venerdì 5 agosto 2011

L'ammonimento del Canto V, 73-85.



Si può scrivere per vanità, per brama di gloria, per necessità di carriera universitaria, publish or perish, per noia. Raramente per guadagno, vista l'esiguità delle cifre in gioco. Mai assolutamente, in età moderna, qualcuno più si azzarda a dire che scrive perchè medium, cioè mezzo ispirato da una forza superiore che lo trascende.

L' io dell'autore si prende tutto il campo dell'ingegno, pachiderma narcisistico e obesità onnivora.

Non è di certo il caso delle poche parole che mi piace porre al centro dell'attenzione. Dante Alighieri, ancora una volta. Massacrato dalla scuola, dell'obbligo in primis, ma neppure gli altri ordini, universitario compreso, si sottraggono allo scempio. Lui può tranquillamente ammettere "Così Beatrice a me com’ïo scrivo", una voce femminea mi spira dentro, riferisco solamente.


Nel tempo oscuro che viviamo, dove una crisi totale si sta abbattendo sull'Occidente, dove i rimedi, qualora si possano concepire, sono talmente radicali e di una porta straordinaria da farli sembrare irraggiungibili. E, in una prospettiva senza rimedi, la prima vittima a cadere è la speranza.

Cade la speranza quando questa crisi ci dice che le sovranità nazionali valgono meno di fuscelli nella tempesta, "come penna ad ogne vento", quando l'ingarbugliamento della matassa è tale da farci temere delle nostre capacità di resistervi.
Dow Jones, nasdaq, agenzie di ratings, spread, futures, debito sovrano. Così suonano le armate dei nuovi barbari, distruttori dell'Antico Ordine, custode della preziosa Parola e Legge. Banche e Borse, FMI e BCE, macabri pifferai di una folle corsa vereso il Nulla. E paion tutti pronti a suggerire rimedi. Chi propone, 'finalmente', una finanza etica, ossimoro risibile, in realtà il lavoro è e resterà ancora a lungo negletto e odiato peggio di Madonna Povertà, in ispecie per noi latini, traditori dello spirito corporativo.
Qualcun altro propone invece di aver sangue celtico-padano e riscopre, all'ultimo momento, i valori seri del lavorare con piacere, riflesso dell'attività creatrice, dell'onestà, della dignità, per contro al mercimonio imperante, corruttore, degradante, in ogni ambito della vita moderna. Crede di vedere nello straniero, in generale, il pericolo. Avranno difetti, come tutti, anche gravi, ma avete mai visto un rom a Wall Street? La "mala cupidigia", quasi un grado ulteriore verso l'abisso rispetto ad una cupidigia ancora tollerabile, ispira ogni gesto ed ogni pensiero. Chi ancora propone di chiudere gli occhi come fanno i bambini per cancellare i mostri. Ritrarre la testa, come fa la tartaruga, dentro il carapace e aspettare...aspettare. Prima o poi, la boriana dovrà pur placarsi. Dopo conteremo i danni, le morti.
Li ascoltiamo i nostri politici, i capi di governo, i parlamentari, i segretari e i capi sindacali? Gli 'intellettuali', senza più 'intelletto'? Tutti impauriti, non meno del gregge, annaspano come "pecore matte". Mentono. Non ci si può autoingannare. Sanno benissimo, cinicamente, di non aver idea di come contrastare la crisi, come uscirne. O meglio, forse qualcuno ce l'avrebbe anche, ma una folle paura fottuta della povertà, della punizione corporale, del carcere, della fame, dell'isolamento, gliela fa pure passare. E' l'inaudito. L'indicibile. Meglio pensare che non esistano o che non abbian nome. Anonimi speculatori, finanzieri senza scrupoli. Ombre imprendibili? Ma no.



