sabato 26 maggio 2012

Chi sono io ...?


Chi sono io?” Chiese un giovane ad un maestro di spiritualità.
“Sei quello che pensi”. rispose il saggio.
“Te lo spiego con una piccola storia” rispose il saggio.
Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell’orizzonte due persone che si abbracciavano.
“Sono un papà e una mamma”, pensò una bambina innocente.
“Sono due amanti”, pensò un uomo dal cuore torbido.
“Sono due amici che s’incontrano dopo molti anni”, pensò un uomo solo.
“Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare”, pensò un uomo avido di denaro.
“E’ un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra”, pensò una donna dall’anima tenera.
“E’ una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio”, pensò un uomo addolorato per la morte di una figlia.
“Sono due innamorati”, pensò una ragazza che sognava l’amore.
“Sono due uomini che lottano all’ultimo sangue”, pensò un assassino.
“Chissà perché si abbracciano”, pensò un uomo dal cuore arido.
“Che bello vedere due persone che si abbracciano”, pensò un uomo di Dio.
“Ogni pensiero”, concluse il maestro, ” rivela a te stesso quello che sei.”
 

Archiviato in : L'Uomo col Tabarro

martedì 22 maggio 2012

'Arnèis', utensili anamnestici dell'Anima.


Un operaio fermo riflette sul senso del suo operato. Alla ricerca del movente primo del suo agire e del suo essere. Si interroga su di sè, se le sue fatiche, che gli consumano le mani come la schiena, ne valgano la pena. A che pro i suoi strumenti fedeli? Amici complici, sicuri, affidabili. Altre voltre volte da ritoccare affinche meglio compiacciano la mano.

Qual'è il peso maggiore da reggere, la fatica o il rischio che il suo 'passare orma non lascia'?
Per le ricompense economiche? Morali? Paghe effimere, certo doveroso prendersi cura del nostro essere fisico. Compiacersi di piccole, meschine vanità, effimere e inconsistenti soffisfazioni?

Oggi sembra uscire il Sole... ci porta linfa. Non reca con sè solo la sua 'alta Significazione', ma ci rende partecipe dell'Essenza divina, ne siamo parte, al di là del dualismo, materiale e/o spirituale, entro cui cerchiamo il senso del nostro operare. I due volti dell'utile. Mentre l'azione acquista un vero senso quando cessa di nutrirsi di dualità, per recuperare quell'anamnesi divina il risveglio iniziatico dal torpore.

"Gli utensili, - scrive Guido de Giorgio - gli oggetti dell'uso più comune, non sono stati creati per la soddisfazione dei nostri bisogni, ma unicamente per esprimere i rapporti analogici tra la parvenza e la realtà, tra ciò che appare e ciò che è, tra il mondo e Dio" (La Tradizione romana, ed. Mediterranee, pag. 147). La gelida lama della mentalità moderna, ispirata alla formula marxiana, li chiama "mezzi sociali di produzione" ed infine "merci per la produzione di merci". Parole del tenebroso Demiurgo.

Parole che bisbigliano nei fragili cuori umani l'ombra. Come ci ricorda il poeta Pound, un peccato del mondo priva gli operarii dei suoi utensili l'utensili anamnestici:
.....
Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio
CON USURA
la lana non giunge al mercato
e le pecore non rendono 




Nella 'vita semplice', ma non disarmata dell'intelletto, è nascosta la risposta. Non sarà la risposta che i fallimentari modelli economico-finanziari ci propongono. Ma forse proprio per questo, quella giusta.





venerdì 18 maggio 2012

Lettura interessante.



Suggerisco a chi abbia tempo e voglia di riempire dieci minuti della sua vita, un interessante articolo:

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1EYGGP

Riguarda un incauto parlamentare italiano, tale Fabio Granata, che si è avventurato in un argomento alquanto tabù. Specialmente tenendo conto che milita nel gruppo di G. Fini, forse il più venduto e 'kippato' dei politici italiani, votato a sicura carriera.
Calcolo? Ingenuità? Autolesionismo? Inspiegabile.

martedì 8 maggio 2012

Grazie di cuore.


