giovedì 29 aprile 2010

GIOCARE A FARE GLI DEI

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Sorte ben più triste è quella dell’Ibex dei Pirenei, una capra di montagna la cui specie è stata dichiarata estinta nel 2000, quando l’ultimo esemplare, una femmina conosciuta con il nome di Celia, è stata trovata morta dalle guardie forestali, con il cranio fracassato, sembra a causa di un albero che le è caduto addosso.

La specie di Celia era diffusa in Spagna e sui Pirenei francesi, ma per tutto il XIX secolo è stata intensivamente cacciata, fino a ridurne la popolazione ad un centinaio di esemplari. Solo nel 1973 sono stati dichiarati specie protetta, ma già nel 1981 ne rimanevano solo 30 esemplari, nel parco nazionale di Ordesia.

L’anno prima, il dottor Jose Folch, del Centro di Tecnologia e Ricerca Alimentare di Aragon (Saragozza), aveva prelevato dall’orecchio di Celia un campione di tessuto, tenuto sotto conservazione in azoto liquido.
Proprio da questo campione il team del dottor Folch, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Ricerca dell’Agricoltura di Madrid, ha estratto il DNA degli ibex dei Pirenei che, tramite un processo – di trasferimento nucleare – già utilizzato per la pecora Dolly, è stato successivamente inserito negli ovuli prelevati da capre domestiche. Dei 439 embrioni prodotti, 57 sono stati poi impiantati in femmine surrogate, e tra tutte queste solo 7 hanno avuto una gravidanza. E da queste sette, solo una ha partorito un piccolo cucciolo femmina di ibex, o bucardo, come viene comunemente chiamato.

E’ la prima volta che un animale estinto viene clonato. Ma purtroppo l’euforia non è durata molto: il piccolo è morto dopo sette minuti a causa di complicazioni respiratorie, probabilmente causate da debolezze intrinseche del DNA utilizzato. C’è anche da dire che questa tipologia di decesso sembra essere piuttosto comune negli animali clonati.

Commenta Jose Folch: “Il neonato era geneticamente identico al bucardo. In specie di questo tipo, la clonazione è l’unica possibilità di evitare la loro completa scomparsa.”

Come dire: "L'operazione è andata bene, ma il paziente è deceduto!"

Non sarebbe meglio evitare di provocarne l'estinzione? Non sarebbe meglio "acculturarci", noi che ci riteniamo tanto "civilizzati" al punto da voler propagare su scala mondiale la nostra civiltà, anche a costo di imporla con la guerra! Dotiamoci di una spiritualità permanentemente, questa si in guerra contro il materialismo e le metastasi che si sono irradicate nella nostra anima.
Se fossimo capaci di debellare questa mostruosità che accampa dentro di noi, forse un giorno saremo capaci di evitare di costruire nuovi mostri....
Riporremo le nostre speranze di salvezza ancora nella scienza?
Siamo certi che non stiamo confondendo il male con il rimedio?


Per ulterori dettagli si veda:
http://www.neurogrill.net/?p=879#comments
http://www.edicolaweb.net/oltre02a.htm

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