domenica 22 maggio 2011

Sopra la banca lo Stato campa, sotto la banca lo Stato crepa







Usura: prestito o mutuo del denaro o di una res cosnsumptibilis a interesse o pagamento, per l’uso del denaro o della res stessa. L’etimologia è uso o consumo, ossia mi devi pagare anche il consumo o il suo uso. Onde se ti dò 100 lire dopo un mese mi dovrai 100 + 10 lire.


L’usura per san Tommaso (S. T., II-II, q. 78, aa. 1-4) è peccato contro la giustizia commutativa (che obbliga al contraccambio equivalente, se ho ricevuto 100 kg di oro debbo solo altri 100 kg di oro, né più né meno). Per Platone, Aristotele, Catone, il Codice di Giustiniano, i Padri latini e greci, san Tommaso e gli scolastici, il denaro non è una cosa produttrice ex natura sua di nuovo valore. Per la modernità, invece, il denaro è una res che per sua natura produce altro denaro.

Li itiamoci a ricordare solo cinque concilii ecumenici (Lateranense III, IV, V, Lugdunense II, di Vienne) hanno condannato l’usura. Benedetto XIV, enciclica Vix pervenit 1° novembre 1745 ha confermato le leggi precedenti. «Dal prestito, per sua natura, si esige che sia restituito solo ciò che fu prestato. Se si chiede più di ciò che si prestò, pretendendo che oltre il capitale sia dovuto un certo guadagno in ragione del prestito stesso, vi è usura.

Secondo la Teologia Scolastica solo due fonti possono dare lucro lecito: la natura o sostanza (albero da frutta, casa, terreno); e il lavoro (seminare, irrigare, mietere, potare, raccogliere). Anche Dante riprende tale concetto “E poiché l’usuriere altra via tene, per se natura e per la sua seguace [industria o lavoro]/ dispregia, poi ch’in altro [guadagno per l’uso del denaro prestato] pon la spene” (Inf., XI, 109-111).



La civiltà tradizionale, anche quella cristiana medievale occidentale, ma non più quella moderna che cristiana non è - avendo il 'Pastor di Roma' e i dignitari suoi in prima fila, nella loro generalità, tradito il Kristo, si curano solo dei 'vivagni' loro - esalta il lavoro, i laboratores, in una tripartizione affine all'uso indo-ariano.

Detto per inciso, gli scalpellini , i pica pere, della Val Cervo, derivano senza dubbio da questo lontana parentela massonica operativa, marcatamente corporativa.

Il sistema delle caste e delle corporazioni, artes o collegia, costituivano un invalicabile baluardo contro la disgregazione sociale e morale apportata dall'usura.

S'è parlato del 'ricatto economico' in precedenza, denna ;urgenza e improcrastinabilità di misurarci con senso virile di impegno e coraggio, ebbene ecco queste sono le radici intime del male, l'idra che il guerriero dovrà sconfiggere.

Il montanaro-guerriero dovrà cercare l'indipendenza dal denaro, dalle sue subdole metastasi; ricercare l'autosussistenza, il baratto, la felicità della speranza di poter assaporare la libertà. Libertà che ricrea e ridona la nostra dimensione originaria.

«L’unico onere imponibile nel mutuo è quello della restituzione del denaro nella stessa quantità in cui fu ricevuto, […] traslazione del dominio egratuità dell’uso. Violando questo si ha l’usura» (F. Roberti-P. Palazzini, Dizionario di Teologia Morale, Roma, Studium, 6a ed., 1968, 2° vol., p. 1738).

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