lunedì 1 ottobre 2012

In principio era una zucca.




Una zucca di oltre nove chilogrammi. Patate e fagiolini, le ultime cose raccolte. L'orto e la terra, uniti alle cure del lavoro umano, possono produrre tutto ciò che serve. Teniamolo sempre ben presente. Il denaro, il suo abuso e coloro che campano sul suo maneggio sono in più.




Quanto gran parlare si fa di economia reale ed economia finanziaria. Si parla di green economy, economia verde, economia sostenibile, decrescita felice, chilometri zero, biodiversità, biocolture, e chissà quanti altre chiacchiere saranno pronti a propinarci. Divagazioni inane perchè senza Prinicipialità. L'economia non si fonda sull'economico, o la scienza sulla natura o la società o la mente. La realtà è nulla, pura tautologia, senza il suo Principio.
Il discorso si riassume in un'antitesi di fondo, che non è quella tra 'capitale e lavoro', ma tra lavoro e denaro. Se il primo viene subordinto al secondo si ha la rovina, cioè lo stato attuale delle cose. La subordinazione del secondo al primo prelude ad un raddrizzamento della situazione.
Organizziamo con questa zucca, patate, uova ed altro ancora che la Natura ci fornisce, un pranzo comunitario di rinascita della speranza. Sono invitati tutti i Pellegrini dell'Ansia perchè credono ci sia bidogno di rinascita. Chi si crede già vivo, ovviamente, non ne ha bisogno. Accettiamo adesioni. Offro io, no anzi, Lei, la Natura!



4 commenti:

  1. La subordinazione del denaro al lavoro, concetto assai interessante, fonte di raddrizzamento? Forse, da approfondire. E se vivessimo senza denaro completamente subordinando il lavoro alla vita o meglio ancora se il lavoro fosse un'attività complementare e necessaria ma la cui finalità fosse la sopravvivenza e invece la vita vera fosse alimentata da una linfa non materialistica? Emozioni, colori, profumi e Natura? Parliamone, io per il pranzo ci sono e intendo contribuire con quanto la Natura ha donato a me, cose semplici fatte in Casa, quella vera.

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  2. Grazie Ale per aver aderito all'invito.
    Sei il primo, forse anche il solo.
    Meritiamo l'abisso in cui stiamo sprofondando.
    Ricordi quando si rideva ironicamente e sarcastici su quelli che parlavano di "vivere senza denaro"?
    Il lavoro non va inteso in modo escluvamente materialistico, anzi la mia tendenza semmai è quella di sbagliare nel senso opposto. Quello della sua idealizzazione. Il lavoro è una legge interiore, prima i essere una necessità vitale.

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  3. Caro Franco, forse sono di una generazione per cui il lavoro è un qualcosa di sgradevole, vincolante e spesso frustrante, capace solo di dettare i ritmi della vita in modo errato, innaturale.
    Ricordo bene quando ne ridevamo, ma per quanto ricordo il sarcasmo era più rivolto all'ideologia che al concetto.
    Ricorda invece quando sorridevamo compiaciuti parlando della piccola realtà svizzera che non adopera il denaro?
    Oggi giorno denaro e lavoro sono concetti da definire bene per legarli con aggettivi...
    Buona Notte Franco, a presto!

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  4. L'importante è rimboccarsi le maniche.... e far crescere qualcosa! Zucche o latte, formaggi o castegne, burro, verdura uova e carne. E altro ancora.
    Non attrezzarci per resistere in un bunker, o nel confino cosmico del web, ma creare qualcosa di concreto e reale 'fuori e contro il Tempo', lontano dal denaro si può o si deve vivere? Perche ce lo hanno pure spiegato che il Tempo è denaro...

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