giovedì 29 dicembre 2011

Il mercenario, il buon pastore e il gregge.

Io sono il buon pastore.
Il buon pastore offre la vita per le pecore.
Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;
egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me...
(Giov. 10, 11-14)


Sono stato sul punto di vendere le capre. Sul punto di comportarmi come un mercenario. Più ricevevo offerte e più mi inquietavo. Qualcosa si straziava dentro di me.

Sulle prime era un senso di sollievo, la senzazione di volare leggero, libero dalle responsabilità e dalle fatiche. Dalle seccature coi vicini alle noie burocratiche, dal vivere con i timori, ansie e paure che tutto debba andare bene.

Invece tutto va come deve andare. Comunque ci saranno successi e apprensioni, difficoltà e momenti di beatitudine. E questo è il vero sollievo, l'autentico mettersi le ali. Le cose vanno sempre come devono andare, noi non siamo artefici del nostro destino, se non in una misura minima, quasi irrilevante. Un bestemmia per il protagonismo dell'io, che in occidente si presenta come il padrone del campo.




Man mano che passava il tempo, mi veniva naturale mentire a coloro che chiedevano informazioni sul gregge che avevo posto in vendita.

Senza accorgercene gestivamo le cose in modo da alzare le richieste. Ci rendevamo conto che avevano un grande valore, almeno per noi. In realtà era un modo per andare incontro a dei rifiuti, affinchè le trattative non andassero a buon fine.

Di pari passo, i ricordi di ciascun animale, tornavano alla mente. Affioravano con una dolcezza inusitata. Intervenivano ad animare i sogni. I loro campanazzi festosi, i prati smeraldini che come onde si flettono sotto la brezza primaverile.

Si inverava progressivamente il detto "conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me". Il carattere di Bruna, quello di Augusta, la mansuetudine, per ora, del becco Adolfo. E così via, per ciascuna. Vederle bambine...e poi madri. Quante storie mai raccontate! Quante vicende per tanti insignificanti per molti... Per noi no.

La grande promessa, "e vi sarà un solo gregge, un solo pastore" è una speranza per il nostro mondo globalizzato, piaccia o non piaccia, sarà uno. Ma il buon pastore ancora non si vede Vegliamo come sentinelle nella notte in attesa dell'alba. Forse la dorata aurora è prossima, nonostante gli forzi dei mercenari, banchieri ed usurai.

La grande speranza è che il gregge ed il pastore saranno una cosa sola. Albeggia il divino al di là dei dualismi, dopo tanta lontananza.

Non vendiamo più il gregge. Abbiamo cancellato l'annuncio.



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