giovedì 30 agosto 2012

Era proverbiale. 'San Benedetto, una rondine sotto il tetto'. L'11 marzo, l'incipiente arrivo delle rondini che tornano da un lunghissimo viaggio che le ha portate in terre lontane, esotiche, con altri climi.
A primavera,  i cieli tornavano a ripopolarsi di questi uccelli acrobatici, allegri nel loro cinguettare festoso. I poeti ci cantavano sopra versi ispirati. Il loro volo era incantevole. Giravolte e planate distese, picchiate ardite ed ascensioni mozzafiato, si inseguivano, forse si corteggiavano, disegnando geometriche armonie di linee curve, sospese nell'aria a sfidare la gravità. Sotti i tetti delle case costruivano i loro nidi. Eteree creature, ricordavano ai mortali animi di chi le osservava tutta la bellezza e la leggerezza dell'esistenza. E cosi in primavera anche per gli esseri umani, l'aria intiepidita, dopo i rigori invernali, favoriva i loro amori, che Benedetto, un nome un programma, 'benediva' e quindi purificava dall'alto della sua austerità monastica la bassa manovra degli istinti che 'atterrisce' l'essere umano, attingendo impurità.
Dico 'era'. In effetti, le rondini, come le pasoliniane lucciole, si sono fatte rare nei cieli, quando non assenti. Qualcuno immagino sarà in grado di fornire spiegazioni 'scientifiche' alla cosa. Di quella scienza sterile e amputata delle cose essenziali, ligia alla committenza materialistica, di ciò che si vede, si tocca e si quantifica. A noi non interessa questo sapere inutilmente fondato su se tesso, destinato a durare meno di una primavera. Avvitato su stesso si autoalimenta. Siamo certi che è destinato a scomparire insieme ai suoi incubi atomico-progressisti. Ma non è la sola, e forse la vera, ragione di questo 'era'.
L' 11 marzo si ricordava la ricorrenza della morte del Santo, avvenuta nel VI sec. nell'Abbazia da lui fondata a Montecassino. Monte che prima di lui aveva ispirato la sacralità alle prime genti, quelle che vissero al tempo "de li dèi falsi e bugiardi". Attraverso la serrata opposizione al paganesimo dei luoghi, ne rinvigoriva inconsapevolmente l'importanza e l'aura di quel monte accrebbe enormemente, come empre accade in questi casi. Crebbe fino a diventare una delle travi portanti della cristianità occidentale. Difficile esagerare l'importanza del ruolo che ebbe il monachesimo benedettino, primo tra gli ordini consimili in Occidente, nello viluppo della civiltà medievale. Memore delle esperienze orientali di Basilio, Cassiano e dei Padri del deserto, diede volto pratico ad un sogno, esecuzione al progetto agostiniano della 'Civitas Dei'. La spinta di carattere della fuga mundi, che significava anche fuga da Roma, dagli intrighi di Corte, dalla politica, dal potere e dalla corruzione, dalla Chiesa contaminata dai noti 'mercanti nel Tempio'. Non li cacciò come fece Kristo, preferì andarsene lui, ma l'intento purgativo resta il medesimo.
Ovviamente, se la storia, laica o cattolica, riferisce dellla commemorazione del transito  del Santo l'11 marzo, il fatto resta tale. Da un punto di vista liturgico, il Concilio Vaticano II, con sciagurata e imprudente cecità, pensò di spostarne la data.

Sorella montanara, maestra del cammino.



Cosa vuol dire oggi caricarsi le spalle di erba secca? Erba spesso non sempre buona, a volte più felci che fieno profumato, ma va bene lo stesso, per le bestie. Meritano il sudore della fronte.

Il sorriso sul volto di questa montanara, un'amica. Sembra che non si voglia spegnare mai. Un sorriso libero dalla preoccupazione del calcolo, dalla monetizzazione del lavoro. Quanto vale il carico? Quanto rende? Quanto tempo impiegato a tagliarlo, girarlo, raccoglierlo, caricarlo e portarlo in fienile? Libera sei dalle ossessioni economicistiche cui la civiltà industriale ci ha abituati a scaltri calcoli, a vedere ovunque l'occasione per lucrare. Come per miracolo il lavoro ci redime, brulica di intensità vitali, guarisce le sue alienanti piaghe.

