lunedì 24 dicembre 2012

"Stabilizzare le parole": come l'usura logora (anche) le parole.


Durante la guerra non aveva sparato neppure un colpo. Messo in gabbia in Italia e trascorsi 13 anni di manicomio in trattamento obbligatorio, era reo di aver pensato.  Mai processato per tradimento, si dice per clemenza della giustizia statunitense, molto più verosimilmente perchè gli avrebbe concesso la possibilità di diventare, da accusato, accusatore, di ribaltare quell'accusa di tradimento: non era lui il traditore, ma i suoi compatrioti americani che avevano tradito l'America, le loro origini.
Aveva pensato cose che non coincidevano, anzi contrastavano, con quelle dei vincitori. Per averle comunicate per radio, forse. O, forse, per essere un americano, che sconfessava dal di dentro, dalle viscere interne, quella voce andava zittita, e si può diventare cattivi quando il sangue si rivolta contro.
Fatto scalo a Napoli nel 1958, liberato dopo una prigionia che cominciava mediaticamente ad apparire sempre più un boomerang, provato nel fisico rimette piede nella sua amata Seconda Patria, oramai in pieno processo di defascistizzazione culturale a ritmo di boogie-woogie, blue-jeans e chewing-gum, sul piano del costume, e ubriacature democratiche, il trionfo del caos progressista, sul piano della cultura di massa.
Non se ne era ancora accorto. Non poteva. Aveva vissuto in rigoroso isolamento.
Il quotidiano Il Giorno del 10 luglio 1958, il giorno seguente il suo arrivo, riporta alcune sue battute: "Tutta l'America è un manicomio." Oggi a oltre mezzo secolo di distanza possiamo coglierne la portata profetica. Certo, se a dirlo non è un "taxi driver" qualunque, o un 'poeta maledetto', ma un poeta e scrittore di fama che ha sempre saputo della follia degli 'Alleati', la cosa ha un significato diverso. Troppe cose andrebbero ridiscusse.
"La mia fortuna è stata quella di aver trascorso tutto il periodo del mio soggiorno americano in un manicomio (immense insane asylum). Oggi è l'unico posto ove si possa vivere negli Stati Uniti". Ove si possa vivere autenticamente, sembra volesse dire, dove le cose appaiono per quelle che sono.
Lungi dall'averlo scalfito, nel '58, Pound - poichè è di lui che stiamo parlando se non si era ancora capito  - anzi il suo animo non era affatto sconfitto. Era uscito dalla tempesta, da buono marinaio, rafforzato.
E, pronto a riprendere il suo posto, non si era avvisto che era solo, completamente solo. Nessun camerata al suo fianco, solo vaghe e prudenti dimostrazioni di simpatia letteraria. La Repubblica Sociale  un caso archiviato dalla Storia, in fretta e senza processo, come verso i perdenti per i quali non vi è nè poco nè tanto tempo da perdere. Oggi si parla frequentemente di 'male assoluto'.
Che ancora non avesse colto, o stentasse a cogliere, la nuova realtà post-bellica, certo favorita da una cronica viltà d'animo e assenza di orgoglio nazionale, lo testimoniano le sue parole di quegli anni, ancora bellicose, come un fedele soldato giapponese che, sperduto in qualche isola del pacifico negli anni '50 e quasi '60, ancora non ha realizzato la sconfitta nel conflitto mondiale e i cambiamenti che questa ha introdotto. 
Il valoroso Cavaliere, lancia in resta, va alla disarciona del nemico, la battaglia è sempre quella, la purezza della sua Dama:
"Non si è capito ancora abbastanza che l’usuraio ed il nomade, tutti e due, attaccano sempre l’agricoltura. L’economia matura è agricola, il nomade è troppo pigro, o troppo impaziente, per coltivare la terra. Vaga. Ruba. L’usura attacca dall’altro lato. L’usuraio impone una tassa. Aumenta sempre questa tassa finché il contadino muore di fame. La terra perde valore in una civiltà corrotta. Quando diviene impossibile di vivere lavorando la terra, e magari quando il latifondista s’impoverisce sempre di più, decade e poi fa alleanza coll’usuraio, etc. In questa luce l’alleanza plutocratica-bolscevica deve perdere ogni mistero." (Cultura nel mondo, sett.ott. 1958). Sintesi magistrale di secoli di storia.


