lunedì 5 aprile 2010

Peccato che non sia una comica!


Le leggi ferree dell'economia politica (almeno quella ufficiale e ortodossa), ma anche il buon senso, a volte, favoriscono e selezionano la serialità nel produrre un oggetto. Ma non è la regola.

Se dovessimo fare un migliaio di chiodi, presumibilmente si procederebbe in questo modo. Il primo chiodo, lo faremmo dall'a alla z come pezzo unico: 1) ne taglieremmo nella sua lunghezza da un filo molto un segmento lungo quanto ci interessa; 2) poi, in una sua estremità, potremmo fare la capocchia ed infine, 3) potremmo concludere, dall'altro estremo, con la punta. Il secondo, probabilmente, potremmo farlo come il primo, però cercando di evitare gli errori eventualmente commessi nell'esecuzione del primo. Nel fare il terzo chiodo, probabilmente, constateremmo la efficacia della proceduta. Ma già col quarto, e poi con gli altri successivi, probabilmente cercheremmo di trovare il modo di velocizzare la produzione dei chiodi. Per abbreviare la noia e la fatica implicita nella ripetitività delle operazioni. Forse potremmo pensare di tagliare a centinaia i segmenti dei futuri chiodi di una lunghezza fissata, poi eseguire tutte le capocchie, ed infine tutte le punte alle centinaia dei pezzi mancanti. E' naturale. Finiremmo prima. Nulla di male. Sta nella perizia dell'artigiano, quella di trovare il sistema di far prima e fare bene quello che deve fare. E' anche nell'interesse del committente.

Passo successivo potrebbe essere quello di applicare un uomo all'operazone di taglio del filo, "un tagliatore"; un secondo uomo "capocchiatore", a far capocchie e un terzo a far solo punte, un "puntore". Si chiuderebbe il ciclo. Ecco: a questo punto l'uomo ha perso il senso di ciò che sta facendo. L'utensile, il chiodo o un numero di chiodi non gli servono per qualcosa d'altro; è diventato lo scopo ultimo del suo lavoro. L'utensile smette di essere il prolungamento della sua mano, e si fa macchina a cui si sottomette, ne diventa un'appendice, una parte di essa.
Non è una comica, purtroppo. Anche se è vero che ridere fa buon sangue (ma lo si dice anche del vino!) e si dice anche all'avversario che 'una risata vi seppellira'. Qui non mi sembra ci sia molto da ridere. Ben presto ci si accorge che lo svuotamento progressivo dell'uomo è totalmente impietoso. Basta l'infimo grado di alienazione l'essere stato ridotto a macchina applicato ad una macchina? No. Cosa ci si può aspettare di peggio? Che, come tutti i pezzi meccanici, anche questo 'pezzo', quantificato e privo di anima, diventerà sostituibile, intercambiabile. Anzi superfluo: robotizzato. L'uomo diventa un essere soprannumerario. Soprannumerario rispetto ai produttori di merci necessari di certo. Ma anche rispetto al numero necessario programmato (da chi?) di 'consumatori' e di 'tax-payers'. E si. Perchè se pochi producono molto, sia pure senza riguardi per la qualità, ci vuole anche un numero adeguato di 'consumatori' - che tristezza l'essere umano come 'consumatore' - che appunto consumi, altrimenti vi sarebbe crisi di sovrapproduzione. E questi non-produttori 'consumatori' chi li sostiene? Tutti. I tax-payers, che altri non sono che i cittadini a reddito fisso e pensionati (l'80% secondo statistiche recenti). E siccome non è pensabile fisiologicamente che consumino 24h non-stop, che fanno tra un consumo e l'altro? La televisione, naturalmente. Che se non è l'arma di distruzione di massa, di certo è il Gran Pifferaio di massa!

Sembra realizzarsi un antico sogno, mai completamente abbandonato, a volte si riaffaccia con rinnovata intensità.
Come pensava Aristotele, se le navette si muovessero da sole lungo la trama! L'antichità aveva gli schiavi. Macchine in ogni senso.

In epoca arcaica Omero descrivendo l'officina di Efesto, tra fuliggine e infuocati bagliori ravvivati dai mantici, il Grande Fabbro aveva tre serve metalliche, ancelle se preferite, o anche robot o golem, mettalliche e semoventi su rotelle! Automata in greco vuol dire che 'pensa da solo'. E cibernetica viene da gubernos, il timone (che 'governa la nave). Sempre più vero il detto: 'Nulla di nuovo sotto il sole'.
Eppure, stavolta, sembra esserci qualcosa di nuovo. Di nuovo sembra esserci il fatto che con la serialità industriale moderna sono gli esseri umani non solo si pensano come automi, ma applicano a tutto ciò che vedono e fanno questo automatismo.

