domenica 18 marzo 2012

Storicizzare è meglio che reprimere.



Ma si, forse è meglio così. Ma si, a cosa serve leggere oggi? Non c'è la televisione? A cosa serve, in un'epoca di bonismo coatto generalizzato, parlare ancora di 'giusto castigo'? Non è un anacronismo?

Togliamo Dante dai programmi scolastici della scuola pubblica. E vediamo cosa succede. Probabilmente proprio nulla. Non succederebbe proprio nulla.

Perché?

Brevemente, la risposta potrebbe essere la seguente: Dante, in realtà, non si è mai insegnato! Il vero Dante, quello che si scopre 'maestro spirituale', quello che insegna la 'dottrina segreta', la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani (Inferno IX), quello che pro-voca, cioè mette in risonanza voci non più familiari alle nostri menti moderne, ha subìto una sorte matrigna, e negletta ha attraversato i secoli...

Giustamente le femministe si scagliano contro quella Beatrice, così prona ai desideri del maschio. E le invettive contro gli omosessuali e gli ebrei, sodomiti ed usurai perfidi? E che ci fa Maometto all'Inferno? Contro il denaro, poi... in tempi di bancrazia... Cose d'altri tempi. A dire il vero anche contro un sacco di altre tipologie sociali, non so mettiamo ad esempio ignavi, infedeli, lussuriosi, golosi e suicidi, ma questi ultimi e molti altri ancora, non godono di alti protettori mondialisti che ne rivendichino diritti e legittimità, che ne facciano altrettanti stendardi di modernità.

Seduttori sferzati da demoni e adulatori tuffati nello sterco? Ma stiamo scherzando? Via! Via! Ma vorresti mica educare i tuoi giovani a simili remore ricolme di pregiudizi illiberali? Vorresti mica imporre la 'tua' morale a tutti e farne un obbligo? Comprimere la libertà altrui?


Non c'è bisogno che reprimende tanto severe da parte di organizzazioni accreditate presso le alte assise del governo mondiale, leggasi ONU, del tipo di quelle formulate da "Gherush92", ente promotore di 'cultura' - mi si passi l'espressione - mondialista. Qualcuno presume si tratti di un'associazione ebraica, ma c'è da credere che si tratti dei soliti complottisti. "Riteniamo sia importante difendere usi, tradizioni, minhagim secolari, che fanno degli ebrei comunità uniche al mondo" recitano nei loro programmi. Agli altri, ai goym, sta bene ogni sorta di promiscuità, sessuale, razziale, culturale e sociale. In campo economico poi...come è ben noto solo l'idea di imporre limiti al (monotesimo)  del mercato suona come un'assurdità, anacronistica, appunto. Basta sincronizzarla allora, storicizzare è un ordine di scuderia degli intellettuali progressisti, profumatamente pagati, va da sé.

Si coglie qui tutto il peso del termine 'inattualità', tanto caro a Nietzsche. Vogliamo ricordare le sue "Considerazioni inattuali"? 

La rotta su cui si è incamminati invece è totalmente di verso contrario. Si sa, Dante grande gloria nazionale, un intoccabile. Ma no! Invece togliamolo di mezzo, togliamolo dalle mani di soporiferi professori per narcotizzati alunni da cuffie hi-fi, ipod ed altre marchingegni cerebroletali. A che serve? E invece no! Una gloria nazionale, presidio di laicità e sublime poesia, inventore addirittura della lingua italiana. Chi non ricorda Benigni e le sue baracconate massmediatiche? Non vi siete mai chiesti come un materialista possa pontificare sulla Vergine Maria? Un pifferaio ideologicizzato fa di Dante un democratico ante litteram

Storicizzare significa semplicemente: il divino poeta mostra segni di appartenere al suo tempo, è quindi normale che condivida i 'pregiudizi' della sua epoca. Tolto questo...è un cavallo di razza, sia detto senza offesa per nessuno. Un classico. Schiere di illustri critici si sono allineati al verbo progressista. Cosa volete, ha avuto la disgrazia di vivere nell'oscuro Medio Evo - come dimenticare l'illuminato Umberto Eco del In nome della rosa? Alla rosa mistica il nostro fiorentino di nascita riserva ben altre prospettive.
Ma che dire se persino la Chiesa ripudia e chiede scusa per essersi ritenuta 'infallibile'! Un tolemaico-aristotelico... ma per il resto!

Noi molto più modestamente non possiamo dimenticare quanto Dante stesso dica nella lettera a Cangrande rivelando la sua naturale e ovvia antimodernità e antidemocraticità: "Non è consentito a noi, che possiamo conoscere quanto di ottimo è in noi, seguire l'esempio della massa, della quale, anzi, dobbiamo correggere gli errori." 

Malefico paternalista, ma perchè una buona volta non si fa gli affari suoi? Così potrebbe pensare il coro. Oh certo, un'iniziativa come quella presa da questo 'organismo ONU', lo stesso che avvalla poi le 'guerre preventive', suscita reazioni di avversione o di difesa storicizzante più che prevedibili. Ci si potrebbe chiedere il perchè venga riproposta ora.
Si possono formulare solo congetture. Dante piu di altri fu colui che vide in fatti a lui contemporanei una loro 'inattualità', un loro significato atemporale, sovra o meta.storico. Cosa vide?

Veggio il novo Pilato sì crudele,
che ciò nol sazia, ma sanza decreto
portar nel Tempio le cupide vele.

Vide quel Filippo IV, re di Francia, detto il Bello, che indebitato e sull'orlo della bancarotta, in default, diremmo oggi, mettere in atto un processo pilotato e di incameramento della ricchezza dell'Ordine dei poveri cavalieri della Santa Militia. Di coloro, cioè che controllavano Gerusalemme in piena combutta col 'nemico musulmano' e come se non bastasse, contrastavano con nuove attività bancarie quelle che dominavano in Europa, presso cui la cristianità andava sempre più indebitandosi. Più 'inattuale' di così!


In forma di candida rosa - non certo quella di Eco - mi si mostrava la militia santa. E Bernardo di Chiaravalle, il santo mistico dell'amore virginale mariano - non certo quello di Benigni - nonchè ispiratore dell'Ordine monastico-cavalleresco, estensore della sua regola, spirito ad un tempo contemplativo e combattivo, fu scelto da Dante a duce ultimo, succedendo a Beatrice,  per condurlo alla suprema visione dell'eterna pace.

Anche il parassita si deve preoccupare che il suo ospite non perisca sotto il peso delle privazioni. Poichè non potrebbe più servirsene. Sembra si stia parlando dell'Europa di oggi, eterodiretta dalla finanza internazionale, talmente sfittica che i suoi aguzzini si preoccupano che non soccomba. Come potrebbe altrimenti combattere le loro battaglie come fu per Filippo? Comunque soo cosa i altri tempi. Ora non succedono più!

Ci piace ricordarlo nella sua ieratica toga rossa come la fiamma, come lo ritrae Botticelli, rinascimentale non estraneo al richiamo gnostico, alla polisensa e allegorica vision di Dio. Combattivo, fuori e contro il tempo storico, ovviamente. Fedele d'Amore, nel gesto di invito ad andarlo a riscoprire... ma questa volta tra gli scaffali impolverati di qualche biblioteca, ci raccomandiamo magari cartacea, magari in qualche vecchia edizione scolastica, ma mai più sui banchi di scuola, anathema sit!








Gherush 92

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