domenica 16 ottobre 2011

la Mamma, capra del latte.



Oggi ho raccolto noci sul nostro prato, era una giornata splendida. Un lavoro paziente, un po' noioso, per un frutto povero da cui si faceva anche un olio squisito e ricco di qualità benefiche.

Una delle capre, una bella camosciata alpina, ma nulla di speciale, comprata da poco, che chiamo Mamma, mi sta vicino, ad ogni passo, quasi senza infastidirmi. non mi sempra golosa del pane che mi porto sempre appresso per poterle guidare. O illudermi di guidarle.

(Mamma è quella di fronte, dietro il secchio)

Ho capito che voleva altro. Ero stato avvertito dalla precedente proprietaria, voleva farsi mungere. Il veterinario consiglia un diradamento progressivo della mungitura fino alla scomparsa del latte.
Ho deciso invece di dedicarmici, di corrispondere al suo essere, che in questo momento le ordinava questo. E così ho fatto.
Seduto, mentre le noci gonfiavano il mio sacchetto, una alla volta, come in un antico esercizio di pazienza, e concedevo un poco di tregua al dolore che mi dà peso ad una gamba, la accarezzo lentamente. Non scalpita a farsi toccare le mammelle, come farebbe normalmente chiunque altra.
Ormai il pane era già terminato, vista la voracità delle altre.
Un occhio per Adolfo poi ci vuole sempre, in questi giorni emana un effluvio che si sente a decine di metri di distanza. Diciamo che potrebbe 'essere su di giri'.
Allargava le zampe posteriori per agevolarmi, per donarmi il suo nutrimento. Stava immobile e compiaciuta. Prima da una parte , poi dall'altra.
Sembravamo amanti in silenzio appartati, lontani da occhi indiscreti. Contavamo solo noi, in quel momento. La nostra intesa silenziosa, fatta di gesti.. Ci si capiva.
Il sole ci benediceva, tiepido per la lieve brezza che ci accarezzava. Mi colmava di gioia, mai vista una cosa del genere. Come mi avesse adottato.
Complici le ritmavo nel segreto misterioso le mammelle e una magica intesa si era instaurata tra noi. Un puro atto di gioia, di donazione, di gratuità, gratis. Più la mungevo e più accresceva l'intesa. Rilassata ad ogni ripresa, riprendeva a ruminare.
Alla mente affiorano le parole di una Upanishad, sapienza indiana riferita alla Vacca sacra e cosmica, alla sua stabilità corrisponde la stabilità del mondo, nei nostri tristi tempi si dice che oramai debba reggersi su una sola zampa, corispondendo ogni zampa ad uno Yuga, ma che si adatta benissimo qui sul Tracciolino anche alla capra. A memoria ricordo: è l'Abbondanza che resta abbondante. Si riferisce all'inesauribilità dell'Amore divino.
Non saprei dire se è vergine questa giovane capra, ma di certo, caso inedito per me, è in lattazione senza aver partorito. E la cosa non mi può non richiamare alla mente la lactatio mystica, la Vergine Santa, la Purezza, che nonostante tutto esiste a controbilanciare tutte le brutture della nostra epoca.

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