Era proverbiale. 'San Benedetto,
una rondine sotto il tetto'. L'11 marzo, l'incipiente arrivo delle
rondini che tornano da un lunghissimo viaggio che le ha portate in terre
lontane, esotiche, con altri climi.
A
primavera, i cieli tornavano a ripopolarsi di questi uccelli
acrobatici, allegri nel loro cinguettare festoso. I poeti ci cantavano
sopra versi ispirati. Il loro volo era incantevole. Giravolte e planate
distese, picchiate ardite ed ascensioni mozzafiato, si inseguivano,
forse si corteggiavano, disegnando geometriche armonie di linee curve,
sospese nell'aria a sfidare la gravità. Sotti i tetti delle case
costruivano i loro nidi. Eteree creature, ricordavano ai mortali animi
di chi le osservava tutta la bellezza e la leggerezza dell'esistenza. E
cosi in primavera anche per gli esseri umani, l'aria intiepidita, dopo i
rigori invernali, favoriva i loro amori, che Benedetto, un nome un
programma, 'benediva' e quindi purificava dall'alto della sua austerità
monastica la bassa manovra degli istinti che 'atterrisce' l'essere
umano, attingendo impurità.
Dico
'era'. In effetti, le rondini, come le pasoliniane lucciole, si sono
fatte rare nei cieli, quando non assenti. Qualcuno immagino sarà in
grado di fornire spiegazioni 'scientifiche' alla cosa. Di quella scienza
sterile e amputata delle cose essenziali, ligia alla committenza
materialistica, di ciò che si vede, si tocca e si quantifica. A noi non
interessa questo sapere inutilmente fondato su se tesso, destinato a
durare meno di una primavera. Avvitato su stesso si autoalimenta. Siamo
certi che è destinato a scomparire insieme ai suoi incubi
atomico-progressisti. Ma non è la sola, e forse la vera, ragione di
questo 'era'.
L' 11 marzo
si ricordava la ricorrenza della morte del Santo, avvenuta nel VI sec.
nell'Abbazia da lui fondata a Montecassino. Monte che prima di lui aveva
ispirato la sacralità alle prime genti, quelle che vissero al tempo "de
li dèi falsi e bugiardi". Attraverso la serrata opposizione al
paganesimo dei luoghi, ne rinvigoriva inconsapevolmente l'importanza e
l'aura di quel monte accrebbe enormemente, come empre accade in questi
casi. Crebbe fino a diventare una delle travi portanti della cristianità
occidentale. Difficile esagerare l'importanza del ruolo che ebbe il
monachesimo benedettino, primo tra gli ordini consimili in Occidente,
nello viluppo della civiltà medievale. Memore delle esperienze orientali
di Basilio, Cassiano e dei Padri del deserto, diede volto pratico ad un
sogno, esecuzione al progetto agostiniano della 'Civitas Dei'. La spinta di carattere della fuga mundi,
che significava anche fuga da Roma, dagli intrighi di Corte, dalla
politica, dal potere e dalla corruzione, dalla Chiesa contaminata dai
noti 'mercanti nel Tempio'. Non li cacciò come fece Kristo, preferì
andarsene lui, ma l'intento purgativo resta il medesimo.
Ovviamente,
se la storia, laica o cattolica, riferisce dellla commemorazione del
transito del Santo l'11 marzo, il fatto resta tale. Da un punto di
vista liturgico, il Concilio Vaticano II, con sciagurata e imprudente
cecità, pensò di spostarne la data.
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