giovedì 1 settembre 2011

Un tocco magico.




La crescita dei piccoli spetta tutta alla madre, la Bruna. La Madre ci porta per mano nel mondo di colori e suoni e pericoli.

I piccoli stanno bene, e sua è la responsabilità. Ora passano lunghe ore insieme, giorni e notti. Momenti di gioie, ansie e preoccupazioni, I piccoli possono farsi male, cadere in luoghi impervi, se non addirittura fare brutti incontri con predatori. La fusione intrauterina è un ricordo ancora fresco.

La presenza della mamma è costante. Anche quando sembra distratta, in realtà è sempre pronta a cogliere anche il più flebile ed impercettibile segnale, si fa di aiuto e la flessione si fa diversa. I richiami, le voci, assumono toni più intensi, immediati, nei casi di rischio si fa più grave, acuto, serio, inequivocabile. In caso di serio pericolo, lo si capisce, il lamento è un urlo drammatico che fende l'aria.
I piccoli, se possono, corrono verso la madre. La grande protezione contro i pericoli più spaventosi, e cercano il contatto, il caldo, una carezza, una rassicurazione che fa ritornare la salute e la voglia di vivere.
E' lo stesso gesto, anzi è quello primigenio, del guaritore, del medico sciaamano, di colui che con un suono e un movimento è capace di guarire la vita.




Per fare questo, però, non servono mantra orientali, parole di una lingua estranea che hanno poco o nessun significato, ripetute in un vuoto rituale. O astruse operazioni di magia per pseudo-iniziati, postmoderni e un po' snob.

Tra chi pratica e chi riceve le attenzione deve passare una robusta corrente di affetto, di vita in comune, di legami, di tensioni condivise che solo la Madre arcaica, la comunità arcaica (materna), coesa, compatta, non a parole ma coi cuori all'unisono - sentimenti che non si possono nè improvvisare nè creare a piacere - ma che sono inscritti nei ritmi della natura. Non si possono fingere, e neppure donare, se non ci sono. Un atto d'amore, una donazione di tempo di cura, di prestazione d'affetto, non parole,vane, quai mai disinteressate, ma al contrario al grado massimo di cristallina purezza del distacco egoistico, disposizione immediata al sacrificio di sè.

Dopo di che ogni suono va bene. Ogni gesto di per sè terapeutico, un bacio quanto una carezza, una leccata quanto uno strofinamento, un contatto di pelle, dolce e paziente, rende la vita accettabile, 'degna di essere vissuta', in termini socratici. Un intruglio da bere, o una formula da recitare, con voce o nel silenzio del cuore. Tutto ciò viene dopo.







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