mercoledì 23 gennaio 2013

Vizio antico...





Il giochi sul Denaro, dal signoraggio a tutte le forme ditransazioni e speculative della Borsa, hanno una loro sintassi, un loro periodare complesso, articolato con maestria sofisticatata, ma il risultato è sempre quello di parassitare i veri produttori (talvolta detta 'economia reale'), i lavoratori in senso lato, maestranze e imprenditori veri. 

 E' la neo-lingua della globalizzazione. Il Marchionne di turno è solo un cameriere-macellaio cinico molto ben pagato, al servizio, al soldo di altri signori. Mai messe le mani in un motore. 

I cosiddetti 'tecnici' che dilagano dalla burocrazia di Eurolandia in tutta la politica di quel che resta dei Paesi del Vecchio Continente al solo scopo di ridurne la sovranità, sono i lacchè e i palafrenieri addetti alla carrozza dei loro committenti. Elargiti anch'essi generosamente con titoli e prebende, perchè è grazie al loro lavoro 'intellettuale e morale' che la committenza riesce a mantenere un certo anonimato dietro le quinte.

Il baricentro e pietra miliare di ogni speculazione finanziaria tuttavia sta nel prestito ad interesse, il costo del denaro, l' USURA, detto altrimenti. Prima ancora degli swaps, bluchips, subprimes, o altre forme del poliedrico mondo dei titoli-bidoni o titoli-spazzatura. Prima ancora degli yuppies e dei banksters in  doppiopetto.
 
Questo dell'usura è il vero cancro di cui si nutre la Bestia che si è scatenata per i quattro angoli del mondo... profittando di un calo di libertà in Europa - da non confondersi con la UE - che la rende immune, in apparenza, agli attacchi critici.





domenica 13 gennaio 2013

Suicidio alimentare.



Una delle massime fueurbachiane del materialismo ingenuo pre-marxiano, quindi ancora privo della scaltrezza teorica talmudica, recita: 'L'uomo è ciò che mangia'. Grossolana falsificazione, cui presto teologi luterani, cristiani e rabbini, metteranno rimedio con sapienti sottigliezze e disinguo.

Poi, dopo la Grande Guerra, con la libertà e la democrazia, sbarcarono coca-cola, blu-jeans e fast food. La mangiatoia, la greppia della stalla mondialista avvelena con la complicità dei vinti. Vae victis!





Come guerrieri maori senza più guerre da combattere, indiani nelle riserve depressi e alcolizzati, aborigeni  australiani sniffatori di solventi e gas, turbolenti, disordinati, sporchi, riottosi, attaccabrighe, indolenti, insofferenti alla disciplina, quale del lavoro in primis. Campesinos allucinati con le mogli sole a badare pisciosi vecchi europei. Slavi avvinazzati. Negri persi per il mondo ad ammorbare, senza più lance e scudi per difendersi con dignitàCocci di civiltà ammucchiati alla rinfusa.
Vae victis! Guai ai vinti! Non solo la storia passata la riscrivono i vincitori, ma dirigono anche quella presente e futura. Agonia inaccettabile. Once were warriors!


 


sabato 12 gennaio 2013

"Qualcosa di bello è una gioia per sempre".


Può darsi che  l'illustratore e raffinato disegnatore Beardsley, quando affermava che 'l'Arte è difficile', volesse riferirsi ad una qualche forma di sfuggevolezza e precarietà del sentitmento estetico, per sua natura fragile e momentaneo. Platone usava dar più peso al suo ricordo che alla sua realtà. Eppure anche solo un ricordo di ciò che è accaduto dentro di noi tramite la presenza estetica della Trascendenza, quell'attimo eternizzante, è tutto quanto noi possiamo possedere. Soprattutto in tempi in cui questo verbo, possedere, sembra  assurto a dogma, questa goccia di Eterno ci è più che mai necessaria, insostituibile.
Detto con le celebri parole di John Keats:
 Una fontana inesauribile di una bevanda immortale
Si riversa su di noi dagli abissi del Cielo.

Se da una parte, dunque, 'Arte è difficile,  l'opera - che sia di artista o di artigiano pienamente consapevole delle ingannevoli seduzioni della serialità tecnologica della ri-produzione industriale - contiene abbondanti antidoti alla banalità ed alla ferialità della vità, ad un vivere quotidiano indegno dell'essere umano ridotto ad ente privo di qualità. Da un'altra parte, la quieta gioia del cuore emana dai versi di Keats: 
A thing of beauty is a joy for ever.

