lunedì 20 agosto 2012

Montagna: Amore e non prostituzione.

Ci sono giorni in cui la testa viaggia inarrestabile, in cui tutto sembra essere dannatamente chiaro che ti domandi perchè non lo fosse fino ad un attimo prima.
Ci sono momenti in cui capisci di essere diverso e distante dalla maggior parte di ciò che ti circonda e ti domandi allora se sia lecito o dovuto farti circondare.

Io sono un eterogeneo rispetto alla mia generazione, ho visto e vissuto, grazie alla montagna e alla sua "arretratezza" per usare un termine dei filosofi urbani, cose che che hanno visto e vissuto i bisnonni dei miei coetanei.
Ho provato e provo "disagi" degni di una realtà ottocentesca eppure non mi sento estraneo ai miei disagi e alle mie complicazioni, quelle della mia tana, no mi sento un pesce fuor d'acqua quando mi circondo di umanità.
 L'uomo è un animale sociale, ma chi l'ha detto? Ne siamo certi? Allora non son uomo e son orso.

Sono giorni di grande caldo, caldo che adesso ha un nome ogni volta diverso.

Per me si chiama solo estate.

Inopinabile il fatto che in questi giorni tutto il mondo riscopre la montagna e il suo fresco.
Dovrei essere felice di vedere il mio piccolo mondo popolarsi di volti e facce ma è più forte di me, qualcosa stride.
C'è qualcosa che mi urta in tutto questo. Non mi riferisco agli amici che ti vengono a trovare e scoprono un posto da amare, ma a tutti quei volti sconosciuti che incrociandoti sul loro cammino ti riversano addosso quei discorsi da ascensore, su quanto faccia caldo in pianura e su come sia fresca l'aria in montagna.
Forse sono un burbero montanaro che morirà solo e vecchio da eremita rinchiuso nel suo "piccolo mondo antico", ma detesto questo uso prostitutivo che si fa della montagna.

Qualche grado di troppo e improvvisamente sono tutti pronti ad amare una donnaccia di strada fino a ieri appestata, ora che le donne borghesi, ossia il fresco primaverile sembrano scomparsi nel nulla, tutti ad esaltare la bellezza della montagna.

No questo non è amarla, amare la montagna come ogni amore che si rispetti è piacere e gioia ma anche sacrificio e rinunce.
Fatica e sudore che portano a grandi soddisfazioni.
Amore è qualcosa che dura nel tempo e non una squallida avventura.

Buona Notte Montagna, domani se farà freddo e sarai scomoda io ci sarò lo stesso, anche quando ti si sarà sciolto il trucco.


1 commento:

  1. Certo, certo, tutto sostanzialmente vero quello che dici. La montagna come luogo di consumo. Sulle nostre cime ci arrivano i rintontoniti 'civili' del progresso, in istato ddi perenne ebrezza per la industrializzazione, il farsi dell'uomo macchina. Per usare la tua metafora, la vecchia baldracca morente con cui essi copulano sbavosi e ansimanti, sognando fasti giovanili che non sono mai esistiti. Sperano che si rianinimi un pocchettino per potersi di nuovo attaccarsi al suo seno avvizzito senza speranza. Di qua della serra l'industria storica tessile, storico anche sel suo fallimento, di là, l'informatica e l'elettronica di eccellenza, scippata eccellentemente come compete ad uno stato avvilito dopo tanti anni, e non i sa per quanti ancora, sconfitto nell'ultimo conflitto. Il know-how, come si dice barbaramente, viene scippato dai vincitori. E' quello che è successo anche per la Fiat, stessi attori, stessi gli scippati e stessi gli scippatori. I vinti non hanno diritto neppure di raccogliere i frutti della loro intelligenza lavorativa.
    Cosa vuoi pretendere da questa umanità derelitta: capisce solo ciò che le è consentito capire. Come i buoi, sanno poche cose elementari, come dove sta il fresco e dove sta il caldo.
    Eppure è a costoro che dobbiamo parlare. A loro va detto e spiegato che la Montagna è una Via. La Via spirituale, la Via ascendente che sola consente loro di riemergere da quella condizione subumana di consumatori bovini, carne da macello,consumatori voraci e bulimici di programmi televisivi che solo la democrazia può garantire loro con grande successo e a profusione!
    Caro Ale, chiaro che sulla Via che Ascende ci si possa sentire soli, eremitici. Così non è ovviamente. "Termitai di eremiti", come disse un Poeta, è l'umanita nel reclusorio del condominio. Nei 'lager' tremendi della 'libertà'.
    Chi aspira a vedere la Luce non è mai solo, non può esserlo!
    Avanti così, Ale. Accelera in curva, ma dài tutto di sottosterzo, per ritornare al Punto da cui le cose originano, nel passato e nel futuro. Che è il vero motivo per cui la Vetta, la Cima , la Meta del cammino attira a sè per la forza della sua Grazia; e lascia che la gente indottrinata dalla propaganda ti pensi un retrogrado. Normale per chi crede che la meta sia la promessa di un piccolo avanzamento di carriera, o l'illusione di un lavoro, che non arriva, e se arriva sarà il suo principale modo di disumanizzarsi.
    I Tempi sono quelli che sono...


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