mercoledì 6 ottobre 2010

Mater, Filia et Sponsa Dei



Gli stranieri curiosi e colti spesso intraprendevano viaggi in Italia, - i celebrati tours , viaggi di istruzione ed educazione intellettuale e di civiltà, rovine, arte e paesaggio. Esteti, romantici assetati di bello.
Pensate un po' oggi, che differenza. Quale decadenza spaventosa da allora: oggi spaghetti mandolini e mafia.
John Ruskin fu uno di questi viaggiatori, con la sensibilità malinconica volta a cogliere il disfacimento del vero cristianesimo, chè è quello medioevale. Oggi tanto ci si vergogna -'non siamo mica più nel medioevo! - la leggenda nera ha preso il sopravvento. Persino sacerdoti e prelati condividono questo sentimento, e spesso lavorano alacri nei ranghi della modernità, per far dimenticare quel 'vergognoso' passato, anzichè rivendicarlo e andarne fieri. Ma perchè? Cosa è successo? Come è potuto accadere? Spiegazioni storiche non mancano certo, ma retiamo sempre increduli ed esterefatti di fronte a questa metamorfosi degenarativa: Requiem eternam Deo.
Spetta a noi, e a tutta quelle élites che ricercano nella solitudine la visione iniziatica della verità, che è Dio; il Dio vivente, prima di essere sepolto nelle Chiese, sarcofagi sacerdotali. el grande Requiem nichilistico della fine del ciclo. Sopra e contro i Tempi, estranei a compromessi (a che vale compromettersi?) i ricercatori della luce immortale nell'imbrunire. Contro tutti dalle sue vette sopra Mondovì, a Ormea, sulle Alpi marittime Guido de Giorgio. Di Eastman Guénon , s'è detto in precedenza, e chissà quanti altri ancora. Noi vorremmo essere con loro. Vorremmo meritarci un posto in queste gloriose e pure schiere lanciate nella più Sacra delle Battaglie. Non vorremmo essere tra gli spettatori, men che meno tra gli agenti della dissoluzione.
Ecco la nostra trincea:
Amico mio, fuggi nella tua solitudine! Io ti vedo assordato dal fracasso dei grandi uomini e punzecchiato dai pungiglioni degli uomini piccoli.
La foresta ed il macigno sanno tacere dignitosamente con te. Sii di nuovo simile all'albero che tu ami, dalle grandi fronde: tacito e attento si leva sopra il mare.
Là dove la solitudine finisce, comincia il mercato; e dove il mercato comincia, là comincia anche il fracasso dei grandi commedianti e il ronzio di mosche velenose.

Sono parole di F. Nietzsche in Cosi parlò Zarathustra, altro rifugiato sulle vette dell'Alta Engadina, in Svizzera, in qualche modo antesignano di tutti i Tracciolini che le Alpi nel suo maestoso arco, a nord e a sud dei crinali, ospitano.

Ruskin, che amava soggiornare venendo dal Nord, a Chamonix, di fronte alla facciata della cattedrale divina del Monte Bianco, ebbe modo di passare anche dalla Certosa di Pavia, per un'altra facciata. Ne dà breve resoconto, poche righe, nel suo volume autobiografico Preterita (Le ose che vanno oltre).
Vi vede il sottile e fragile traforo marmoreo, il lusso di un monumento dei Signori di Milano, sorta per un voto di Gian Galeazzo dei Visconti. Siamo lontani dai dettami rigorosi e severi, dalla sobrietà cistercense invocata da San Bernardo, ancora due secoli prima! Nessun tono entusiastico in Ruskin, ma una sottile tristezza che coincide con il vuoto in cui sono cadute le esortazioni architettoniche del Santo.
J. Ruskin

E nonostante tutto, il monastero è dedicato alla Vergine, Filia, Sponsa et Mater Dei. La dedicazione fa bella mostra di sè nel fragile intarsio marmoreo della lussuosa facciata. Una facciata sfacciata, verrebbe da dire. Ci hanno pensato le ciurme soldatesche di Napoleone a violare l'inviolabile. La soldataglia (rvoluzionaria) portatrice dei segni premonitori del Nuovo Mondo, alloggiava i cavalli nella chiesa prinipale. E nei momenti di riposo, magari bevuti, si divertivano a far saltare le teste marmoree di Santi e Profeti. Curioso questo fatto: parrebbe che Dio si sia servito della arroganza giacobina per combattere l'idolatria e per punire questa Certosa, cosi Rinascimentale e sfarzosa, cosi allontanatasi dal Pastore di Giustizia, il Cristo, tradito da una miriade di Pastori "sanza legge", e dalla sua

Sancta Maria Dei Genetrix Virgo,

Sancta Maria Mater innupta,

Sancta Maria Mater inviolata,

Sancta Maria Virgo virginum,

Sancta Maria Virgo perpetua,

Sancta Maria gratia Dei plena,

Sancta Maria æterni Regis filia,

Sancta Maria Christi Mater et Sponsa.