Senza scomodare le inutili angoscie per 'la perdita dell'Aura' di cui parla Walter Benjamin, forse perchè non ha mai mai sofferto un giorno di lavoro in un laboratorio, conforta il parere di Keats che tutto sia assolutamente e per sempre a portata di mano.





Nella nostra età oscura, una sottile polvere nera si deposita su ogni cosa che tocchiamo, ogni oggetto, utensile, prodotto. E non è la pesantezza del fare, No. E' una plumbea coltre che possiede il provvisorio maleficio di far apparire le cose prive della Luce della bellezza. Ma è solo un abile trucco con cui il Demiurgo ci inganna e ci vuole figli delle tenebre, piuttosto che figli della luce.
Questa coltre si chiama usura. Una ragnatela posta sul denaro che si fa pagare ma non conosce che sforzi ne sacrifici. Ragnatela che imprigiona e paralizza. Non centra nulla con le cose, ma cerca di inghiottirle e di impadronirsene, impadronirsi delle cose e dei suoi artefici.
L'usura è quindi non solo il nodo cruciale per comprendere la storia e le guerre, ma anche per sviscerare il cammino artistico dell'occidente: "Europe built her cathedrals during an age when usury was classed with the vices" [L'Europa costruì le sue catedrali in un'epoca in cui l'usura veniva messa tra i vizi] (1).


Passando dinanzi a queste icone di ceramica che ritraggono momenti della nostra vita in montagna, sul Tracciolino, non si pensa più agli esotici e costosi pigmenti, ai soldi impegnati nell'acquisto dei forni di cottura, ai costi dell'energia elettrica per azionarli, ci si può sentire sollevati da tutto ciò, liberati grazie alla dolce fatica dell'artigiano, cui dovrà in qualche modo essere espressa la gratitudine.



I prati verdi come gli sguardi degli animali, innocenti e puri, ricordano qualcosa di vero. Di autentico, di buono accaduto. Qualcosa che non potrà mai essere cancellato. Il gesto di porgere un pezzo di pane, un pezzo di fiducia che colloquia tra sempici, umili e fragili creature. Esseri effimeri che si incontrano per un attimo nel cielo notturno del buio. Cielo che metterebbe paura se non fosse per le stelle che lo trapuntano come in manto di una Dama.

L'arte 'da appendere' non sempre è un inutile non-sense. Non sempre è un oggetto d'arredo per una parete che appare spoglia. Per noi è un supporto che aiuta l'Idea, la meditazione. Un'icona, in altri termini. Un arredo dell'anima pià che il vezzo frivolo e vuoto di 'architettura per interni'. La nostra casa è diventata più bella dentro a noi stessi, più accogliente. Basta lanciar loro uno sguardo. Anzi, anche se volti le spalle a queste presenze ceramiche, sembra sentirle vivere alle nostre spalle. Presenze divenute compagni di vita. Devozioni.

Anche nei momenti più tristi, quando le fiamme più infernali divampano per i boschi lasciandosi dietro una scia di caliggine rovente che prende la gola e soffoca, quando le fiamme scacciano i sereni elfi che abitavano il bosco  verde e ombroso, quei colorati tratti di pennello dal disegno semplici come l'animo della gente di montagna sembrano restaurare la vita. Un sentire le cose tornare al loro giusto posto; un sentirsi di nuovo veramente a casa, nella nostra vera dimora, quella dello spirito, bello per sempre.




(1) Citaz. di E. Pound dall'intruduzione di A. Colombo "Pound radiscorsi", ediz, del Girasole, Ravenna 1998, pag. 23.


 

martedì 8 gennaio 2013

Uno sguardo da altrove.


Queste istantenee sono state prese da un occhio sensibile e giovane, di una ventenne, mia figlia Armida. Uno sguardo cittadino, fresco, stupìto, incuriosito e gioioso ad un tempo.
Difficile dare una valutazione 'obiettivo', naturalmente. Ci limitiamo quindi a definirlo uno sguardo da altrove e ad illuderci che la Madre Nera, vera Regina della montagna possa avvicinarla sempre più al suo seno potrettivo.



Tina, la figlia di Augusta, pascola al tiepido vento estivo. Tra poco compirà un anno di vita.
Il mondo che le sta davanti è suo.




Alba si fa uno spuntino. Ora è in dolce attesa.




