giovedì 18 febbraio 2010

A una fiera di paese guarda.....


18 febbraio 2010
Ad una fiera di paese guarda chi puoi ancora incontrare: una piccola capretta vallesana. Indifesa, suscita tenerezza solo a vederla. Dai! Non perdiamoci di animo! Non tutto è ancora perduto. Lasciamoci toccare il cuore da queste piccole cose…lasciamoci alle spalle l’homo oeconomicus, il Sole24Ore, le quotazioni di Borsa e l’indice Nasdaq (ma si chiama così?). Mi rendo ben conto, la cosa non è facile; ma siamo autorizzati a dire che è impossibile? Il mondo si colorerà all’improvviso di altre tinte…del resto, se fosse facile e privo di contrasti, di contrarietà, guerre più o meno guerreggiate, guerre sante o guerre miserabili e vigliacche, pòlemos nella parola di Eraclito, come potrebbe avere sapore la Vittoria, la Gloria e l’Irene?

Certe sere, da sopra casa nostra, il mondo assume queste tinte, questi colori. Le pendici, in primo piano, solcate dal Tracciolino, poi, più in là, la Serra, ed infine lì orizzonte delle Alpi occidentali, da dove troneggia, impavida e silenziosa la presenza del Re di Pietra, il Monviso. Il Cielo e le brume ci ricordano che siamo immersi in un Ordine Vivente, un Cosmo che pulsa ancora dei gesti del Creatore.
“E il Maestro mi ricorda come è difficile vedere l’Alba dentro l’Imbrunire …”
Non è una questione estetica, questa non è, e non vorrebbe essere una cartolina, non ha a che vedere col bello. Vorrei che fosse più un mandala, cioè un supporto grafico per la meditazione, un veicolo di pensiero. Un po’ come le fotografie dei sassi dell’amico Gigi che si possono ammirare nel libro I Custodi dell’acqua. E quindi mettiamolo in conto, non tutto è in discesa. Il Cammino non è cosparso di petali di rose. Difficoltà oggettive del vivere, della ‘conquista della pagnotta’ cui si aggiungono difetti di sollecitudine fraterna. Diffidate da chi sostiene facili elisir dai benefici immediati. Noi proponiamo la Via del Tracciolino. Una strada a volte asfaltata a volte sterrata, a volte secca e polverosa, a volte fangosa nei giorni piovosi, come accade in montagna, a volte ancora candida di neve o ghiacciata e pericolosa. Ma tutto qui è una metafora, su questa Via tortuosa. Tutto può diventare una metafora, una controparte visibile, burocraticamente è qualificata come una strada provinciale dopotutto, di ciò che in realtà è
invisibile.La Via del Tracciolino percorre un territorio metafisico. Non ha una meta. Beh certo, attraversa diversi Comuni da Andrate fino a Biella, passando da Donato, Netro, Graglia, Occhieppo ecc. Ma è sospesa tra terra e cielo.

A volte buona solo per i cani, a proposito quello che vedete è Tito, il nostro cane. Altre volte, calpestata da accaniti joggers più o meno ossessionati da manie persecutorie che chiamano fitness. Altre volte ancora, percorsa da minacciosi veicoli metà auto e metà motocicli, con tanto di bandierina sfrecciante, mostri tecnologici del non-sense della modernità che mascherano il loro vuoto con l’arroganza del loro rombo e l’insensibilità per le condizioni del fondo stradale, lasciano solchi che sembrano ferite. Che contrasto con i toppi di castagno e betulla, ben tagliati ed accatastati che i malgari con cura allineano come geometri senza tempo lungo il suo disnodarsi!

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