Era solo un paio d'anni fa.
In compagnia di Bruna e Augusta. Sullo sfondo Tito aleggia come uno spirito immortale.
Ora la stalla è silenziosa.
Nessun colpo di corna, belato o preoccupazione. Tutto tace in un silenzio di morte.
Eravamo arrivati a quota quindici, contando le sei nate a febbraio-marzo. Avevamo raggiunto una notevole omogeneità razziale di camosciate alpine nel gregge.
Solitario nel mondo devo risparmiare le forze.
Cambiano le forme esteriori, in continuazione. E' una regola ferrea delle cose manifeste.
Come scompaiono possono ricomparire.
Come s'inabissano possono riaffiorare.
Il Tempo divora i suoi stessi germogli
che a primavera danno speranze agli umani,
vaghe e non più  i fiori inghirlandano i volti delle fanciulle
nelle cineree città dagli uffici blindati.
Persino sulle tombe sono di plastica dissacratoria.
Così si è consumata la speranza delle capre, la stagione di una speranza.
Non della Speranza. Essa vive e lotta, col resto delle forze rimaste,
per fare altro, per rifare, ripartire, non fosse altro, ri-sistere.
Ricordo i loro sguardi. Il loro temperamento, una per una.
I loro insegnamenti, segreti e intimi, mi si sono scolpiti nel cuore.
Esse appartengono alla Via degli Avi, ci soffiano nel cuore 
la saggezza per raggiungerli, nelle loro Terre immortali,
mentre noi nell'angusta miseria ci si dilania cattivi,
crudeli e farsesche ombre.
Possa il giovane e possente frassino custodirne aurea memoria.






domenica 6 maggio 2012

Eroi?





Così scriveva Giuseppe Verdi il 16 giugno 1867:
 


"Cosa faranno i nostri uomini di Stato? Coglionerie sopra coglionerie! Ci vuol altro che mettere delle imposte sul sale e sul macinato e rendere ancora più misera la condizione dei poveri. Quando i contadini non potranno più lavorare ed i padroni dei fondi non potranno, per troppe imposte, far lavorare, allora moriremo tutti di fame. Cosa singolare! Quando l’Italia era divisa in piccoli Stati, le finanze di tutti erano fiorenti! Ora che siamo tutti uniti, siamo rovinati"
Come si suol dire, 'si facevano i conti senza l'oste!' Chi è l'oste?
 
Giuseppe Verdi: furioso con Quintino Sella
Considerazioni di straordinaria attualità, quelle di Verdi, alla luce non solo della recente ondata di suicidi dovuti alle politiche governative ma anche all’analogia, già riscontrata nel 2011 di fronte alla prime mosse del governo in carica, tra Mario Monti e Quintino Sella!

Giuseppe Garibaldi: deluso dalla conquista del Sud


Nel 1868, lo stesso Garibaldi, in una lettera a Adelaide Cairoli, si era già espresso nel modo seguente:


"Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio".

Vedasi: http://andreacarancini.blogspot.it/2012/05/gli-eroi-del-risorgimento-contro-il.html

Quanto a Mazzini, considerando che non si accontentò di operare per l'unità d'Italia ma vedeva quest'azione politica in un più ampio disegno di unità dell'Europa, e tenendo conto di come la sua realizzazione abbia condotto al quel mostruoso apparato burocratico-finanziario alle dipendenze del nuovo ordine mondiale, non si può non considerare quanto fosse lungimirante il Papa che lo definì "agente di Satana".
Il tempo di crisi sollecita ripensamenti. Non ci si faccia sviare da finti eroi che si profondono in finte autocritiche.


L'auspicio è che siano profondi, radicali e coraggiosi. Si evitino ideologismi, e non ci si accontenti di rattoppi storiografici, al fine di salvaguardare, alla fine dei conti, la concezione profana soggiacente. 

