domenica 11 dicembre 2011

Profumi

Ci sono profumi che sono scintille per la memoria, scampoli di passato che riaffiorano improvvisamente e pervadono mente e corpo di colori sublimi.
A volte la cosa più semplice e scontata diventa un'avventura emozionante e la riscoperta di un qualcosa che nemmeno sapevi ti appartenesse, una conoscenza ancestrale sommersa dalle microonde, dai robot da cucina e dai forni industriali.
Era mattina, una fredda mattina di montagna, la condensa sui vetri e un timido sole che cercava di scaldare appena l'aria. L'inverno ormai è alle porte e quell'istinto di rintanarsi al caldo è più grande ogni giorno che passa.
Ieri avevo finalmente tutto il giorno davanti a me e così ho deciso: oggi mi faccio il pane.
Ho aperto quell'anta della cucina in cui avevo gelosamente custodito le mie farine e il lievito e ho iniziato ad impastare. Quel gesto, in questa casa , mi faceva sentire come il bambino che si dedica ai compiti, orgoglioso di sapere che sta facendo la cosa giusta, una strana sensazione di approvazione e condivisione aleggiava nell'aria.
Così facendo per qualche minuto all' improvviso quella fanghiglia informe diventa materia unita, un prodotto definito da me creato, una semplice palla di farina e acqua per i più, una conquista per pochi.
Ora devo lasciarlo riposare per 45 minuti, poi dargli una forma o più forme e aspettare altre tre ore. Ognitanto sbircio sotto quel canovaccio umido il mio pane lievitare, affascinato dal mutare della materia come un alchimista che sperimenta nuove pozioni, intanto penso a quanto ci siamo persi noi uomini moderni, noi dei 4 salti in padella e del fast food...ma questa è un'altra storia.
L'attesa è finita.
Così creo le forme, plasmo la materia, e da qui attendo impaziente altre tre ore.






Il gran monento è arrivato, squillino le trombe penso, preso dall'entusiasmo e via si inforna per 55 lunghissimi minuti in cui osservo dal vetro il mio pane dorarsi di un bronzo meraviglioso e attendo il "dlin" del forno.




Ci siamo, è pronto, questo il risultato ai miei occhi, questa volta ce l'ho fatta, ecco il mio pane.



Il sapore? Inutile dire che è il pane più buono che la mia mente abbia mai assaporato....

2 commenti:

  1. Caro Ale,
    complimenti! Sei un panettiere in pectore! Noi ci stiamo già preoccupndo. Pensavano di stare tranquilli, ma ora ci rendiamo conte che abbiamo un competitore temibile! Sarà uno scontro tra Titani, per chi fa i pane più buono!
    Ti sfidiamo a singolar a gentile tenzone! Con relativo assaggio degustativo e giuria imparziale.
    Studiati (in rete ci sono disegni costruttivi e filmati) che magari ci possiamo costruire un bel forno a legna qui dietro casa!
    Mentre scrivo queste righe penso che starete già rientrando nella metropoli della Mole, tra le polveri sottili e ritmi indiavolati, ma ad avvelenare il vivere ci sono ben altre cose...
    A presto, Franco e Bea

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  2. P.S. Immagino Elisa che sorride, tra il divertito e l'inquieto, per questa tua ulteriore provaa distramberia da 'montanaro di ritorno'. Un caro saluto anche a lei.

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