lunedì 14 giugno 2010

Smarrimenti moderni....


San Tommaso d'Aquino spiega che, «se ci si oppone alla Fede non ancora abbracciata, si ha l’incredulità dei pagani. Mentre se la Fede era stata già accettata in modo figurale, abbiamo l’incredulità di giudei. Invece se era stata abbracciata in maniera piena e non solo figurata, si ha l’incredulità degli eretici» (a. 5, in corpore), la quale può diventare apostasia se si rinnega non solo un articolo di Fede ma tutta la Fede e se ne abbraccia un’altra. Per quanto riguarda l’apostasia, essa è una specie d’incredulità (II-II, q. 12, a. 1); nel corpo dell’articolo l’Angelico spiega che «l’apostasia in senso pieno consiste nell’abbandono di tutta la Fede e non solo di qualche dogma, ed è chiamata anche apostasia di perfidia o miscredenza». Perciò il peccato che Gesù rimprovera ai giudei che è quello di incredulità, perfidia (“per-fidem” = Fede falsa) o apostasia.
Posso capire che S. Tommaso sia un autore un po' demodé. Non lo vedo molto citato nei testi dei nostri maitre à penser moderni. Gli apologeti neotomisti sono più rari delle famose mosche bianche, quasi folclorici, forse patetici. Non vedo quale Summa oggigiorno possa destare un qualche interesse. Non abbiamo gran che da riassumere, sintetizzare. La mentalità moderna si è conformata in ogni campo a partire dal cosiddetto metotodo scientifico. La sua linea d'orizzonte non può impunemente essere valicata.
Tuttavia per chi si voglia richiamare alla Tradizione, potrebbe essere interessante mettere a confronto la classificazione tomista.
La tanto conclamata, ma non provata volontà di Ratzinger di “restaurare la Tradizione” è continuamente smentita da lui stesso sino agli ultimi suoi discorsi pronunciati a Fatima, ove l’11 maggio 2010 ha detto: «L’accoglimento delle migliori istanze della modernità, ossia la Riforma e l’Illuminismo, operato con il Concilio Vaticano II, ha fatto sì che la Chiesa superasse gli errori commessi nel suo passato e i vicoli senza uscita» (La Stampa, 12 maggio 2010).
Questa affermazione dell'attuale Pontefice in quale delle tre categorie verrebbe ad cadere? Come è possibile che un Vicario di Cristo, invece di custodire la Tradizione come gli è stata affidata dai suoi predecessori i quali l'hanno ricevuta da Pietro, esalta Riforma e Illuminismo, cioè due tra i principali momenti dell'innovazione e del pervertimento della Tradizione stessa?
Come è potuto accadere tutto ciò? Quale lezione trarre da questo smarrimento?



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