede in tv deve essere emulato, ripercorso, rivissuto.
Beh le pecore almeno hanno una loro dignità, le loro leggi di gregge ma pur sempre leggi, l'umanità ormai è allo stato brado e si raduna in greggi solo di tanto in tanto per celebrare qualche strana ricorrenza, dalla partita di pallone della squadra del cuore al Carnevale di Ruby.
Ieri parlando con il mio amico Ervin a cui offro il benvenuto su questo blog si discuteva della vita e della sua pienezza che viene raggiunta solo quando essa giunge alla sua fine.
Ormai lo scopo è riempire una scatola di carta pesta di cose inutili, pur di riempirla e alla fine ci si trova con un faldone di cose da portarsi dietro il cui peso puo' essere insostenibile.
La vita è un soffio e lo sappiamo bene tutti, forse qualcuno come il mio amico Luca ora lo sa meglio perchè all'improvviso non ha più il papà e ora più che mai sa che bisogna vivere a pieno perchè in un attimo non ci sei più e la tua scatola non ti serve più a nulla e in quel momento guardi cosa hai raccolto durante il tuo cammino e cosa lasci a chi rimane.
Orde di gente che misurano il tempo e lo parcellizzano a livello atomico per sfruttarlo al meglio o al peggio?
Io ora torno a casa e domani sarò qui sul Tracciolino a guardarvi tutti dall'alto brulicare e fiero delle mie scelte osserverò il mondo muoversi mentre intanto metterò un altro tassello di Tracciolino nella mia scatola perchè la vorrei vedere straripante delle mie montagne e di quei momenti che secondo me devono essere vissuti.
Bella la metafora della scatola e giusto i ltuo richiamo alle nefandezze della televisione. Sul vestito da Misseri però, se permetti, c'entra un po' la "creatività bizzarra" dei napoletani. Francamente solo la potevano inventare una cosa del genere!
RispondiEliminaCiao Indio,effettivamente la creatività non manca da quelle parti però guarda la foto c'è pure la corda...agghiacciante!Comunque condivido con te che la creatività possa essere un'attenuante ogni tanto!
RispondiEliminaCiao!
Ale
Veramente Alessandro mi ha ricordato del Carnevale, mi stava sfuggendo questo nulla. Vivendo immerso nel silenzio della montagna ricco di suoni maestosi, ho finito per scordarmi del Carnevale e delle maschere.
RispondiEliminaMaschera che forse viene da masca, o strega, orrenda creatura, orribile e digrignante. Ma almeno atemporale. Sospesa sopra il fluire delle acque, un archetipo dell'immutabile.
La loro storicizzazione, che poi ha prodotto quella trasformazione da personaggi dell'anima a figure pallide della cronaca, più o meno tele-manipolati, cioè la loro discesa nella prosaica mondanità equivale ad una riduzione dell'umano ad un grado ancora inferiore.
Un'ulteriore affermazione della dimensione profana si impadronisce delle fantasie e dell'immaginario, infantile e meno.
L'arte partenopea di arrangiarsi sarebbe di poca consolazione, se non fosse essa stessa una costante del carattere che sembra sfidare il Tempo!
Tragico come un appunto di Malaparte il rilievo avanzato da Indio.
Alessandro,
RispondiEliminaGrazie mille del tuo benvenuto, e veramente un piacere fare la conoscenza di persone con cui si riesce a parlare di argomenti che purtroppo, in quella che chiamiamo "società" sono considerati "offtrend" o sarebbe meglio dire "sconosciuti"
Un caro saluto a tutti !
Benvenuto a Ervin, anche da parte mia.
RispondiEliminaIo l'ho vissuta la transizione dal carnevale tradizionale a quello massificato e consumistico. Da noi un tempo c'erano i "fars". Da piccoli ci vestivamo con stracci, vecchie giacche e maschere improvvisate suonando cupa-cupa, flauti e organetti... si girava per tutte le case del villaggio, entravamo, facevamo un gran baccano e la gente ci dava qualcosa: salsicce, dolci, qualche monetina. Erano belle cose, perchè "rinsaldavano il vincolo comunitario" per usare un'espressione colta. Ci divertivamo noi e si divertiva la gente..Oggi almeno da me tutto è scomparso e mi stupisco che a novembre i bambini di oggi sono sedotti da Hallowen, festa che riempie i supermercati di maschere e costumi.... A costo di apparire "reazionario" penso invece che bisognerebbe recuperare, com'è stato fatto in alcuni paesi, le vecchie tradizioni....sarebbe un modo per opporsi al consumismo.
RispondiEliminaGrazie mille Franco ! mi ha parlato Alessandro di te ( se mi posso permettere di darti del tu professore ?)
RispondiEliminaGrazie mille !