L'unica
cosa a cui mi fa pensare la nascita del 'royal baby' di quella
monarchia canditata a monarchia mediatica universale del NWO è la storia
narrata nel film Rosemary's baby, dell'autore ebreo Polansky. La
nascita di un evento diabolico.
La fama e la notorietà come veicolo satanico. La martellante propaganda mainstream sugli eventi 'privati' della famiglia reale inglese, casa sotto le cui insegne i trafficanti dell'usura e della finanza già nel '600 istituirono e collaudarono della prima banca nazionale.
Monarchia seicentesca che si separa da Roma, e nel contempo saccheggia i saccheggiatori dell'oro indoamericano. Una regina vergine di nome Elisabetta ancora circondata da maghi, filosofi e scienziati si ammanta di un fascino mitologico, a questo punto anch'esso 'piratato' e proposto da vera dinastia-madre alle dinastie minori o secondarie, quelle nazionali d'Europa, che hanno perso il vezzo parodistico di ambire all'Universalità.
E dopo i pirati dell'oro, l'altro affare secolare, l'olocausto degli olocausti, il commercio di carne umana dall'Africa. Prototipo dell'accumulo per lo slancio industriale e capitalistico (tessile) che di lì a poco prende piede, sempre in Inghilterra. I commercianti? Sempre loro, gli stessi. Informatevi.
Il mito di Diana, intendo la dea non l'eroina della soap opera data in pasto al circo mediatico per il basso ventre delle masse e schiantatasi contro un pilastro, si presta a queste ambiguità tra la verginità ed il suo opposto. Newton ne celebra la 'solarità'. Bruno canta le virtù virginali che spadroneggia sui vasti oceani coloniali. La reggia di Caserta ne celebra la storia nei marmi delle sue fontane. Il sacco materiale e spiritualmente del mondo si copre di lustrini.
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