sabato 1 maggio 2010

Non è un incidente...

«Venezia», Mississipi
Anche l'aria sa di petrolio



Cinquemila delfini intrappolati, il dramma di anatre, fenicotteri, pellicani che abitano il delta

Non credete, non si stratta di un "incidente" si tratta della normale quotidianità di un civiltà morente. Vi parleranno, di risarcimenti, di class action, di rimedio ecoloegici, e altre argomentazioni scontate.... non credete loro. Mentono. La menzona e l'inganno verso la natura e gli uomini è connaturata alla nostra civiltà onnivora, cannibalica e blasfema.
Mi tornano in mente le parole del filosofo Heidegger: "Solo un Dio ci salverà" ... ma riusciremo a riallacciare un dialogo interrotto col il divino?
Cominciamo a parlarne sul Tracciolino? Invito tutti coloro che sono interessati a venir su...ad ascendere verso punti di vista "diversi". Diamoci un appuntamento con la trascendenza...

In Louisiana si lavora freneticamente anche per cercare di  proteggere le coste dalla marea nera, con misure che vanno dalle  barriere protettive al tentativo di spingere via gli animali in  pericolo. «Sono già stati disposte 30 chilometri di barriere lungo la  costa, con altri 150 pronti ad essere posizionati - spiega Charlie  Henry, esperto del Noaa - alcune parti della marea sono a soli 30  chilometri dalla costa della Louisiana, e altre misure che stiamo per  mettere in atto sono l'uso dei cannoni per spaventare gli uccelli e  farli volar via e l'impiego dei battelli dei pescatori per versare  detergenti dove ci sono le secche». Il territorio colpito dall'impatto  con il petrolio rappresenta il 40% delle aree umide, oltre al principale  sito di pesca degli Stati Uniti. La conformazione del terreno potrebbe  rappresentare un grosso ostacolo ai soccorsi. Le zone umide sono piene  di animali che si nutrono dei sedimenti del delta del Mississippi, fra  cui pesci e crostacei, e sono anche una zona di passaggio per molti  uccelli migratori. Anche mammiferi e cetacei sono minacciati, sia perché  potrebbero ingerire acqua contaminata, sia perché le loro prede  potrebbero essere ricoperte di petrolio, che una volta mangiato crea  infiammazioni e danni agli organi (Epa)

In Louisiana si lavora freneticamente anche per cercare di proteggere le coste dalla marea nera, con misure che vanno dalle barriere protettive al tentativo di spingere via gli animali in pericolo. «Sono già stati disposte 30 chilometri di barriere lungo la costa, con altri 150 pronti ad essere posizionati - spiega Charlie Henry, esperto del Noaa - alcune parti della marea sono a soli 30 chilometri dalla costa della Louisiana, e altre misure che stiamo per mettere in atto sono l'uso dei cannoni per spaventare gli uccelli e farli volar via e l'impiego dei battelli dei pescatori per versare detergenti dove ci sono le secche». Il territorio colpito dall'impatto con il petrolio rappresenta il 40% delle aree umide, oltre al principale sito di pesca degli Stati

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