lunedì 19 luglio 2010

Hortus Conclusus.




Eppure potrebbe essere tutto di una semplicità incredibile...ma non saper o voler fare una cosa semplice direi che mi sembra piuttosto inquietante!
In pieno luglio l'orto è rigoglioso. Costantemente concimato e innafiato comincia a ricolmare di soddisfazioni. La crescita robusta, i fiori e poi i frutti degli ortaggi riempiono la vista prima della tavola. Il giallo fiore dello zucchino si affaccia all'esistenza con una sensualità esuberante. Sembra provenire dai Tropici, da climi esotici sempre pronti a dispensare troppo facili nostalgie e struggimenti. Il male di sognare ad occhi aperti Paradisi inesistenti, quelli dei Mari del Sud. Ma l'esotismo, nel senso corretto, l'Altro che è in noi, lo si può trovare anche al Tracciolino.
Non occorre essere particolarmente esperti. Magari concentrarsi un pochino ed immettere energie di compostezza interiore nell'orto, nel suolo, nella cura, nella pazienza che occorre ad estirpare le cosiddette erbacce.
Prima di tutto, queste sono erbacce solo da un punto di vista nostro, egotistico. In fondo hanno diritto a vivere anche loro, come le mosche ed i tafani, e mille altri insetti. Non si capisce bene a cosa servano. A produrci urticarie e punture? No. Non si curano poi più di tanto di noi. Ed un'ortica ha la stessa dignità di una fragola. Anche se noi siamo talmente imperfetti da rendere quasi impossibile uno sguardo equidistante e preferire, ahimè inevitabilmente, fatalmente, la fragola. Inutile pretenderci senza difetti. Come loro dobbiamo imparare a difenderci ma con dignità. E quindi nell'orto, almeno nell'Hortus, metafora grandiosa del Giardino, dell'Eden, della Terra senza Male, riposta Speranza di tutti coloro che soffrono la pesantezza del vivere, possiamo sradicare la 'malapianta' senza pietà. Altrimenti non potrebbe essere un Hortus Delitiarum, ma una selva (oscura).
Al nutrimento degli ortaggi ci pensano loro. Tutti i giorni o quasi, ne producono, instancabili, la stalla va ripulita.






Si crea così una cooperazione fruttuosa, nulla va sprecato, una simbiosi perfetta che avrebbe tutte le carte in regola per sovvenirci di una ben più Grande Armonia. Dove, finalmente, una Pace regna sovrana, il ciclo nutrimento rifiuti è chiuso, perfetto come devono essere i cicli: circolari.
Si crede, di solito, che l'Hortus Conclusus prenda questo nome dalla sua chiusura verso l'esterno, come se un settario egoismo per iniziati respinga il sincero amante di questa vita semplice e naturale. Possiamo invece qui avanzare un significato nuovo di Conclusus. L'idea di un ciclo a entropia zero. Senza perdite fisico-chimiche.
Dimenticavo. Le ortiche, messe a macerare in acqua in recipiente chiuso per una dozzina di giorni almeno, rilasciano i loro succhi. Un liquido maleodorante, nauseabondo, come una stalla vegetale, ne scaturisce. Nitrati che funzionano benissino contro parassiti e larve voraci, pericolosissime per la nostra coltura. Lo abbiamo sperimentato. Ci sentiamo di consigliarlo.
L'Hortus Conclusus, nel suo abbraccio totale prene dentro anche questo. Libera da quella schiavitù da dipendenza da diserbanti e concimi. Chimica inutile e dannosa. Metafora di cose ben più grandi. Il piccolo ed il grande si toccano. Micro e Macrocosmo.
Oggi, nella profonda crisi senza uguali che attraversa l'Occidente, che si vorrebbe superare 'con ottimismo', si vorrebbe proporre la green economy, come speranza di risollevamento delle nostre sorti. In realtà, è tutto una illusione. Dal Tracciolino lo si capisce benissimo. L'ecologia è nata dalla fagocitazione onnivora e blasfema di Tutto, nella sistematica distruzione dei Segni del Trascendente, allora in essa non possiamo trovare la soluzione dei nostri mali.
Mia nonna mi chiedeva: "Franco, tu che studi, è da un po' di tempo che sento parlare di 'società', ma che cos'è la societa?" Avrei dovuto spiegarlo a lei che nella vecchia cascina nessuno mai chiudeva a chiave l'uscio della porta, tanto era viva la 'società'. Come chiedere al pesce cosa sia l'acqua! Era talmente parte di sè da non riflettersi nello specchio della coscienza. Lo stesso accade per l'ecologia. La lattuga biologica, anzi, "il biologico" nel suo complesso, altro non è che la nostra confusione. I prefifissi eco- bio- invenzioni linguistiche moderne. Cioè il Nulla. Da un male non nasce che un altro male. Dal molteplice nasce un molteplice, dal male non nascono i rimedi.
Nascono solo dalla soppressione del male. Si scrive green economy ma si legge nucleare!
Disinquinare non può essere un business. Diavolo ed acquasanta non van d'accordo! Lo sapevano anche i nostri nonni! Abissalmente semplice!