La fatica, il respiro che si affievolisce, la gioia dell'aria di montagna, le mani e gli scarponi sempre sporchi, la certezza di far parte di un ciclo maestosamente più grande della nostra singola esistenza, in mancanza del quale ci si sconsola e angoscia, ci si sente estranei e nemici. Non fa parte della retta Via. E' la devianza urbana industriale, col mesto corteo delle sue malsane compagne degradanti.

 Le poche bestie cui dar da mangiare quotidianamente, quasi fossero dei figli, con cui e attraverso cui si patisce e si gioisce giustificano la fatica. Ci si compiace di vederle pulite e sane, vederle crescere. Vite che si compenetrano con le nostre, si intrecciano strette, anche nel momento di separarsene per cedere l'amata bestia, per pochi soldi - fanno sempre 'trenta denari' - ad un cosiddetto anonimo 'commerciante', figlio certo di usurai, con una pietra al posto del cuore, che la condurrà al macello, con buona pace dei sentimentalismi animalisti dei rintronati televisi urbani che vengono in montagna solo per prendere l'aria fresca.  E guardano, ma non vedono.
Completamente identificati coi loro moloch a cui si sottomettono molto volentiere, anzi direi di più, desiderano soddifarne i desideri e le volontà.
Quel dolore vitale passa. Ritorna la vita. Abbiamo nuovi figli cui badare, ne conosciamo le genealogie, le storie, la personalità di ciascuno, meglio di quanto si conoscano quei misteriosi parenti che si vedono ai matrimoni ed ai funerali coi quali esistono solo finti o fittizi legami.
Cara Sorella, figlia della Madre Terra, della Madonna Nera, della Vergine genitrice e allattatrice, la tua semplicità, libera dagli arzigogolati sofismi talmudici, sgravata dei pesi della 'cultura', dalle mille astuzie e furbizie che come inchiostro di piovra confondono le acque, viene scambiata per dabbenaggine, selvatichezza demenziale, arretratezza, inidoneità. Crudeli e insensibili, violenti dietro la mascherina asettica della oggettività scientifica, ti mettono degli elettrodi sulla testa, come una corona di spine - nel culto della Madonna Nera hai il tuo Calvario, - e decretano elettromagneticamente che non sei troppo normale. 
Loro si, loro lo sono. Questa è la loro pace diabolica, vigliacca che ha paura persino di guardarsi in faccia, codardi che temono la loro stessa crudeltà tecnologica, ben più feroce e sottile di qualsiasi altra, sottaciuta, invisibile, quando addirittura non elogiata.
Non temere Sorella, torna su da noi, tu ben conosci la Via, tra i seni gonfi della Madre, dove ci si nasconde e ci si riposa. I suoi seni, turgidi e caldi, sono le montagne. Le mani sporche e dure ci elevano alla dignità e ci qualificano all'esperienza del Tuo contatto.  Ci nutrono e proteggono. Sono tana e utero, antro oscuro cui pochi accedono. Danno la forza ai nostri giorni, di compiere i riti operosi che la vita in montagna offre. 
Non puoi pensare di esistere senza sopportare lo sfregio, sprezzante e cinico, di chi si sente minacciato o contrariato nei suoi fondamenti. Ma con i momenti di infantile gioia, la montagna, nelle lunghe sere d'inverno a contarcela, al crepitio del fuoco, ripaga con la riconciliazione, con un vivere insieme la gentilezza del soffio di Dio sulle nostre esistenze. L'ateo meccanicismo moderno non tollera tutto questo e vorrebbe annientarlo, o superarlo come preferiscono dire. 
Resistiamo, strega sfuggente con le tue erbe e i tuoi sortilegi. Combattiamo la nostra grande guerra dentro di noi, come monaci immobili, lenti e statici, ma con un turbinio di energie in lotta. Ricordo quando, ingenuamente vanitoso, ti ho indicato con un cenno della mano una bella zucca del giardino, ne andavo fiero. E tu, cara Sorella, mi hai preso la mano, me l'hai abbasssata, mi hai dato una una lezione segreta. La bellezza non si indica, non si esibisce, sennò la si perde. Deve rimanere invisibile a quelli che non hanno occhi per vedere. Non si danno perle a porci e cani. Un velo iniziatico di segreto la deve proteggere.
Bella lezione, che riaffiora dai secoli lontani come il fior di loto dal fondo melmoso, attravero l'acqua intermedia, alla superficie, a baciarsi col Sole. Bella lezione, ora capiamo perchè cercano di interdirti.

