sabato 4 settembre 2010

La Via Lattea.

Non sempre le cose fatte a norma sono le migliori. Anzi direi, che quasi mai lo sono. La norma nasce da una sintesi di vari interessi che quasi mai, per non dire sicuramente mai, prenderanno in considerazione la tutela della Tradizione, della Legge tradizionale.
Prima di tutto perchè è più vero il contrario. E cioè che è dalla Tradizione, in quanto Verità Essenziale, che proviene o dovrebbe provenire la Norma. Per cui risulta molto fondata l'idea che sia la Legge che fa gli uomini, e non gli uomini che fanno la Legge. Insomma, la facoltà di legislazione è una prerogativa divina e non umana.
Questo suono quasi oltraggioso alla mentalità moderna occidentale. Ma le masse sono Tele-guidate, come si sa. Se ne accorgono e s'indignano quando magari qualcuno da Bruxelles gli fa sapere che deve smettere di cuocere la pizza nel forno a legna. Per non parlare di quello che la norma europea, tutt'avvolta com'è nella sua cecità burocratica, potrebbe sancire se noi si avessimo continuato a pigiare l'uva coi piedi! Orrore! Per fortuna ci ha pensato la tecnologia a rendere superata la pratica!
Ma neppure, fare il latte come lo sta facendo, questo amico margaro, scaldando la polvere nel paiolo con un camino rimasto quello da secoli, e rigirandolo per scioglierlo nell'acqua calda con la mano nuda e unghie sempre nere.



Un malinteso senso dell'igiene, teso verso assurdità maniacali, minuziosamente imposto da normative implacabili, di fatto bloccano o rendono clandestine le pratiche seguite da millenni, o comunque frutto di un aggiustamento da parte di chi pratica l'arte o il mestiere, che dir si voglia, nel modo più conforme agli usi antichi (e insisto, non 'vecchi', antichi).
Oggi è in uso l'allattatrice, chiamata anche 'lupa'. Per altro questo soprannome mette in evidenza come la mitologia non la si estirpi tanto facilmente, dopo secoli di positivismo forzoso, rispunta di nuovo la testa appena decapitata.
Questa potrebbe essere la scena che si presenta:






I piccoli vengono tolti appena nati dalla mamma affinchè non prendano la 'perversa' abitudine di attaccarsi al seno. Il margaro allatta solo i piccoli per qualche ragione sono rimasti orfani o la madre, per vari motivi, non ha latte sufficiente.Per lui la 'norma' è ancora l'Altra. Si consideri che non voglio fare una difesa di comodo. Non intendiamo assolutamente difendere per partito preso un'immagine oleografica con corrispondente alla realtà odierna. E' bene ricordare che, come tutti, i margari non sono immuni dal subire gli effetti negativi del declino ciclico cosmico, per cui anch'essi si rendono talora autori di atrocità sugli animali non meno crudeli. In genere, tuttavia, mai su scala industriale.

Le macchie nere sulla testa sono le cicatrici delle ustioni conseguenti alla decornificazione. Operazione eseguita a poche ore dalla nascita.
Ah scusate! Tralasciavo di dire che il tutto avviene solo dopo una 'de-stagionaliszzazione' per vie ormonali dei cicli mestruali naturali per ragioni di continuità produttiva. Come è ormai noto a cbi ci segue, la Macchina Infernale non si può fermare!
La 'lupa' ha una programmazione elettronica, dispensa dosi precalcolate, ed a temperatura costante. Tutto bene, comodo. Richiede solo la sottomissione di manutenzione da parte dell'allevatore al nuovo ritrovato tecnologico. Le multinazionali del latte in polvere hanno fatto credere che fosse anche migliore di quello natura. E anche le nostre donne, predisposte da una 'educazione' emancipazionista, hanno adotato in massa la pratica del cosiddetto 'allattamento artificiale. 'Il vecchio consueto metodo con cui il pastore distribuisce il latte é assai molto meno 'politicamente corretto'. Impugna un bastone per tener lontana l'avidità dal mondo.



