LA CATASTROFE.
"Oggi è il giorno 25 dicembre dell'anno 2002 dell'Era Giudeo-Cristiana.
I cattolici celebrano la nascita del Bambino-Dio che chiamano esù e che
sarà poi il 'Kristo'. Per quasi venti secoli ciò è stato imposto, è
stato sostenuto, è stato creduto. Per quelli che nacquero e vissero in
questa credenza sembrerebbe impossibile pensare che non fu certo, che
nulla di tutto questo accade, che quell'edificio-tempio millenario si
costruì sopra una menzogna accuratamente elaborata nei suoi inizi e poi
modificata e proiettata per mezzo dell'Archetipo.
Ed è precisamente
ora, dopo duemila anni dall'aver imposto al mondo ariano d'Occidente il
più terribile senso di colpa per l'assassinio di un 'Uomo-Dio' e, nel
suo nome, aver distrutto antiche culture e civiltà pagane, qui in
America e in tutto il mondo."
M. Serrano , Il figlio del vedovo, Mlano 2005, pag. 11.

L'idea della "Catastrofe" risulta difficilmente comprensibile, un'idea che dà le vertigini. Un effetto inscindibile dalle acquisizioni in cui siamo stati cresciuti, 'educati'. La stessa sensazione di capogiro che si prova alle prime letture di René Guénon, definito da qualcuno un nazista senza Panzer. A tal punto porta il rischio di rigetto delle proprie convinzioni inculcate in noi fin dall'infanzia, la vertigine provocata dalla sola idea di dover procedere ad una eventuale revisione, come ad esempio quella del progresso continuo e lineare, di tutte le idee incentrate sulla speciale superiorità autoriconosciutasi dall'Occidente su tutte le altre civiltà, verso le quali ancora oggi cerca di imporre le sue vedute, ed ancora oggi, mentre scriviamo, cerca di annientare nel momento in cui si confermano nella loro diversità.
Occorre affrontare con spirito di coraggio la vertigine, quella della 'Catastrofe'. Non cedere alla nausea e al malessere che provoca. Una vera e propria prova di coraggio iniziatico che occorre affrontare. Solo a questa condizione si dischiuderanno i tesori inestimabili racchiudsi nella scrigno della Tradizione.