La figlia che gli fu vicino e viveva con empatia i sentimenti del padre, descrive la situazione in questi termini: "Si era ancora illuso di tornare in Italia nel 1958 da Eracle vittorioso, pieno di vigore fisico e di voglia di vivere. Quando si accorse che portava una strettamente burocratica camicia di Nesso e, in un mondo di 'cartapesta', vide crollare definitivamente ogni speranza di libertà, reclamò la cicuta, preferibile alla finzione e alla morte civile". 
Con lui, tutti gli Eroi di quell'epica guerra, la vera Grande Guerra, furono sconfitti. Non possiamo limitarci però a vedere in una neutra camicia di Nesso il nemico, neppure nel suo 'mondo di cartapesta'. Chi fosse Nesso, l'amante indegno, non i Deianira ma di Europa, lo dice Pound stesso. Ed i suoi veri figli sono quegli spiriti che raccolgono dalla polvere gli emblemi della sua critica. Oggi, quando più si vede palese come l'Europa schiava deprivi della libertà nazionali i suoi popoli ad opera di banksters organizzati su scala mondiale, oggi più che mai si può vedere quanto sia vero l'eterno combattimento di quel Cavaliere per la sua Dama.
Quando prende coscienza che non solo l'America, ma tutto il mondo è un manicomio, che non esiste più neppure nell'Italia di Cavalcanti e del Dolce Stil Novo, un'isola felice in cui si possa conversare con un amico, che quest'isola felice, la polis celeste, la speranza di libertà non è più di questo mondo, un mondo silenzioso privo di interlocutori, ma di un mondo e uomini che dovranno venire, il cangiamento d'animo sarà quello del "tempus tacendi".
La parola gli appare come una potente magia, attira la sua attenzione di studioso. Il mondo è caduto sotto un incantesimo malefico. Come risvegliarlo? Occorre studiare il potere della parola che ha prodotto tale maligno sortilegio.
L'espressione "alleanza plutocratica-bolscevica" ha perso tutto il suo potere, non solo la guerra, per Pound vi è qualcosa di più. "Queste due parole sono plurisillabe", constaterà con amarezza.
Studia "il mistero dell'efficacia della propaganda", ne conclude che due sono i terreni sensibili da indagare. Da una parte, la variabile economica e ne deduce che "il centralino usuraio è New York, quindi nessun bisogno di importare i fondi [i capitali] per lanciare edizioni di libri e di periodici [necessari alla propaganda]". Dall'altra, la  variabile umana che lo spinge a rappresentare "il terreno umano dove cresce l’erba mala? Questo terreno è costituito in parte dai cuori generosi che, bevendo la diagnostica di Marx, bevono anche il rimedio falso." 
Da sempre il lavoro di falsificazione della realtà è opera del Maligno, o Satana se si preferisce, detto anche 'il Grande Falsario'. Lo scambio di posizione e ruolo operato tramite la parola. L'oppressore come liberatore, e viceversa. Il succube del potere mondano per il salvatore, la malattia per il medico, i banchieri come i salvatori, i protettori da pericoli abissali, loro salvaguardano i pensionati e i lavoratori, ormai senza lavoro almeno finchè non saranno 'cinesizzati'. In questa logica dell'efficacia della parola, della propaganda, i loro provvedimenti si chiamano 'salva-Italia' o 'salva-Grecia'. I loro decreti vengono nominati in modi instabili, come la rinominazione della legge 'finanziaria', con la denominazione 'legge di stabilità'. Anche a livello europeo si parla di 'patto di stabilità'.
I termini 'sodomia' e 'pedofilia', complici tra l'altro le associazioni psichitriche, vendono declassati, successivamente considerati offensivi. Oggi si parla piuttosto dei viziosi 'omofobi' che dovrebbero sottoporsi a trattamenti di 'cura'. I pedofili sono solo 'minor-attracted people'. Dall'espressione 'femminismo' si è passati al neologismo 'femminicidio', dogma indiscutibile. E' cronaca di questi giorni, dopo la superba scoperta antropologica che gli illuminati tempi moderni hanno portato alla luce: la categoria criminologica degli 'uomini che odiano le donne'. Ed in cantiere si sta già preparando la nuova frontiera: la 'necrofilia'. Si, perchè il corpo non può dire di no, non può subire le altrui restrizioni, e accettare limitazioni imposte.