L'auspicio è che una ripresa cosciente e determinata di un fronte della Tradizione possa ricomporsi all'interno dei popoli d'Europa, che mai hanno vissuto per la realizzazione di fini materialistici, se non, sistematicamente, a partire almeno da un certo momento del Medio Evo, e rivolga il suo sguardo alla rivivificazione delle dottrine metafisiche e sapienziali che sempre li hanno nutriti e da cui si sono di fatto sostanzialmente discostati.



sabato 5 maggio 2012

Gli uomini e le rovine.



Negli ultimi decenni del nostro ciclo si è assistito in Europa ad un crollo morale di massa mai visto prima. 
I popoli europei, dopo aver perso qualsiasi riferimento superiore, ed aver volto lo sguardo alla seduzione del demone denaro, alle sue sulfuree lusinghe usurarie, si sono ridotti al rango di masse servili pronte ad accettare senza una minima critica qualsiasi schifezza gli venga propinata attraverso gli schermi; siano notiziari Tg o surrogati del Grande Fratello, fiction o incontri virtuali su Facebook. Antidoti altrettanto velenosi, perniciosi, letali a mali ben radicati nei secoli di allontanamento dalle verità metafisiche, che producono, a loro volta, un falso e doloroso oblio.

Questo processo di degrado culturale non poteva non riflettersi in una mutazione a livello interiore, dove valori quali onore e fedeltà sono sostituiti da viltà e tradimento, onestà, lealtà, rispetto da corruzione, menzogna e oltraggio. Siamo attorniati da individui che vantano centinaia di amicizie nella rete, ma non trovano un solo amico disposto a sacrificare il suo tempo quando hanno bisogno; tempo che, viceversa, si ritrova per inseguire i nuovi oggetti di culto - Iphone, netbook... - il cui possesso è divenuto lo scopo principale del  nostro vivere. Relazioni artefatte di in un incubo terribile, tormentato. Un universo golem privo di uomini veri, ma popolato di di replicanti. E' la logica dell'avere, del possedere denaro come carriera, abiti mentali come fede nell'inautentico, la logica della quantità - perniciosa sempre per sua stessa natura - spinta al limite, che mortifica e bandisce la dignità dell'Essere. 
Automi programmati sulla base della 'teoria dei giochi', del comportamento economico matematico, robotizzato.
D'altra parte, non possiamo ignorare come questa dissoluzione morale si sia autoprodotta spontaneamente, frutto del caso.  sia stata fortemente determinata e indotta, soprattutto è doveroso rimarcare come in qualche misura sia statafatta propria dalle stesse vittime, da ristrette oligarchie allo scopo di corrompere l'animo umano e rendere inefficace qualsiasi reazione alla loro ascesa al potere. Ci riferiamo alle élite mondialiste ispirate dagli adepti più vicini all'Avversario dell'Uomo, che stanno attuando uno spietato controllo su popolazioni ormai disgregate e svuotate spiritualmente.




Satana, i suoi santi capovolti e la sua genìa, i loro adepti a libro paga senza possederne il Sangue, operano instancabili. Ma bisogna dire che molti…. sunt alii servi pecuniae, qui desiderantes hanc scientiam, mirabilem ipsam affirmant veram, sed ipsa dispendia interponere timent (sono i servi del denaro, che pur desiderando la divina sapienza, mirabile la riconoscono come cosa vera, posti di fronte vi arretrano temendone i costi).




E' dubbio che si abbia la consapevolezza di quanto certe cose siano preziose, vitali. Duro è camminare tra le rovine, caro è il prezzo per rimandare la battaglia. 

venerdì 4 maggio 2012

Chi siete voi intorno a me?