Come recitano alcune antiche litanie e antifonari domenicani. Non vi è da soprprendersi neppure se poi irridiamo alle Urì di cui si parla nel Corano, anch'esse vergini che rimangono vergini. E volgari allusioni si sprecano in proposito. Ma cosa pretendiamo di capire le altre Rivelazioni se non capiamo neppure più le nostre?
Anch'essa questa immagine di "gratia Dei plena" tradita. Maternità, latte mistico e abbondanza creaturale vinti da donne in carriera, agguerrite nella competizione, con mentalità maschile, altro che "Sancta Maria fons dulcedinis". Per loro il latte in polvere Nestlè o alte marche è migliore di quello naturale. Le smagliature poi, l'ingrossamento del seno. Sesso a piacere e volere, in una società erotomanica e pornografica. Naturalmente, sesso moderno, quello sterile. Il privato non si tocca è 'sacro'.
La castità, grazie a un gran dispiego di tecnica e scienza, ridotto a vecchio arnese, nell'ottica dei moderni contraccettivi.
Pensate ne valga ancora la pena di scendere a compromessi rassegnati e perdenti?
Nonostante tutto, si diceva, il monastero era stato inteso a rendere grazie per una maternità difficile. Ora si dà il premio Nobel per lamedicina all'inventore dell'inseminazione artificiale ponendo limite a Chi poteva provvedere per via soprannaturale. Della Lactatio bernardi si è già accennato.


L'abbondanza di latte, l'excessus, di cui si nutriva la spiritulità di San Bernardo è il centro della questione teologica. Dire 'Madre di Dio' sembrerebbe una contraddizione in termini. L'Eterno non ha e non può avere origine, innato ed imperituro. Ma non siamo sulla strada giusta. Se poi aggiungiamo 'Filia et Sponsa Dei', addirittura l'incapacità di cogliere le sottigliezze dell' antica Tradizione ci potrebbe addirittura a pensare a qualcosa dal sapore incestuoso. E' solo la nostra cecità, la nostra opacità visiva, opacizzata da secoli di razionalismo, illuminismo e materialismo che distorcono la retta visione. Il nostro è l'incubo moderno.
Allo spegnimento del 'Terso Occhio', si accompagna uno spegnimento fisico. Il latte mistico è ricco di energie, ma solo quando le madri lo porgono con virginale dolcezza, 'formosa' e pudica. Giudicate voi dagli effetti di quell'energia divina in San Bernardo, eletto da Dante a modello di guida nel Paradiso, il momento più altro del suo cammino; fondatore e animatore del Sacro Ordine del Tempio di Gerusalemme, i cosiddetti Templari, estensore della Regola della Sancta Militia Christi; all'assalto dell'Axis Mundi, elettore di tra Papi, Padre Apologeta, custode dell'ortodossia e della tradizione, mistico e commentatore di testi sacri, protagonista di Concilii, Doctor Mellifluus, insegnava con la dolcezza, le sue parole erano miele. E chissà quant'altro ancora. Tra le sue braccia si pose, sentendo avvicinarsi la morte, San Malachia, monaco irlandese, ricco di visioni, ma povero di ragioni, privo di presontuosi sillogismi. Prendeva lo stesso latte con cui si nutriva Gesù, l'arcangelo Gabriele-Spirito divino, lo aveva fatto scaturire dal suo seno. Vergine e madre, e Vergine allattante parlano la lingua dei simboli sacri, e invitano a modelli di trascendenza per la donna, la invitano ad emanciparsi della sua umanità, abito illusorio, per andare oltre. Non sarebbe difficile trovare equivalenti pressochè in tutte le culture tradizionali autentiche. Nei Santi cristiani autentici si poteva ritrovare l'esoterismo, le forme supreme della Verità. Nulla vieta che possano ritornare, per ricordarcelo.

Fin da quando era un ragazzo, prendevo la bicicletta e, solitario, pedalavo verso la Certosa. Mi sedevo sulle panchine di marmo del giordino antistante la facciata. Non capivo molto. Ma gustavo del miele; era nell'aria una densa bianca dolcezza che mi nutriva e mi consolava. Stare con i ragazzi miei coetanei, con il mercato, direbbe Nietzsche, non mi ha mai soddisfatto e convinto del tutto. Necessitavo di tanto in tanto di una pedalata solitaria su una bicicletta un po' grande per me. Ne usavo una dismessa di mio padre.
Allora ignoravo che stava cominciando un cammino, ma per quel ragazzino che ero, non appena potevo mettere un piede dopo l'altro anche un pochino più in alto del primo, succedeva qualcosa nel mio cuore che ancora oggi vivo, qui sul Tracciolino, tra prati smeraldo e capre turgide di latte...

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