Il latte, la polenta, il burro, le erbette dell'orto, la coscia del pollo e del coniglio, pecora o agnello, che hai cresciuti, non sono carboidrati, lipidi o proteine. Entra nel nostro corpo come un fluido sacro, parco e pieno di consapevolezza, consacrato dal sudore uscito che ora rientra,  e crea una 'comunione' organica. Con ago e filo avvicini i lembi momentaneamente allontanatisi. Ripari la cesura che ci ha staccati da te. Cibo degli dèi, soma, ambròsia, onesto, giusto, magnificante, come bambini eterni giochiamo con l'Essere al suo Grande Gioco, lila, infinito, sublime, ritornante. Siamo con Te, Signora Nera come la Terra, Kali nella verticalità alpina, Madonna della grande danza cosmica, siamo felici che ti trastulli con noi.
Incomprensibile come la Verginità di Maria, che fa di questo nome una vergogna anziché una virtù, un vecchio arnesi di un armamentario sorpassato anziché una speranza di purezza per il futuro, inebriante come il profumo della Rosa, i cui meandri fatti di petali ci conducono lungo una Via sapiente, inutile e impervia a molte ingannate anime,  dalla lontana e tetra periferia dal vivere disumano ad unirci alla luminosità del Centro.









martedì 28 agosto 2012

Nessuno tocchi Caino!

 

SCHIACCIATA DAI BULLDOZER

Israele: «Fu la pacifista a cercare la morte»
Tel Aviv chiude così il caso di Rachel Corrie

L'attivista americana morì nel 2003 a Gaza. Il tribunale: «Non fu colpa dell'esercito»


Una foto di Rachel Corrie a Gaza (Afp/Abed)Una foto di Rachel Corrie a Gaza (Afp/Abed)
l bulldozer israeliano che investì e uccise la pacifista americana Rachel Corrie non agì con premeditazione. Nove anni dopo un tribunale - israeliano - ha reputato «un incidente» la morte della donna, attivista filopalestinese, negando la negligenza dello Stato o dell'esercito di Tel Aviv. La famiglia aveva presentato una causa civile: nel marzo del 2003 Corrie, 23 anni, era stata schiacciata da uno dei bulldozer che dovevano abbattere le case dei sospetti kamikaze a Rafah, nella Striscia di Gaza. Pochi giorni prima, in una e-mail agli amici, aveva denunciato le operazioni degli israeliani: «Abbattono le case anche se si trova della gente dentro. Non hanno rispetto di niente né di nessuno».
 
http://www.corriere.it/esteri/12_agosto_28/rachel-corrie-tribunale-israele-innocente-cerco-morte_f400b5fe-f0f0-11e1-a005-0150214880db.shtml

domenica 26 agosto 2012

Ordinaria follia.



Ci si sente così grandi ad essere americano, non è vero? Il caporale Jeremy Morlock sorride per una una foto con un un ragazzo afgano ammazzato per celebrare la sua uccisione.
Le nostre truppe, con costi enormi in periodi di crisi così acuta mentre ci chiedono sacrifici, sono alleate in questa impresa assurda e sanguinosa. Questo è un modo il cui la Repubblica infame spende il nostro denaro: per combattere guerre altrui... al servizio fedele dei  vincitori, nonchè 'salvatori' dell'Occidente, abbiamo perso ogni autonomia in politica estera, ci dirigono dall'esterno dal 1945. Ma che ci facciamo lì?

lunedì 20 agosto 2012

Montagna: Amore e non prostituzione.

Ci sono giorni in cui la testa viaggia inarrestabile, in cui tutto sembra essere dannatamente chiaro che ti domandi perchè non lo fosse fino ad un attimo prima.
Ci sono momenti in cui capisci di essere diverso e distante dalla maggior parte di ciò che ti circonda e ti domandi allora se sia lecito o dovuto farti circondare.

Io sono un eterogeneo rispetto alla mia generazione, ho visto e vissuto, grazie alla montagna e alla sua "arretratezza" per usare un termine dei filosofi urbani, cose che che hanno visto e vissuto i bisnonni dei miei coetanei.
Ho provato e provo "disagi" degni di una realtà ottocentesca eppure non mi sento estraneo ai miei disagi e alle mie complicazioni, quelle della mia tana, no mi sento un pesce fuor d'acqua quando mi circondo di umanità.
 L'uomo è un animale sociale, ma chi l'ha detto? Ne siamo certi? Allora non son uomo e son orso.

