mercoledì 10 aprile 2013

'Enduring freedom' casearia?

Il furore pedagogico dell'Occidente, abituato a considerarsi il centro del mondo se non dell'universo, ma nel senso della presontuosità - e non nel senso iniziatico più elevato - può tirare brutti scherzi.

MISSIONE ”ENDURING CHEESE” , UN PROGETTO DI COOPERAZIONE DECENTRATA

L'attivo allevatore abruzzese di successso, noto da decenni per il suo lavoro sul terreno della pastorizia ovocaprina - alcuni ricorderanno iniziative collegate all' "Adottoa un pecora", o ai GAS, gruppi di acquisto solidale, o ancora alla rivalutazione del territorio montano - con la freddezza del colonizzatore in versione moderna e democratica, potrebbe far la parte, alla fine, di chi va ad insegnare ai gatti ad arrampicarsi, come si suol dire.
Certo vero il detto che dice 'non si finisce mai di imparare'. Ma ciò che colpisce che sia sempre l'occidentale ad insegnare, a porsi in un atteggiamento di superiorità. Il detentore del Sapere, l'unico valido se si escludono 'primitive' superstizioni, queste sempre degli 'altri'.
A quando 'enduring modestia e umiltà' del discente? O sempre docenti? Forse non è lontano il momento in cui i kuchi nomadi dell'Afghanistan insegneranno qualcosa di 'orientale' a noi miseri infatuati della democrazia a 360°, anche pastorizia. Cosa?
Che esiste una conoscenza che va molto oltre le tecniche scientifiche e la correlata mentalità del progresso tecnologico autosuperantesi nel mondo materiale. Qualcosa che considera i processi uht o pastorizzazione o deionizzazione, equilibri di spore e bacilli, proteine e pH, non un assoluto, ma semmai l'ombra dell'assoluto, una conoscenza umbratile. Non solare. Un sapere limitato e limitante, triste e regredito, presentato come progredito per invaghire di un ottimismo fanatico la modernizzazione di gente, che a dire il vero, non ci ha chiesto nulla. 
Un po' di 'civiltà', per favore. 
Non è questione di buone maniere ma ben più sottile, direi di lana caprina.





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