venerdì 5 agosto 2011

La Santa Intolleranza.



Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada.
(Matteo 10,34)

Non si tratta di uno stralcio da un proclama di un 'gruppo terroristico jihadista' affetto da integralismo paranoideo. Si tratta, potrà sembrare strano, del Vangelo.
La difficoltà ad accettare questa sentenza sta nel pregiudizio moderno che rifiuta ogni forma di gerarchia, e in senso lato, ogni ordine qualitativo tra gli esseri. I controvalori che vengono proposti consistono in un irenismo coatto a senso unico.



Riafferma una verità antica, nota tanto in Oriente quanto in Occidente, almeno quello antico e tradizionale. La Terra è lo scenario del conflitto. Eraclito lo teorizzò in sentenze lapidarie.

La spada, riaffermata qui dall'evangelista Matteo, come l'arcobaleno, il ponte, il filo di fumo che si alza da focolari e camini, corde e funi di ogni genere, scale, falli, collegano queste due sponde terrene. Segno di alleanza. Da una parte tutto ciò che è tragicamente finito, dall'altra il richiamo del divino, voluto o cercato che sia o meno.

Il sottile filo della lama, rende la spada particolarmente adatta a sciogliere gli enigmi gordiani. Dare un taglio netto. Il filo dell'equilibrio esprime l'incerto cammino umano, sempre strattonato da una parte o dall'altra. Sospeso sul filo angoscioso di Kierkegaard, la scelta diventa un atto consapevole di consumazione, di guerra, di sacrificio.

L'offerta sacrificale richiede sempre molta attenzione alla lama dell'officiante, alle modalità rituali dell'operazione, codificate e immodificabili. L'atto con cui nasciamo è un taglio. La pace ci soffoca in un comodo necrotico torpore. Il fuoco vitale si spegne, spegnendo l'umanità nell'uomo.

Kristo è la Via della spada. A che serve la Croce, se la stesa mano non impugna anche la spada?

L'autorità spirituale e il potere temporale disgiunti sono l'emblema che sintetizza la crisi dell'Occidente. Quanto l'Imperatore Federico II, Stupor mundi, Re di Gerusalemme, deve essersi sentito impastoiato rispetto all'istituzione del Califfato, che ammirava, ma col quale si misurava.

Riconoscerlo è il primo passo obbligato per risalire la china. Credere che l'autorità spirituale, liberandosi delle incombenze contingenti, storiche e politiche, potesse finalmente e pienamente dedicarsi alle cure spirituali, come riteneva Paolo VI, condannava al contrario alla morte, consegnava ad un malinteso senso di pace. L'esaltazione della breccia di Porta Pia da parte di un Pontefice! Corsi e ricorssi, piroettmneti della storia. E di conseguenza, il Cardinal Bertone partecipa alle celebrazioni della desacralizzazione risorgimentale della (ex) Città Eterna del noto 150° anniversario.
Forse un goffo tentativo di far di necesssità virtù? Forse no. Decadenza allo stato puro. Ciclica.

Croce e spada sono così affini, com'è difficile negarlo! Eppure...

L'impiego del termine integralismo, integralità in senso negativo e moderno, volutamente ignora e si scontra con tutto ciò.

Si narra di spade misteriose, dai cavalieri arturiani ad Attila, pare che concentrasse in sè un potere tale da renderla invincibile. Come l'Arca, come il Graal, come la lancia del Centurione che trafisse il corpo immortale di Kristo, nato per via angelica, si presume imperituro.

Quando si ripiega dal campo, magari tentando improbabili giustificazioni, e si lascia spazio all'avversario ? Quando la fede nella Potenza divina, con e per la quale ci si batte, ha raggiunto i livelli minimi, se non ancora nulli.

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