Ora ditemi voi cos'è preferibile: un addetto schiavizzato alla macchina o la respomsabilità verso la giustizia?
Appena dopo la fine del sanguinoso secondo conflitto mondiale, sui muri della metropolitana di Londra apparve un manifesto con la scritta evidenziata a colori che recitava: “Justice towards animals must precede peace among men.” Anche in quei concitati e tragici momenti in cui i vincitori, tronfi come tutti i vincitori, erano super impegnati a distribuire marchi, meritati o meno, 'criminali di guerra' i vinti, essendo i vincitori immuni per definizione dalle atrocità di guerra, e ad imporre la loro visione delle cose, c'era chi non dimenticava l'ordine giusto con cui si devono vedere le cose. Prima la giutizia tra le creature nella loro generalità, e solo dopo la pace tra gli uomini, i produttori di macchine. Non può darsi pace tra gli uomini se i mattatoi e gli allevamenti intensivi 'ad alto contenuto tecnologico' funzionano a pieno regime. Il latte si trasforma colpevolmente in sangue, e scorre copioso lontano dai nostri occhi.
La sensibilità verso gli animali, e tra di loro quelli più deboli a maggior ragione, dà la misura del grado di civiltà con cui gli uomini regolano la loro convivenza.
Prego si accomodino. Buon appetito, il pasto è gentilmente offerto da Fininvest, sindacati e partiti plaudono alla tanto agognata ripresa dei consumi e del benessere sociale equamente distribuito.



Concludo. Pochi giorni dopo che il coraggioso imprenditore, coadiuvato da uno staff di zootecnici e veterinari, aveva iniziato la sua attività, cui queste foto si riferiscono, sulla facciata immacolata del suo capannone nuovo di zecca, con spray rosso e a caratteri cubitali, nottetempo, una mano rimasta impunita scrisse: "Basta coi Lager! Bastardi!".
Ed è così che la tragedia finisce in farsa.Intervengono le forze dell'ordine. Pare si stata opera di 'animalisti' militanti. Ho sentito il dovere di manifestare solidarietà con quella persona che aveva intrappreso quell'attività, vendendo un bar e giocandosi il ricavato per dedicarsi alla passione della sua vita, allevare capre. Certo, come il mondo moderno lo concepisce e propugna. Ed infine ne subiva le beffe! Naturalmente lui prosegue con la sua attività e mi ha, con gentilezza, fatto capire che non ero ben gradito nella sua stalla. Nulla di personale, anzi, però con i miei scarponi di montagna ai piedi avrei potuto esser un involontario portatore di batteri e virus terribili per un allevamento intensivo, qui l'equilibrio igienico-tecnico ha reso tutti, uomini ed animali, molto fragili. Non è come dai noi, lassù, rudi montanari, con capre al pascolo quotidianamente e stalle di cui nessuno s'è mai chiesto quale fosse la temperatura giusta, il grado di umidità, le volumetrie dei ricambi d'aria e i metri quadrati di superficie per capo di bestiame. Avrei dovuto mettermi dei copriscarpe sterili di plastica usa e getta. Dall'altro lato, gli 'animalisti' senz'anima continuano a professare le loro forsennate ideologie. Con una loro coerenza, estendono la loro amata "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo", massonico-franco-anglo-americana che in realtà esprime solo la negazione del Diritto di Dio a legiferare sugli uomini, la estendono anche agli animali. Forse non lo sanno, ma le Scritture Sacre tradizionali ci riferiscono che anche gli animali e persino le piante fanno le loro preghiere. Scommetto che questi animalisti, epigoni ed emuli dei sans culottes , senza berretto frigio e coccarda tricolore, ma con un più aggiornato spray rosso, non amino la fatica di pulire una stalla o di mungere un animale. Il freddo dell'alba antelucana sopra i 1500 metri d'altezza anche d'agosto, senza corrente e lavarsi con l'acqua pura ma gelida della sorgente. Penso che sia più semplice giudicare per poi passare al beau geste della protesta, al brivido estetico della catarsi, per altro illusoria, della contestazione tanto globale quanto rivoluzionaria. Nulla da obiettare per costoro se una sentenza di un tribunale di guerra, Norimberga, intentato dai vincitori e quindi ingiusto per definizione, si travasi poi nei codici penali dei paesi vinti molto, ma molto prima che si attui la giustizia verso gli animali. Ma alla fine, magari contro voglia snobisticamente, partecipano a quelle kermesse del consumismo, cateddrali del cibo massificato e industrializzato, senza qualità territoriali specifiche, che sono quei grandi centri commerciali, in cui tra l'altro si trova il formaggio caprino fresco in tutte le stagioni. Anche se, in teoria, nulla vieta che dalle realtà locali, come ad esempio le marghe, arrivi giù un prodotto autentico.
Per ironia della sorte, uno di questi centri si trova non molto distante da dove sorge la nuova stalla. Lo rifornisce lo stesso allevatore che essi hanno contestato. Nel rispetto di tutte le normative europee, formaggi sterilizzati e provvisti di tutte le garanzie igieniche. Come sempre, gli estremi si toccano, ed insieme rendono possibile ed accettabile questo sistema.
Unica vera alternativa, ma scomoda, inattuale, che tutti si riprenda 'la Via Lattea' della montagna, delle marghe, delle piccole produzioni famigliari. Lassù Dio vi ha lasciato gocce di latte persino in cielo, appunto la Via Lattea celeste, ed è di questo che dovremmo nutrirci. Dai pascoli alpini, la si vede bene nelle notti serene, nitida come un fiume di latte, conforta quei silenzi che non siamo più abituati ad ascoltare.
Nel frattempo, perchè ce ne vorrà del tempo, Bruna, che in questi giorni sta per diventare mamma, se Dio lo vorrà, come ha fatto da piccola nelle nostre stalle vecchie e sporche, delle gigantesche poppate alla nostra salute ed alla faccia di tutte le moderne 'lupe', così farà anche con il suo capretto futuro prossimo primogenito ... non mancherò di farvelo sapere!

