domenica 13 gennaio 2013

Suicidio alimentare.



Una delle massime fueurbachiane del materialismo ingenuo pre-marxiano, quindi ancora privo della scaltrezza teorica talmudica, recita: 'L'uomo è ciò che mangia'. Grossolana falsificazione, cui presto teologi luterani, cristiani e rabbini, metteranno rimedio con sapienti sottigliezze e disinguo.

Poi, dopo la Grande Guerra, con la libertà e la democrazia, sbarcarono coca-cola, blu-jeans e fast food. La mangiatoia, la greppia della stalla mondialista avvelena con la complicità dei vinti. Vae victis!





Come guerrieri maori senza più guerre da combattere, indiani nelle riserve depressi e alcolizzati, aborigeni  australiani sniffatori di solventi e gas, turbolenti, disordinati, sporchi, riottosi, attaccabrighe, indolenti, insofferenti alla disciplina, quale del lavoro in primis. Campesinos allucinati con le mogli sole a badare pisciosi vecchi europei. Slavi avvinazzati. Negri persi per il mondo ad ammorbare, senza più lance e scudi per difendersi con dignitàCocci di civiltà ammucchiati alla rinfusa.
Vae victis! Guai ai vinti! Non solo la storia passata la riscrivono i vincitori, ma dirigono anche quella presente e futura. Agonia inaccettabile. Once were warriors!


 


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