3 commenti:

  1. Gentile Franco, ho visto il suo commento su Meditazioni delle Vette, postato sul mio blog leucodermis. Grazie e complimenti anche a voi per questo blog... Sicuramente partiamo da visioni politico-ideologiche diverse ma non posso non essere d'accordo con lei e con quello che scrive ad esempio in questo post. Mi ha fatto venire in mente la pazienza e le cure con cui mia madre ogni giorno coltiva il nostro orto, seguendo le tradizioni di generazioni passate. E' vero, anche il mio è un ortus conclusus, un microcosmo che va al di là delle definizioni utilitaristiche dell'economia attuale. Biologico oggi è cibo per ricchi mercificato sotto un'etichetta che corrisponde poche volte alla realtà. Green Economy è spesso un concetto dietro cu isi celano nuovi interessi capitalistici.
    Quanto ad Evola e al mio post: pur non identificandomi con un pensiero ideologico "di destra" o "tradizionalista", non ho potuto ignorare uno dei libri più belli sulla montagna e l'alpinismo, Meditazioni delle Vette, appunto, che esprime molte delle cose che io provo e penso a contatto con la maestosità della montagna. Già, sono un po' anarchico, e mi piace sempre valutare le cose in base alla mia testa e ai miei sentimenti più profondi... al di là di etichette e categorizzazioni! Un caro saluto e a presto e grazie ancora..
    Indio

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  2. Vincenzo A: Sono un amico di Indio che grazie ad una sua segnalazione ha scoperto il suo blog.
    Le faccio i miei più vivi complimenti, condivido pienamente le sue idee e da oggi seguirò i suoi post.
    Un saluto.

    Vincenzo.

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  3. Egregi Signori,
    Li ringrazio per l'interesse che antrambi hanno manifestato attraverso i commenti recenti.
    Direi che le visioni politiche-ideoliche non dovrebbero costituire un ostacolo alla buona volontà di volersi capire, specialmente per le persone che, nel segreto del loro cuore, sono sinceramente sono sentono in cammino.
    Ho perso amici, che non erano amici,opportunità che non erano tali, ma solo perdite di tempo. Quelli politici-ideologico, sono ostacoli che non sono ostacoli.
    Le visioni politico-ideologiche mi sembrano eventi teorici che non possono seminare male, discordia,disarmonia quando non addirittura odii e lotte fratricide, per il semplice motivo che è uno di quei mali che in realtà non sono mai esistiti, anche se molti, direi i più, ne sembrano tottalmente avvolti.
    Il problema forse è un altro. Quello di sciogliere, 'disnodarci' nella nostra mente, corpo e anima da "un paradigma critico e spesso radicale nelle sue posizioni e nei suoi assunti, ma sostanzialmente solidale ai valori fondanti la modernità e coerente col progetto politico illuministico (democratico)." Un folle rincorsa a teorizzare il teorizzabile pur di non staccarci dal materialismo, razionalismo, empirismo, e tanti altri 'ismi' che ci mantengono nella "chiacchiera" (a volte colta, quasi sempre sepolti nel proprio narcisismo) e lontani da cosa veramente vuol dire pensare.
    Preferisco il concreto al teorico, il pensiero alla chiacchiera, dar da mangiare ai miei conigli e galline ad un simposio di parrucconi di massa. Potrebbe sembrare un paradosso, d'altro canto, l'utilizzo del web. Ma è così che va il mondo!
    "E' essenziale che le nostre nuove generazioni poco a poco giungano ad elevare l'azione al valore di un rito, che poco a poco esse riescano a ritrovare quel punto trascendente di riferimento", parole di Evola anche queste. Assomigliano a quelle di Battiato, ricercatore di un, meglio de' 'il', "centro di gravità permanente Se le nostre azioni, i nostri gesti assurgessero "a valore di rito"! E' così che, dopo la pensione mi sono trasferito in montagna a 950 mt. Un gran privilegio dal punto di vista della vita 'rituale'...
    Ho apprezzato molto l'accostamento alla mamma, all'orto di sua madre.
    Anche al Sig. Vincenzo vanno i miei sentiti ringraziamenti, e complimenti.
    Permettetemi di citare un adagio, mi perdoni il Sig. Indio,ben noto in ambiente tradizionale, "riunire ciò che è sparso". Un po' quello che cerchiamo tutti noi di fare, ma 'fare' veramente però non "chiacchiere" qui sulla rete, siamo sparsi nell'oceano del web e ci stiamo cercando per riunirci...noi anime...
    Al piacere di risentirvi, e di sapere molto altro su di voi. Sulle montagne che avere a e nel cuore...
    Cordialmente,
    Franco.

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