Dopo un po' di silenzio e tanti pensieri eccomi qui di nuovo pronto a parlarvi, a confidarmi e anche un po' a sfogarmi.
Nella fotografia qui sopra c'è lo scempio che riassume al meglio i nostri giorni.
No non è una bambina, è un mostro. Questo non è essere bambini. Guardate attentamente questa foto e se osservate un attimo troverete tutto quello che caratterizza il mio mondo, quello in cui vivo.
C'è tutto, l'infanzia deturpata, la famiglia che non  è più rifugio ma carnefice, il richiamo sessuale, l'ambizione sfrenata, la ricerca spasmodica del denaro e l'ossessione di apparire, il desiderio di notorietà, il superare ogni limite, perdere ogni valore, dissacrare l'indissacrabile.
Non mi voglio perdere in mille parole ma spesso rifletto sulla mia incapacità di accettare il mondo che mi circonda e di conseguenza quella di godere delle cose belle della vita e mi domando se non sia io ad essere totalmente inabile di stare al passo e troppo radicato a qualche tradizione arcana che non può più sopravvivere, ma poi mi rispondo che se le cose non fossero mutate tanto velocemente, anzi oserei dire precipitate, non mi accanirei contro ogni cosa intorno a me...in fondo sono nato quando la corrente elettrica già c'era e non ho passato ogni giorno della mia vita a rimpiangere le candele e allora forse non sono io ad essere impigliato in una filosofia medievale o in un'etica preistorica ma è il mondo intorno che si sta disgregando alla velocità della luce.
Mi rimane una solo domanda e me la ripeto ogni santo giorno, ma chi siete voi intorno a me che avete generato e alimentate in ogni secondo della vostra esistenza questa putrida latrina?

martedì 1 maggio 2012

Fra tragico e frivolo.

«Il divorzio è un flagello»: qualcuno lo dice. Nella protestante Londra.
 
«Oggi avere il divorzio è più facile che ottenere la patente». La frase l’ha pronunciata un importante esponente dell’alta magistratura, Sir Paul Coleridge, giudice della Corte Suprema: «La rottura del matrimonio e delle famiglie è uno dei flagelli più distruttivi del nostro tempo. Da anni ormai cerco di sollevare il problema dovunque mi capiti di parlare in pubblico sull’argomento. Ora sono convinto che è venuto il momento di non parlare soltanto, ma di agire».

Uscita del tutto insolita per un magistrato del suo livello. E ancor più, il fatto che Sir Coleridge, 62 anni, sposato da 40, tre figli e 5 nipoti, abbia fondato la Mariage Foundation, un’istituzione indipendente che si propone di ristabilire il matrimonio come «il tallone aureo delle relazioni fra uomo e donna».
La questione è seria, serissima. Costituisce uno degli aspetti imprescindibili del declino dell'occidente. La questione è evidentemente connessa alla 'liberazione sessuale', alle promiscuità omosessuali in via, più o meno in diverse forme, di legalizzazione. In altri termini, a quella cultura giovanile degli anni '60 e successiva, contestatrice, ben istruita dalla 'Scuola di Francoforte' di cui non può sfuggire l'esclusiva matrice ebraica dei suoi storici componenti. Poi emigrati in massa nella 'terra promessa' statunitense.
Tra emancipazioni ed acting out i risultati si fanno palpabili. Le conseguenze sembrano soft, e si vedono solo a distanza. Ma egualmente devastanti. Riguardano coloro che al momento dei fatti meno hanno voce in capitolo: i figli, la loro educazione, il futuro delle nuove generazioni.

Eppure la tradizione è così chiara, sintetica, facile, benchè non ascoltata e subissata da un flusso di parole assordanti che la disperdono nella società della comunicazione: "il divorzio tra uomo e donna è tra le cose più detestate agli occhi di Dio". "Il divorzio è tale da far tremare il Trono di Dio". 

Nè più nè meno.
Temo che le cose vadano ben oltre il sensato, ma sporadico, grido d'allarme del buon giudice inglese, destinato ahimè a lasciare le cose come stanno.