1 commento:

  1. Bel post Franco. La concorrenza degli allevamenti industriali ha rovinato l'economia delle nostre montagne. La montagna, almeno parlo per il mio Pollino, viveva di pastorizia e agricoltura. Erano produzioni di nicchia che bisognava solo rendere più produttive, e non nel senso di trasformarli in attività industriali ma di offrire loro dei canali per commerciare prodotti davvero genuini. Sono d'accordo con te: la burocrazia e una presunta normativa igienista strangolano l'iniziativa dei pastori che ancora oggi lavorano nella maniera "tradizionale". Non si può vendere nulla se non hai permessi e autorizzazioni(pagati a caro prezzo). E il paradosso poi è che chi è in regola commercia nei supermercati cibo scadente e avariato e frutto di sofferenze indicibii agli animali. Ad un mio amico della mia stessa età hanno fatto abbattere tutte le mucche per la brucellosi: risarcimenti irrisori. Ha quasi chiuso l'attività. E poi ci dicono che noi giovani dovremmo aver più stimolo imprenditoriale. E' vero: c'era più umanità nel mondo contadino di un tempo, quando le bestie erano libere di pascolare sulle montagne. La carne e i prodotti caseari erano migliori e gli animali liberi di pascolare. Invece di aiutare pastori e allevatori i politici parlano di turismo e Grandi Attrattori, e deturpano le nostre montagne con strade e altre cattedrali nel deserto (fatti un giro nell'altro mio blog pollinowild.blogspot.com per un assaggio).
    Il pastore, soprattutto se anche contadino, era un individuo "colto", perchè ereditava le antiche tecniche e conoscenze. In proposito parlo sempre di "cultura del territorio". Reputo mia madre ad esempio molto più colta di me, io conosco la sociologia ma lei la cura dell'orto e l'allevamento di galline e conigli: quella non era sapienza? Che dire: il capitalismo è una dittatura feroce che purtroppo condiziona le nostre vite. Ci fa abbandonare i territori, ci rende schiavi dell'"andamento del mercato". La questione non è la democrazia, ma che viviamo in una democrazia di facciata, dove a comandare sono le grandi multinazionali della distribuzione.
    Animalismo. Gli animalisti sono mossi da buoni intenti ma spesso sono dei cittadini che hanno una profonda ignoranza sia del mondo rurale che del mondo naturale. Ad esempio, per restare in Italia sono contrari ad ogni costo alla caccia, quando in alcune aree strapiene di cinghiali e caprioli questa darebbe un contributo positivo anche al riequilibrio dei cicli naturali (oltre ad aiutare gli agricoltori). Cadono in contraddizione: sono contro l'abbattimento di mammiferi selvatici e non sono mai contro la pesca (ma quelli non sono animali selvatici?). Proprio perchè non hanno afferrato la natura ciclica del mondo naturale dove l'uomo non dev'essere un estraneo, ma un partecipante consapevole.
    Un piccolo aneddoto.L'altro giorno ho chiesto a mia madre di farmi uccidere e scuoiare tre conigli (che alleviamo) destinati al macello. Mi sentivo un ipocrita a rifiutare la violenza quando a tavola il coniglio cucinato non lo rifiuto. Certo non è bello vederli soffrire ma il contadino bravo è colui che uccide più velocemente possibile.Si può essere animalisti anche così.
    Certo, è la spiritualità che è importante. Io non la chiamo così, la chiamo elevazione interiore, amore per l'ideale, ma penso che (nonostante tutte le diferenze che possono esserci tra noi) stiamo parlando della stessa cosa.
    Un caro saluto
    Indio

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