Sono giorni di grande caldo, caldo che adesso ha un nome ogni volta diverso.

Per me si chiama solo estate.

Inopinabile il fatto che in questi giorni tutto il mondo riscopre la montagna e il suo fresco.
Dovrei essere felice di vedere il mio piccolo mondo popolarsi di volti e facce ma è più forte di me, qualcosa stride.
C'è qualcosa che mi urta in tutto questo. Non mi riferisco agli amici che ti vengono a trovare e scoprono un posto da amare, ma a tutti quei volti sconosciuti che incrociandoti sul loro cammino ti riversano addosso quei discorsi da ascensore, su quanto faccia caldo in pianura e su come sia fresca l'aria in montagna.
Forse sono un burbero montanaro che morirà solo e vecchio da eremita rinchiuso nel suo "piccolo mondo antico", ma detesto questo uso prostitutivo che si fa della montagna.

Qualche grado di troppo e improvvisamente sono tutti pronti ad amare una donnaccia di strada fino a ieri appestata, ora che le donne borghesi, ossia il fresco primaverile sembrano scomparsi nel nulla, tutti ad esaltare la bellezza della montagna.

No questo non è amarla, amare la montagna come ogni amore che si rispetti è piacere e gioia ma anche sacrificio e rinunce.
Fatica e sudore che portano a grandi soddisfazioni.
Amore è qualcosa che dura nel tempo e non una squallida avventura.

Buona Notte Montagna, domani se farà freddo e sarai scomoda io ci sarò lo stesso, anche quando ti si sarà sciolto il trucco.


domenica 5 agosto 2012

Ancora notizie dalla guerra infinita...

Il 1 agosto 2012, Adrian Preissinger, editore, ha ricevuto una lettera dai censori governativi tedeschi che lo informa che il libro "Die Judische Epoche"  (L’epoca ebraica: http://www.libergraphix.de/Verlag/product_info.php?info=p1_Wolfgang-Hackert--Die-Juedische-Epoche---Ordo-ab-chao.html ) di Wolfgang Hackert verrà inserito nell’indice dei media ritenuti pericolosi per la gioventù (il che in effetti metterebbe il libro al bando dalla fruizione pubblica). Il libro è una denuncia ed un’aspra critica dei poteri occulti a dominanza ebraica che manipolano in genere l’opinione pubblica per conseguire i propri scopi.

Nach Euro-Gipfel in Brüssel: Nazi-Pöbeleien gegen Kanzlerin Merkel in Athen

Sono apparsi manifesti con la leader Merkel in camicia bruna, i luoghi comuni più triti del dopoguerra, il popolo che ha bisogno di una guida forte, cui piace il comando, l'ordine, che vuol dominare sull'Europa tramite la sua economia, l'euro forte, e naturalmente sempre a rischio di "ricadute" nazionalsocialiste. Si vuole additare alle masse dei popoli poveri ed indebitati di Europa il 'solito colpevole' di sempre. Merkel come Hitler. La storia non passa mai. Per meglio dire, la Grande Guerra non finisce mai.

Se non riuscite a pagare ratei d'interessi e bollette, Equitalia dura ma necessaria vi pignora?, adesso sapete con chi prendervela.

La banda mediatica mondiale è al gran completo, ottoni e timpani fanno un fracasso infernale  per i devitalizzati europei, ridotti allo stato di zombi democratici e inebriati di dirittti umani di ogni sorta. La banda del gigantesco megafono televisivo, principalmente, non dorme mai, come la Borsa.

Se credete a questa 'Storia', allora avrete probabilmente e tranquillamente creduto che New York sia la sola città al mondo in cui i grattacieli crollano, addirittura su loro stessi, a causa di incendi. E molte altre storielle curiose... e si il baccano della banda intontisce davvero!

E inevitabilmente allora crederete pure che i governi dei banchieri internazionali vi salveranno, anche se sarà dura...

Intanto l'arcigna Germania moderna nel ruolo di gendarme economico fornisce sottomarini nucleari, "deutsche teknologie", a prezzo di potenza sconfitta, asservita e umiliata - non le sarebbe concesso costruire per sè neppure un proiettile -, alla marina di Israele coi quali si attrezza ad imbastire l'ultimo atto, contro l'Iran. 

L'ultima fase di questo ciclo? "Pericoloso crederci".