Alba con Bruna si preparano ad una cenetta. Anche Bruna è gravida. Verso febbraio
il rinnovo del miracolo delle nascite, sotto lo sguardo benevolo ma anche severo
della Grande Madre, la Vergine del Parto che anche nel cristianesimo è riuscita a
trovarsi un posto, ma la cosa non è ancora vista con sospetto, e sottaciuta.



Le nostre energie che ci permetteranno di traghettare i rigori invernali.
Sono ecologiche e a km zero. Ma queste formule televisive e slogan da coltivatori diretti
ci lasciano totalente indifferenti.




Un vicino pianoro pattugliato da candite fanciulle. In bianco come spose, presidiano
la Corte della Madre Terra, la Madonna Nera, Regina per la quale i secoli e i millenni
 di storia umana corrispondono al veloce baleno necessario ad una foglia per svolazzare a terra.


Vril dalla sua cuccia annuisce e saluta! Non vi pare?



giovedì 3 gennaio 2013

Un Uomo Vecchio... forse


Quando un uomo anziano .....
è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese
di campagna australiana , si credeva che nulla di valore
egli avesse potuto lasciare.
Più tardi , le infermiere sistemando i suoi pochi averi , trovarono
questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono
lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli infermieri
di tutto l'ospedale.
Un'infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia
comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese
come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in
modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale.
E' stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa
semplice ma eloquente poesia.
E così questo vecchio , che nulla pareva potesse dare al mondo,
ora è l'autore di questa poesia ' anonima ' che vola attraverso
la rete internet.

" Cranky " - uomo vecchio .....

Cosa vedi infermiera ? ... Cosa vedete ?
Che cosa stai pensando mentre mi guardi ?
" Un povero vecchio " .... non molto saggio ...
con lo sguardo incerto ed occhi lontani ...
Che schiva il cibo .... e non da risposte ....
..... e che quando provi a dirgli a voce alta :
.... " almeno assaggia " !!!
sembra nulla gli importi di quello che fai per lui ....
Uno che perde sempre il calzino o la scarpa ....
.... che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui ....
per fargli il bagno , per alimentarlo ...
e la giornata diviene lunga ....

Ma cosa stai pensando ? .... E cosa vedi ??
.... Apri gli occhi infermiera !! ....
perchè tu non sembri davvero interessata a me ....
Ora ti dirò chi sono .... mentre me ne stò ancora seduto quì
a ricevere le tue attenzioni ... lasciandomi imboccare per compiacerti.
" Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre
ed una madre ,
Fratelli e sorelle che si voglion bene ....
Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi ....
che sogna presto di incontrare l'amore ....
A vent'anni sono già sposo ... il mio cuore batte forte ....
giurando di mantener fede alle sue promesse ....
A venticinque ....ho già un figlio mio ....
che ha bisogno di me e di un tetto sicuro ,
di una casa felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto .... velocemente, siamo molto legati uno all'altro da un sentimento
che dovrebbe durare nel tempo.
Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto
e se ne và, ma la mia donna mi stà accanto ....
per consolarmi affinchè io non pianga.
A poco più di cinquant'anni ... i bambini mi giocano attorno
alle ginocchia .....
Ancora una volta , abbiamo con noi dei bambini io
e la mia amata..
Ma arrivano presto giorni bui .... mia moglie muore .....
.... guardando al futuro rabbrividisco con terrore ....
Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
..... e così penso agli anni vissuti ... all'amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio ... e la natura è crudele.
Si tratta di affrontare la vecchiaia ... con lo sguardo di un pazzo.
Il corpo lentamente si sbriciola ...
grazia e vigore mi abbandonano.
Ora c'è una pietra ... dove una volta ospitavo un cuore.
Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane
uomo vive ancora ....
e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia ....
Mi ricordo le gioie ... ricordo il dolore.
Io vorrei amare, amare e vivere ancora ....
ma gli anni che restano son pochissimi ....
tutto è scivolato via ..... veloce !!!
E devo accettare il fatto che niente può durare .....

Quindi aprite gli occhi gente .... apriteli e guardate ....
.... " Non un uomo vecchio " .....
avvicinatevi meglio e ... vedete ME !!!

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Ricordatevi questa poesia quando incontrate
una persona anziana per evitare di metterla
da parte senza guardare all'anima giovane che le stà all'interno perchè tutti noi un giorno, saremo così ......
purtroppo.