sabato 10 novembre 2012

Il sonno del pastore.

Il sonno coglie coi suoi modi suadenti il pastore, stanco per la giornata. Nel momento in cui rientra dai freddi e ventosi pascoli.
Il sollievo del tepore della casa, del fuoco. Lo coglie il sonno. E quello è il momento del lupo.
Nessun cane farà da solo quello che spetta al pastore di fare. Nessuno potrà sostituirsi al suo dovere. Nessun meccanismo sopperirà alla mancanza di pace nell'ovile. Se il pastore dorme, i lupi si fanno più aggressivi.
L'ovile è il luogo beato della convivenza, al riparo dai rigori e dalle crudeltà. Immagine della protettività materna, della Caverna uterina. E' la città, la sua possibilità di essere edificata e mantenuta nell'ordine e nel decoro con l'assiduo 'accanimento' del lupo.


E la città è la civis, la pòlis. Il sogno, bello e celeste, che la vita possa sottrarsi al barbaro gioco delle forze brute, che possa ritagliarsi uno spazio recintato, uno stallo, uno steccato, entro le cui mura si possa attuare la vita civile, la politica. Il sogno aggredito e deturpato dall'idea democratica del caos sistemico, della pluralità conflittuale delle idee e delle opinioni. Il sogno che le menzogne non reggano i governi e l'economia le menti degli esseri umani. Il Grande Falsario tira le file di questo discorso discorso. Non constiamo che

vinca la crudeltà che fuor mi serra
del bello ovile ov'io dormi' agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
(Paradiso, XXV)                       

E chi saranno mai questi lupi, inimici dell' (a)Agnello? Provate a pensarci da soli, ascoltando il vostro cuore. E non l'opinione di accademici e 'dantisti'.
Ma che il Tutto si possa svolgere secondo un piano Altro. Un piano Altro significa un piano non umano, mai gregge si costruì da solo il suo ovile.
Anche una parte di noi si assume le cure pastorali di un'altra parte indomita e ribelle che la Legge teme ed odia. La vigilanza dell'anima tema sempre di offuscarsi ed impigrirsi poichè se il pastore dorme, il lupo non dorme ed attende in una veglia anch'esso per depredare l'ovile. E' una guerra. Un combattimento senza tregua, virile e fiero; mai illudersi che una tregua possa instaurarsi tra l'agnello e il lupo. Tra il denaro, il debito, gli interesssi e i ricatti con cui il lupo usuraio che attacca pollai ed ovili. Tra la finanza parassitaria e il lavoro, vera ed unica ricchezza dei popolosi stalli.
Quella irenica, ben potrebbe essere una voce propagata, pro-pagandististica, ad arte per attenuare la vigilanza e le difese.
Al contrario vigiliamo in armi e col cuore sereno e fermo, dolce e pronto al confronto, mai deporre le armi, anche gundo non si odono gli spari e i clangori. Non possiamo udirli ce li tengono lontani gli urli dei bimbi e degli innocenti che lacerano  ogni momento il colpevole silenzio in cui quaggiù tutto accade, in Asia o Africa come nei salotti davanti alle tivù, accese le loro fauci. E pensiamo che sia normale e giusto, Invece non è nè l'uno nè l'altro. 



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