mercoledì 1 giugno 2011

Benvenute al Tracciolino!

Benvenute sul Tracciolino dello Spirito!
Sono arrivate altre tre compagne di avventura, si sono subito sistemate sui prati del Tracciolino. Sono due agnelline comisane-sarde e un agnello biellese.
L'accoglienza che le capre hanno riservata loro non è certo stata delle più festose, ma non è poi stata così drammatica. Quello che ha avuto la peggio è stato l'agnellone biellese, che, dopo qualche ora, zoppicava vistosamente. Credo sia stata la Bruna o l'Augusta che più si sono risentitite dell' 'invasione'. Sembra che, di queste tempi, non siano le sole ad accusare problemi di invasione. Una differenza è che per fortuna non sono profughe da nessuna guerra, e non sono avventurosamente sbarcate da un gommone.
Sono state portate, molto più prosaicamente, da un allevamento qui vicino. Provengono dalla fattoria della Claudia, dove abilità, sacrificio e voglie alternative, alla fine si convertono in ottimi formaggi.



Alessandro ne ha assaggiati qualcuno e ne è rimasto entusiasta. Per ora ci servono per pulire l'erba dei prati, ed in ciò sono impareggiabili. Muso a terra, si sono messe subito al lavoro col bello o brutto tempo. Dopo un paio d'ore non si erano allontanate di molto, ma erano ancora all'opera.
La mansuetudine personificata! Abituati come siamo alle capre, irrequiete e curiose, più affini allo spirito umano, ci sembrano strane, il senso di pace che promana da loro richiede un attimo di adattamento. Il bellicoso essere umano decisamente non ci è abituato.

Sono d'accordo con Claudia e con suo marito, che appena possibile mi 'presteranno' un loro montone di buona razza, prima di liberarsene, per la normale turnazione. E così speriamo che ci potranno dare un domani anche qualche agnello e del latte.

Quanto all'agnellone biellese è di taglia troppo grande, più da carne e lana, che non latte. Così penso che al sopraggiungere della pubertà, con un certo dispiacere, dovremo trovargli una buona sistemazione presso qualche amico.

In queste giornate umide e piovose, si trovano a loro agio, il loro manto le protegge ottimamente da pioggia e freddo, ma forse è prudente non abusare della loro resistenza, vista anche la giovane età, e sto predisponendo uno spazio-ovile nella stalla, separato dalle capre.

Il lavoro non manca, e dunque siete tutti invitati a 'dare una mano', a trascorrere una mezza giornata diversa, lontani materialmente e spiritualmente dalle città. A scendere da quel treno impazzito che corre verso il Nulla, anche se tutti fingono che abbia una meta e alla guida vi sia un manovratore con idee chiare sul da farsi!

3 commenti:

  1. Complimenti per il nuovo "acquisto"... Quand'ero piccolo avevamo una decina di pecore (mi pare fossero bergamaschi di razza). Ricordo in particolare due agnelli, a cui avevo dato un nome: uno era fiocco, l'altro ciuffetto... erano pezzati, bianchi e marroni. Da ragazzino le andavo sempre a prendere al recinto dove pascolavano, per condurli alla stalla vicino casa... Ho assistito anche a qualche parto, ricordo in particolare una notte in cui vidi nascere due agnellini...Erano bei tempi quelli...
    Ciao...

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  2. Grazie Indio per il tuo commento. I ricordi d'infanzia ci ampliano la vita presente e l'arricchiscono di quei "bei tempi"....che tornano così a rivivere.
    I ripescaggi che a volte nella memoria, di cose sepolte, appaiono sempre aneddoti ricchi di un profuno antico, di un sud italiano, come me lo lasci immaginare, nobile ricco, compatto socialmente, solido moralmente come la roccia. Mi riportano il sapore di quelle lontane letturt giovanili di Ernesto De Martino.
    Il confrondo con il degrado moderno ci umilia e addolora tutti.
    So che torcerai il naso, mi sembra di vederti, ma ricordi Pasolini a Sabaudia o Latina? La democrazia....(ma non solo quella cristiana). Il Ventennio non ha potuto incidere devastante, così profondamente nel tessuto civile millenario...quanto - come sosteneva Pasolini - sessantacinque anni di democrazia...anzi, aggiungerei, ha cercato, senza riuscirci, di difendercene, o no? Ora non si fa neppure quello. Anzi... i barbari democratici ci lasciano solo brandelli di sogni, e i tuoi bei ricordi... non farcene mancare anche per il futuro!

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  3. Grazie Franco, pur avendo punti di vista diversi, non storco il naso, anche perchè hai citato Pasolini e De Martino due "grandi" autori che da sempre ammiro. Pasolini aveva ragione, da intellettuale di sinistra ma indipendente (a modo suo un po' anarchico), aveva compreso che il capitalismo industriale stava distruggendo quei "vari modi di essere uomini" che nemmeno il fascismo era riuscito a scalfire nei suoi intenti di creare l'uomo nuovo di un'Italia omologata agli ideali nazionalistici. Lo conosco bene il video di Sabaudia... Pasolini fu anche incompreso da altri intellettuali (vedi Sanguineti). Alcuni ritennero che la sua fosse una difesa reazionaria, in fondo "borghese", di natura estetica, della cultura popolare e quindi dell'arretratezza storica. Il problema è che molti sconvolgimenti del tessuto sociale del capitalismo postbellico sono stati quasi connotati come "progressivi", secondo la ben nota impostazione dominante anche in certa sinistra, secondo la quale scienza, industria e tecnologia apportano solo mutamenti positivi. Positivo l'abbandono del territrio, l'emigrazione,la destrutturazione degli antichi mestieri? Si sono visti i danni dello sviluppo industriale, soprattutto al sud, sull'ambiente e sull'identità meridionale, che era fondamentalmente agricola, pastorale, relativa agli immensi beni storici, architettonici e paesaggistici. Oggi si è ripensato alle vecchie impostazioni, anche se è un po' troppo tardi. Sarebbe anacronistico e anche sbagliato pensare di tornare indietro, ma non è sbagliato (anche se è oggi uno sforzo titanico) ripensare a nuovi modi di vivere che recuperano il senso della comunità solidale legata ad un territorio e alle sue peculiarità... fuori dalle logiche che ci vorrebbero individui atomizzati e schiavi di tendenze culturali modaiole...fuori da quel "nuovo fascismo" della civiltà dei consumi che vorrebbe devastare ogni forma di resistenza morale, che fortunatamente, ed è questo un aspetto positivo, comunque sopravvive...
    Indio
    Un caro saluto...

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