Solo un poeta-economista, lambiccando da vero alchimista dagli opposti radicali, produce la sintesi. Sarebbe errato indagare il potere della parola. Questo 'errore' Pound lo chiama, con tocco gentile, 'intemperanza'. Simile esercizio non ci libererà dalla parola, ma ne riproduce arzigogoli talmudici in cui sguazzano gli accademici  e tutti i gauchistes, maitres à penser, piccoli o grandi lettori e glossatori di Marx. La dan da bere, la velenosa vulgata marxista, ma la spacciano per medicina. La sua proposta è un'altra, radicalmente diversa. Liberarsi della parola, farne un ideogramma, e coglierne i significati nella tradizione confuciana. Ma credo che per lui valesse la stessa argomentazione anche parlando di geroglifici egizi, o petroglifi precolombiani. Un allineamento di pietre, uno schema di scarificazioni corporee, cicatrici, manipolazioni, tatuaggi, o un disegno parietale o un mandala.
"È precisamente contro questa intemperanza che io invoco lo studio dell’ideogramma, e dei princìpi confuciani, fra i quali la 'definizione della parola', la stabilizzazione della terminologia instabile".
La stabilizzazione della terminologia instabile appare un progetto sofisticato e complesso. Al contrario ha risvolti molto pratici. Solo per fare alcuni esempi, si consideri l'instabilità del termine 'spread', divario, come arma politica di ricatto, arma terroristica di instabilità di massa. Oppure come il termine 'casta' rilevi di una instabilità sovversiva, mette sottosopra il suo significato originario. Analogamente per i termini 'corporazione' o 'corporativo', affetto da instabilità peggiorativa, financo a contaminarne il suo significato storico medievale.
L'alchimista della parola Pound anticipa la revisione dei significati, che cambiano a seconda dei flutti in perenne mobilità della storia. Prelude non tanto allo smascheramento linguistico e semiologico della parola, non tanto a far emergere la mano che opera la costante legge di instabilità, l'opposizione ad ogni lavoro di 'revisionismo storico' in campo semantico, ma inquadra tale lavoro in una evasione dal campo limitato della parola stessa, verso una scrittura, una gestualità della comunicazione in senso lato, che trovi una comprensione solo all'interno di un percorso di ricerca nell'ambito del sapere tradizionale.
Il segno attraversa il corpo, lo trafigge, lo transumana, lo superomizza,  lo trasluce, lo innalza. Lo purifica, lo ritualizza.
In altri termini, opera quella trasformazione della parola-propaganda in una percezione metafisica, sfuggendo alle trappole tese dal grande Falsificatore.
E tutto a partire dalla madre di tutte le imposture, cui anche il Pastor di Roma, un tempo ostile, ora si è adeguato, l'usura. Che il denaro possa produrre altro denaro, e non importa in che misura (tasso di interesse), questo è il luogo ove tutto si appunta. La madre di tutte le speculazioni. Non viene attuata come si vuol fare credere per avidità di guadagno, sete smodata di arricchimento, un sintomo di avarizia. No. Insegna Marx he il denaro non possiede un 'valore d'uso'. Anzi ne ha uno sottile che non menziona.
L'illecito non si consuma nell'eccesso, in un tasso di interesse eccessivo, esorbitante, o usuraio, sottintendendo che  ve ne sia uno lecito. Bensì, fatto ben più rilevante,  l'usura di fatto si presenta come uno strumento di potere, di ricatto, di pressione morale, di colpevolizzazione, uno strumento politico di condizionamento e di soggezione, sotto tutte le forme, del debitore.
Non a caso nel mondo moderno sulle spalle di ogni neonato che viene alla luce, dicono le statistiche, 'pesa' un debito di oltre trentamila euri. Ma non diranno mai quanto gli costerà la 'dislocazione', la 'mobilità' semantica delle parole che si troverà ad impiegare!





http://www.azionetradizionale.com/2012/12/18/quando-ezra-pound-rientro-in-italia/




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