Kristo li caccia dal Tempio, come si suole chiamare. Ma Tempio è anche quello pagano. Precisamente s'avrebbe a chiamare Sinagoga. Li caccia, non li invita fuori. Non dialoga. Non avanza proposte, disegni di legge o commissioni in Parlamento. Va giù per le vie di fatto, senza ecumeniche ammucchiate. Mensas
subvertit, cioè buttava letteralmente per aria il loro banco (la Banca), brandendo lo staffile, flagellum, contro il loro malaffare nessuna remora pacifista. Perfino contro gli animali in vendita.
Dante ne addita le regioni e i borghi in cui più si annidano i vampiri, gli usurai: "Del sangue nostro Caorsini e Guaschi s’apparecchian di bere". Tutti sapevano cosa si facesse e chi operava a Caors. Noi non sappiamo chi opera a Wall Street? Nessuna legge liberticida ancora impediva la parola. Il prestito ad interesse era nitidamente percepito come una pratica anticristiana da combattere. Naturale ricorrere a una legittima difesa "del sangue nostro". Il valore del sangue qui consiste nel valore del lavoro, della fatica produttrice che viene profusa a fronte di una speculazione menateria. Moneta sacra in cambio di moneta profana. Da qui il nome di "sangue", e del suo culto.

Questo "sangue nostro" è inteso da Dante come distinto da un altro sangue. Quello giudeo. Lo afferma a chiare lettere quel "'l Giudeo di voi tra voi", così poco politically correct. Se fosse vissuto oggi, Dante verrebbe perseguito per legge. Istigazione all'odio razziale, alias antisemitismo, o semplicemente della 'discriminazione'. Alla modernità confusiva, illuminata e democratica, il termine discriminazione suona affatto negativo. Al contrario e da sempre, mettere in atto discrimini equivaleva e distinguere, analizzare, puntualizzare, financo discernere. Il discernimento è l'attività del ventilabro, del cribbio, discrimina il torto dalla ragione. Uno strumento indispensabile. Il grano viene separato dalla pula. Quindi significa operare, a ragion veduta, tramite una facoltà di giudizio e di conoscenza.

Ma quel "di voi tra voi" torna a ridicolo dei cristiani, per essersi ridotti a comportarsi come una "pecora matta", non più come "uomini". L'esortazione a restare "umani" si associa alla possibilità di nutrire speranza. A non lasciarsi snaturare dal pervertimento modernista e totale della Legge. Dal suo abbandono, per seguire ingenuamente tutto ciò che gli viene proposto ("
non crediate ch'ogne acqua vi lavi") come moda culturale del momento, anche se presentata come scienza umana, profana o moderna, "com'agnel che lascia il latte della sua madre".

Il fatto che spesso ricorra, qui e altrove nel testo, la metafora del pastore, del gregge, del pascolo, della guida,dei tratturi montuosi, ripresa anche da un nobile "pastor di Roma" nella sua enciclica "pascendi Domini gregis" (sul cui viso gli attuali “pastori di Roma” sputano) non sembra solo retaggio di un'economia feudale, pronta a vagheggiamenti bucolici ed a gesta ardimentose di cavalieri integerrimi. Potrebbe semplicemente far riferimento a quell' economia sostanziale priva dell'interferenza velenosa e corrosiva del denaro - idolo per le masse, equivalente universale, a detta di Marx, di ogni prodotto - divenuto supermerce che prescinde dal lavoro, strumento di iniquità, che i moderni, distorcendone il significato, chiamano 'economia etica' o anche 'green economy', riponendovi, più o meno in buona fede, illusorie speranze ad uso del gregge.





Paradiso, Canto V, 73-85

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Siate, Cristiani, a muovervi più gravi:
non siate come penna ad ogne vento,
e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. 75

Avete il novo e ’l vecchio Testamento,
e ’l pastor de la Chiesa che vi guida;
questo vi basti a vostro salvamento. 78

Se mala cupidigia altro vi grida,
uomini siate, e non pecore matte,
sì che ’l Giudeo di voi tra voi non rida! 81

Non fate com’agnel che lascia il latte
de la sua madre, e semplice e lascivo
seco medesmo a suo piacer combatte!". 84

Così Beatrice a me com’ïo scrivo;

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