domenica 30 settembre 2012

Ospiti di passaggio al Tracciolino.



Nuovi ospiti sono arrivati sui nostri prati. Sono dei bellissimi cavalli. Hanno trovato ospitalità da noi. Almeno momentaneamente.


Sono bellissimi. Docili. L'ideale per andare a fare bellissime passeggiate. Puliscono i prati che è una meraviglia. Molto meglio delle vacche o delle pecore e capre. Senza contare, i fichi che lasciano sul terreno; sono una manna per le verdure i i frutti dell'orto.


C'è tutto quello che serve. Prati, erba, terra per gli orti, verdura e frutta. Eppure, eppure si preferisce altro. Città, città come Torino, che produce più tumori ai suoi abitanti di qualsiasi altra in Italia. Si preferiscono le comodità urbane, nonostante tutti i discorsi, poetici e meno, che facciamo sulla vita naturale e semplice che, a parole, diciamo di amare tanto. La montagna va bene per i l'aria fresca, pulita (relativamente), i funghi e le castagne. Ma la vita no, quella no. Quella ama la città. Magari amore conflittuale, ma grattacieli, smog e vita nevrotica esercitano un fascino perverso. Inutile negarlo. Un'attrazione fatale. Si preferisce inverare quel detto cinico e 'spiritoso', un motto d'arguzia che nasconde l'insidia della grettezza atavica: il denaro? Tutti lo criticano e persino disprezzano, ma tutti lo vanno a cercare!
La scelta? Una fede, una religione. Di più, una vocazione, una vocatio, una chiamata della Madre Terra. Chiamata che resta per lo più inascoltata. La montagna si spopola, la vita perde progressivamente di autenticità. Ma forse, in futuro, diventerà una necessità. Non è il massimo attendere la costrizione della necessità. Sarebbe meglio una scelta. Una scelta che non viene...
Intanto il pony nero e n'è gia andato nel frattempo. E gli altri tre aspettano che qualcuno li voglia comprare, sono in vendita per pochi soldi. Il prezzo della vita.



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