domenica 14 agosto 2011

Due fiocchi rosa al Tracciolino!






Verso le 18, il cielo cominciava a minacciare pioggia. Ed in effetti due gocce si sono fatte vedere. Complice le previsioni meteorologiche che ci promettono pioggia e nubi per tutta la notte, ci affrettiamo nei lavori.

I muratori in fretta tirano i teloni per coprire e proteggere dalle infiltrazioni la casa - anche se di domenica, oggi hanno lavorato normalmente -, casa, vi lascio pensare, ancora senza tetto.
Copro la motofalciatrice sul prato. Poi cendo e mi reco al recinto per far rientrare gli animali. Rientrano tranquille, mangiucchiando qui e là.

Mi rendo conto che manca la Bruna. Strano, ma mica tanto.

Sapendo che era prossima al parto, ho subito pensato che fosse stata impedita da impegni superiori. Scendo al prato sottostante che ora ospita il recinto percercarla, e la vedo appartatasi in un cantuccio tranquillo e isolato in compagnia di due nuove creaturine. Scendo di corsa ed eccitato quanto mai. Tra placenta, cordoni ombelicali, materiale organico vario e sanguignolento, vedo la Bruna che, tranquilla, si sta leccando le sue due nuove figlie. Grande la Bruna, che con la complicità della Mater nigra, ha messo in scena il meraviglioso spettacolo dello sbocciare della vita. Stupefacente e misterioso, sempre circonfuo da un'aura di gioia e di solennità. Grandi eventi si combinano e lambiccano per dar luogo ad uno spettacolo mirabolante. Non privo di aspetti inquietanti, il venire nel Divenire. Lo sfratto dall'Esssere.



Sono due femmine! Per ora non hanno ancora un nome.

Il loro manto è una storia genealogica. In prevalenza nere come il padre, il giovane Adolfo. Una con pennellate bianche sul musetto, ricordo della nonna materna, che era totalmente bianca, ma non saanen, una meticcia bianca. L'altra con fiammate marron, a ricordo del nonno, Nino si chiamava, ed era un bellissimo becco camosciato. Entrambi i caratteri sono stati ereditati da Bruna, in una sintesi cromatica armoniosa.

Credo sia fiera di come sono andate le cose. Ed anche noi felici. Ora li lascio sul prato, tranquille e da sole, si abituino seconto le regole non scritte della Grande Madre Nera in perfetto silenzio e pace. Prima del calar del buio, le farò rientrare. Ma solo perchè i metereologhi prevedono pioggia. Se cosi non fosse stato, li avrei lasciati fuori, con l'arrivo della scura notte, si sarebbe coerentemente compiuta l'opera in nero, la nigredo, la magia del Tracciolino.



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