mercoledì 20 ottobre 2010

Solo un Dio ci salverà, M. Heidegger in breve.

E' doloroso vedere un popolo così nobile, tanto nella sua aristocrazia quanto nella sua plebe, sommerso dai rifiuti. Alludo alla vociante allegria e solare disinteresse del popolo partenopeo per le frivolezze e le incosistenze della modernità, dell'ironia connaturata per le cose del mondo.
Senza perderci in discorsi pratici, di tipo sociale e politico, che poi sono la inconcludenza fatta persona, andiamo al centro del discorso. Il nostro mondo moderno incamminato su vie di progresso sempre più luminose è incapace di smaltire i suoi stessi scarti vitali. Come un neonato che soffoca nel suo pannolone sommerso dalle sue deiezioni. A nulla vale chiamare in causa contingenze, tipo criminalità organizzata e meridionalità disorganizzata. Questa è la realtà effettuale con cui ci si trova a fare i conti. Non facciamo i ri-fondazionisti, i quali aggrappati alle loro erronee visioni pensano che se sono andate storte, il motivo sta negli uomini che hanno sbagliato ad applicarle. E così insistono, come mosconi incapaci di cambiare idea, sbattono in continuazione contro il vetro che non vedono.




Quello che qui non si vede o non si vuol vedere è il dato metafisico. Mancano le discariche; ma mancheranno sempre di più, se il sistema non muta di orientamento. Come il moscone. Manca la cultura della 'differenziata'. Ma ci rendiamo conto? la' cultura della differenziata'? Si fanno dibattiti sulla 'cultura della differenziata'. Personalità del mondo della scienza, ormai prese nel loro vortice autoreferenziale, non si può permettere di mettersi in crisi. Illustri studiosi in campo medico e scientifico, come Veronesi, affermano che l'energia nucleare è la più sicura e pulita. Di scorie non si può parlare, almeno, senza ridiscutere tutto. Ma i rifiuti non saranno scorie nucleari, ma sono sempre scorie e, come le prime, non si è in grado di smaltire.
Heidegger si riferiva a questi discorsi pratici e tecnici con l'espressione "chiacchiera". Ogni discorso che non coinvolga l'Essere è "chiacchiera".
Per questo la sua conclusione non aveva nulla di umanistico. Era convinto che "solo un Dio ci salverà".
I professionisti della"chiacchiera" non comprenderanno mai, e forse è giusto così, da un certo punto di vista, ciò che invece per questa signora, che bene esprime l'anima del popolo napoletano, capisce benissimo.


La dimensione sacrale di ciò che sta accadendo. Quest'agitare del rosario è un'invocazione a Maria, dulcedo et spes nostra. ed a Eva, nel contempo. Quella croce che riassume i tempi. Che non sono infiniti, e persino i preti sembrano essersene scordati. Non c'è più tempo per sdilinquimenti.
E' il tempo del ravvedimento, e possibilmente, quello del raddrizzamento dottrinale. Questa Maria Maddalena, con alle spalle i soldati di Erode il Grande, Re della Giudea, che fece riucostruire e ampliare il Tempio di Gerusalemme e costruire la possente fortezza di Masada, due perle dell'orgoglio israelitico, sempre pronti a spargere sangue, al fratricidio, pur di evitare che la dolcezza Verbo divino si propaghi nei cuori degli uomini tutti, li sollevi al Cielo, ha sul volto i segni della tribolazione della conoscenza.
La Maria Maddalena partenopea sa che "proporre un 'rimedio' è cosa ben vana, perchè se non cambia il mondo non può cambiare l'uomo, o viceversa: si può solo denunziare il croll attuale sperando che 'qualcuno' comprenda e operisi spiritualmente a salvezza sua e degli altri. Il mezzo più efficace è la preghiera che può rivolgersi sempre, in ogni luogo, in ogni condizione, da tutti".
Perchè lei lo sa, gli scienziati e politici storditi dal frastuono 'civile', dalla vita moderna che è negazione dell'interiorità e massacro di Dio, han volto le spalle al tracendente scientemente, non lo possono sapere, nè mai lo sapranne finchè persevereranno nell'errore della scienza moderna, che tutto ciò stritola l'uomo, lo proietta nel mondo esteriore e materiale che è solo distrazione, un bullone di una macchina, un nulla.
"Il tumulto cittadino è la negazione del pudore montano la cui corona è il silenzio, la solitudine, la sconfinatezza", troppo belle e semplici queste parole di de Giorgio.
Correte perché i tempi cominciano ad accorciarsi. Anchi qui i prati color smeraldo, le marghe e i silenzi incontaminati cominciano a scarseggiare. Di animali da pascolo neanche a parlarn. Il mulino di Satana non si ferma mai.
Umili case di pietra, quasi ricoveri, per gente silenziosa, forte, abituata a vivere all'altezza del dolore senza compiacersene, vengono comprate e ristrutturate, sorgono edifici con piscine e ad energia ecocompatibile, per oziosi vacanzieri. Prati che sembrano green plastificati, teatri di chiassose grigliate nei fine settimana. Per loro, montagna vuol dire godersi il fresco, i funghi e le castagne. Ritemprarsi per far meglio funzionare la macchina infernale, il lunedi successivo.
Questo si vede da quassù. Gente la cui anima è letteralmente dissoluta, cioè dissolta. in un oblio e in un odio per tutto ciò che è sacro, continua la sua invasione.
Fate presto. Non dormiteci sopra. Lo chiamano "progresso", "conquiste scientifiche" e in altri modi accattivanti, seducono il corpo, l'onnipervasività del materiale è insaziabile; imprigionano lo spirito. Il "pudore montano" si ritrae, si dibatte, fugge sempre più in alto, ma lo stupro è già in atto.

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