Pensiamo agli animali negli allevamenti razionali (cioè quelli non assistiti artificialmente dall'euroeconomia), i cuccioli, siano vitelli o capre o altro, vengono saparati dalle madri appena dopo il parto. Non le conoscerenno . Dei padri non ne parliamo neppure. I piccoli non solo non li conosceranno mai, ma spesso neppure le madri lo conoscono, essendo inseminate artificialmente. Quando si segue la riproduzione naturale è solo perchè l'inseminazione tecnologicamente non è ancora competitiva.
Cosa s'è perso? Lasciamocelo suggerire da Giovanni Segantini (Le due madri, 1908), per scoprirlo ha dovuto rifugiarsi nelle Alpi svizzere, presso il Maloja, nella nicciana Alta Engadina. E' la sacralità materna eletta ad evento trascendente. Una via di uscita, la via della realizzazione spirituale più naturale e diretta per la donna.
Confrontate questo profondo sentire con ciò che si pensa, si dice e si diffonde nelle masse, costantemente ammaestrate alla 'sapienza' televisiva, sulla maternità e avrete solo una pallida idea di ciò che è andato perduto. Alla mentalità moderna suonerebbe offensivo questo accostamento proposto dalle Due madri, tra la mucca e la madre! Dove la mettiamo la carriera? Le pari opportunità? Le libertà sessuali? L'autodeterminazione della donna? Opinione eretica oggigiorno. Chi lo proferisce sarebbe linciato sulla pubblica piazza ... (televisiva ovviamente, rogo mediatico) od ivi comandato a chiedere pubbliche scuse.

Seguiamo piuttosto la lezione di Segantini, che ha trovato il suo Tracciolino dello Spirito in alta Valle Engadina ed ha putoto lanciare il suo grido appassionatoda quelle lontane montagne assediate dal vivere moderno! Ci ha ridato la possibilità di assaporare la bellezza primigenia della maternità prima che andasse in frantumi...scagliata lontano come un'onta! Invece in un'umile stalla di montagna per niente razionalizzata, per niente a norma con Asl e disposizioni comuitarie...si rinnova il miracolo del perpetuarsi dell'ordine naturale!

Eh si! E' terribilmente difficile ricomporre oggi questa immagine andata in frantumi. Riunire ciò che si è disperso è ancora possibile perchè si è sempre in tempo per attuare ciò che sta fuori dal Tempo!


Bea, mamma del Cuore (Um Fu'ad)!

2 commenti:

  1. Delle tante mancanze che vivo ogni giorno sulla mia pelle e che mi fanno sentire sempre fuori tempo e fuori luogo nonchè figlio di un'epoca passata scagliato con la fionda in un futuro cinico e freddo, la tematica affrontata in questo post sulla perdita dei ruoli, sulla commistione del fine con il mezzo e dell'etico e umano con il disumano progresso è quella che più in passato mi ha portato a degli scontri con il prossimo perchè sostenere l'insostenibile, ribellarsi alla dea televisione e al suo gobbo aiutante, il conformismo è quello che il mio amico prof definisce giustamente martirio. Come gli spiegavo, dopo anni passati a scontrarmi con la teoria predominante e diffusa della parità ho deciso ultimamente di esprimere la mia opinione personale come un semplice gusto.
    Viviamo un'epoca in cui tutti possono anzi devono obbligatoriamente spiattellare in faccia al prossimo i propri gusti sessuali, le proprie idee politiche e addirittura (youtube insegna) documentare con video le proprie malefatte e allora mi domando perchè io non posso dire che giusto o sbagliato che sia adoro la figura femminile secondo la concezione di altri tempi? perchè non posso dire che come amo le auto sportive adoro le attenzioni che una donna saprebbe darmi facendo la moglie e la mamma e non il CEO in una multinazionale? si adoro arrivare a casa e trovare una cena preparata pensando a me, sapere che un mio futuro figlio crescerà con sua madre e non con Olga la tata russa. Mi piace sentire i racconti della vita che hanno fatto i miei nonni all'insegna della divisione dei compiti, delle responsabilità e dei ruoli senza che mai nessuno abbia preso a cinghiate l'altro. Io adoro la Fisica e sono un accanito sostenitore della prova empirica e vedere due persone vissute secondo i canoni dei "ribelli" che sono felici dopo 60 anni insieme mi porta solo a dire che vorrei che quella fosse la consuetudine.
    A.Boggio

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  2. Grande Alesandro!
    Ma perchè Modernità si è tanto concentrata e si concentra tuttora a ri-modellare, ma meglio sarebbe dire, dis-modellare (orribile nome e fatto!) il ruolo e il senso della donna? Così unica, preziosa e insostibuibile nella Maternità? Così smarrita, confusa e dolente nel caos della modernita, perchè non alza l'indice con un preciso "J'accuse!"? E continua a confondere i carnefici con le vittime? Le lusinghe di una supposta libertà con con le sublimi, commoventi bellezze che la Trtadizione le riconosce? Perchè questi turpi baratti? Alessandro non smettiamo mai, neppure per un attimo, di dolercene!
    Un abbraccio, Franco.

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