Con il termine montagnaterapia si intende definire un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo, finalizzato alla prevenzione, alla cura ed alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità; esso é progettato per svolgersi, attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna.
Le attività di Montagnaterapia vengono progettate ed attuate prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la fondamentale collaborazione del Club Alpino Italiano (che ne riconosce ufficialmente le finalità e l’Organizzazione Nazionale), e di altri Enti o Associazioni (accreditate) del settore.
Le attività di Montagnaterapia vengono progettate ed attuate prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la fondamentale collaborazione del Club Alpino Italiano (che ne riconosce ufficialmente le finalità e l’Organizzazione Nazionale), e di altri Enti o Associazioni (accreditate) del settore.
Ma se fa bene alle persone fragili chissà che bene potrebbe fare a quelle 'sane'! Se fai l'artigiano, come ad un panda, ti portano le scolaresche a vederti, e fanno loro pasticciare qualcosa, anche di terapeutico, che vagamente gli assomigli, e vagamente assapori, dileggi e parassiti la bellezza originaria . Se vai a vivere in montagna vengono i turisti a guardarti per un giorno con occhi compassionevoli. Se fai il pastore in montagna, puoi elargire i privilegio di puzzare di stalla in modo sublime e inenarrabile, per un giorno... un giorno che ti vendono come ritorno all'autenticità.
Per un giorno puoi sentirti uno Sioux dele praterie o un cacciatori di bisonti, puoi vivere nell'outback australiano a inseguir canguri, abbrustolire jeki sul fuoco, e correre nel bush con in mano un boomerang e con le chiappe bianche dalla forma della sedia dell'ufficio...
Vai, vai, bimbo, divergi e divertiti.
Comunque sappi, le tue radici sono lì, pronte e rigermogliare. Sono sempre disponibili a rivivere, a risvegliarsi alla vera vita. Tutto può ridiventare autentico, tanto le imprecazioni, e ne avrai di motivi per imprecare, quanto le gioie e ce ne saranno molte di ragoni per gioire. Devi solo cercare di essere tutt'uno con te stesso. Uno con le parte che se ne sono allontanate, al richiamo di chissà quale chimera, chissà quale seduzione.
Le tue radici sono lì che ti attendono, ma non per un giorno di 'politically correct', non come un prostitutorio incontro occasionale, ma come una Madre paziente che di buon grado sorride alle acerbe intemperanze del bambino sciocco che presferisce andar per conto suo, impreparato e supponente, piuttosto che attacarsi al buon seno caldo che lo nutre...
Non fate com'agnel che lascia il latte
de la sua madre, e semplice e lascivo
seco medesmo a suo piacer combatte!
de la sua madre, e semplice e lascivo
seco medesmo a suo piacer combatte!
Paradiso, V, 84.
Che, se non la Madre, capisce l'immaturo frutto dei suoi visceri ed è ancora pronta a rassicuralo, quel bambino spaventato dai suoi graffi, dalle sue offese, che gli paiono enormi, irreparabili,ma immemore che era tutt'Uno con la Madre, trema perchè pensa di essere solo.
Nessun commento:
Posta un commento