giovedì 30 settembre 2010

Guido de Giorgio, vetta solitaria, il Tracciolino accolga il tuo Spirito.

Ci piace pensarlo cosi. Lo sguardo distaccato. Curioso, ma interessato a lasciarsi coinvolgere solo entro certi limiti, quasi a cautelarsi contro le illusioni che il prossimo può procurare. Ma anche altrettanto pronto all'entusiasmo fino alle lacrime.
Il volto arso dal sole invernale dei monti piemontesi, come succede da noi. a chi resta immobile a meditare ed a lascirasi cullare dal calore di quell'Unico centro supremo, sol invictus. Tra la neve ed un cappotto logoro, incurante dei sgargianti e un po' ridicoli abiti di coloro che oggigiorno frequentano le montagne. Quindi con uno sdrucito cappotto impresentbile in città, ma così aristocratico, meditativoe e contemplativo in montagna.


Questa figura di intellettuale scomodo, che meglio di nessun altro ha incarnato l' "inattualità"nicciana nella cultura italiana. Ma se pari nel dolore di vivere indiaferesis, cioè estrneo nel mondo moderno, in cui si trovò a vivere, divenuto pressochè totalmente profano, e dunque inospitale.
Di lui Evola ha scritto: "...aveva vissuto anche con gli Arabi, aveva conosciuto il Guénon e dal Guénon stesso era stato tenuto in alta stima ... La sia insofferenza pel mondo moderno era tale, che eli si era ritirato fra i monti, da lui sentiti come il suo ambiente naturale ... soffrendo fisicamente ogni volta che era costretto a prendere contatto con la vita civilizzata e cittadina" (Il Cammino del Cinabro, pag. 100).
A questo sconosciuto, spirito solitario, conforto di tutti i solitari che hanno eletto le Alpi per loro romitaggio, Guido de Giorgio (1890-1957), che aveva tentato una difficile opera di mediazione fra “via romana” e cristianesimo intorno a una nozione “metafisica” di Roma, dedichiamo questo ricordo, come un suggerimento iniziatico a chiunque lo voglia raccogliere. Una goccia di speranza nel deserto. Ci accontentiamo di una semplice nota di affetto e omaggio.
Aveva previsto nel suo La Tradizione Romana (concepita fra il 1939 e 1943 e uscita postuma solo nel 1973) che l’esito della seconda guerra mondiale sarebbe stato “addirittura letale per lo spirito e il nome di Roma”, tra banche vaticane, Marcinkus, Concilio modernista, i dipindi cinematografici felliniani e l'ultima sparata dell' On. Bossi, su SPQR, chi gli può negare d'essere "di virtù profetica dotato"!
Inattuale, i suoi tempi non lo meritano e non lo accolsero. Uomo sopra il tempo.

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