domenica 6 marzo 2011

Un amico, due passi in un pomeriggio al Tracciolino.

Due passi prima di salire in macchina e far ritorno a Torino.



E' domenica. Sugli aridi prati, ancora avari di verde. Ancora un po' freddi. Il piccolo gregge circonda un ospite che si aggira sul Tracciolino. Gli fa festa, tutto intorno. Lo segue, infonde spirito solidale.
Il profumo della solitudine montanara fa vibrare il suo cuore. L'animo che gode di attimi da gustare fino in fondo, prima di partire. Magari portarsele via.
Mi ha detto: "Stare qui mi ricarica per tutta la settimana". Vieni quando vuoi a riempire il tuo cuore qui. Riempilo fino a traboccare. La solitudine ti apparirà come un miraggio, un che di inesistente.
I crudeli sferragliamenti dei tram e delle metropolitane della città ti attende. Un'umanità sofferente in un labirinto da cui non vogliono uscire. Un'umanità che ti isola e ti condanna se ti provi a donarti ad una rivolta liberatoria, emancipatoria. Esattamente come il prigioniero della Caverna platonica.



Ti incammini verso la cima, dove c'è una malga solitaria, solitaria come noi. Emana un fascino e capisco che ti entra dentro. Hai bisogno di rimanere solo e silenzioso - abbiamo già parlato a sufficienza - disturberei il tuo dialogo interiore col bosco, con l'erba che calpesti e gli odori e le emozioni che vuoi portarti via. Vorrei ti si cucissero addosso. Ti stregasserro. Incantesimo di una moderna Circe. Imprigionassero il tuo cuore a ritornare a questi cieli che ti rendono libero, più umano, anticamente umano, eternamente umano.
Umano, troppo umano, diceva Nietzsche, per cantare l'anima dei camminatori solitari della montagna.
Vai, sembri avvolto dalle brume, assorto nei tuoi pensieri, saranno magari anche carchi di nostalgie, ma ben conoscono l'igneo meriggio. Zenit dell'anima.




1 commento:

  1. Camminare e vedere che mi seguono come un amico fidato...dimostrazione importante per animali diffidenti come loro.
    La mente è affollata da mille pensieri e ogni filo d'erba di quel prato è come se fosse un punto interrogativo...ma lì in mezzo ci sono anche le risposte per fortuna.
    Quella cascina e quelle pietre...un magnetismo strano, un'attrazione mista a timore reverenziale per la montagna, il mio ambiente, le mie origini, i miei valori.
    Anche se sono triste perchè devo andare via sono felice perchè da un po' di anni a questa parte vivo nella consapevolezza di due persone che portano avanti una vita così...così vera circondata di cose di cui ho sempre voluto circondarmi. Vedo le fondamenta di un progetto, di un movimento, di un cuore che pulsa forte e che, anche se sono lontano, condivido e condividerò sempre.
    Pace dei sensi? Paradiso terrestre? Non lo so, ma sicuramente un mondo che gira nel verso giusto almeno per me.
    A presto cari amici, a quando come un milite in congedo, con la felicità di un bambino che corre a scartare i pacchi di Natale, tornerò lassù dove anima e cuore si incontrano e tutto il resto non esiste.

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