venerdì 13 agosto 2010

La vita sul Tracciolino dagli occhi di Bea.


Volevo aggiungere al mio commento al post di Alessandro una bella foto scattata proprio oggi dopo una raccolta nell'orto e nel pollaio.
Quanti doni preziosi e unici..(merito anche del paziente lavoro di Franco ovviamente). Ma la cosa che più ricompensa il lavoro è per me poter condividere con i cari e con gli amici queste prelibatezze.. Stiamo pensando anche di costruire un forno per il pane e devo confessare che il poter "fare" il pane fresco in casa, magari in un forno a legna, è un desiderio che cullavo da tempo.. Qui stiamo attendendo con trepidazione anche la nascita di qualche capretto (magari due?) e l'arrivo anche di qualche bel coniglietto ad aumentare il gruppo.. Le zucchine fresche stanno cuocendo in padella e il profumo si spande per tutta la casa.. Ora vado a preparare una bella frittatona e spero che i nostri cari amici Gigi con Elena e ragazzi e la mamma di Elena, Alessandro con Elisa vengano presto qui a condividere non solo il lavoro come tante volte hanno fatto, ma anche i buoni frutti materiali e spirituali che la vita qui ci dona senza riserve. Bea.


Il nostro amico Alessandro... Mi emoziona sempre con le sue parole, i suoi pensieri.. soprattutto perché nascono in un'anima così giovane, eppure così "antica"...

E’ un ragazzo davvero speciale Ale, saldo, forte e affidabile come le "nostre" montagne, davvero un piacere averlo qui con noi appena possibile (troppo poco), passa in fretta il tempo in sua compagnia.. Le "nostre" montagne, per noi, per me almeno, non sono i luoghi dell'infanzia, io sono stata "adottata" dopo.. molto dopo.. anzi, mi sono proposta in adozione e "loro" mi hanno accettata subito, senza riserva, quasi mi stessero aspettando da tempo... Non dico che sia facile, semplice la vita qui, anzi. Ma è proprio questa difficoltà che ti rende "saporita" la sfida di ogni giorno.. anch'io come Ale ho dovuto (anzi devo ogni giorno) confrontarmi con il mio innato senso di vertigine alla vista del vuoto, il brivido che sempre provo quando guardo giù la pianura ogni giorno uguale ma differente: ora coperta di nuvole e nebbia e un attimo dopo ampia e assolata a perdita d'occhio.. Ma il brivido più intenso lo provo quando la vista sale verso l'alto, verso le cime innevate e impervie per me, abituata ad una vita là nella pianura che ora guardo dall'alto, forse più "comoda", dove non avverti mai la preoccupazione del doverti scaldare in inverno..o come fare se va via la corrente, se piove forte..oddio...entra acqua dal tetto!..ma il silenzio..il lento scorrere del tempo..la dolce tranquillità che ti fa riflettere...pensare che questo è il tempo migliore, il modo migliore, per provare se stessi... Alle volte penso: ma ce la farò a vincere le mie paure? del vuoto, della solitudine, del silenzio, della vita magari più scomoda, ma senz'altro più vera, reale, a misura d'uomo che qui si respira.. sempre. E ritrovo i sapori e profumi dell'orto (questi si della mia infanzia), la gioia di farli riscoprire a chi viene a trovarci, la gioia di respirare sempre a pieni polmoni l'aria fine e fresca di montagna, gli odori della stalla, così antichi e vivi, intensi.. il chiocciare allegro delle galline quando gli porti da mangiare e il diverso richiamo che ti avvisa dell'arrivo di un regalo, prezioso e sempre unico: l'uovo fresco!.. qui, a contatto stretto con la natura, ogni giorno è differente.. qui, se vuoi, c'è sempre tanto da fare, ti senti utile e senti che la montagna ti accoglie, ti "adotta" senza condizioni, ti accetta come se ti conoscesse da sempre, la paura per la montagna..si...è giusto averne timore e rispetto (come diceva sempre mio padre: "bisogna darle del Voi"), ma bisogna provare davvero vivendola e la paura lascia il posto allo stupore, al reverente rispetto del suo sapore antico ed eterno che ti porta a guardare su, in alto, verso il cielo e a ringraziare Dio... le parole del nostro amico Ale trovano conferma nel mio cuore..

Bea.

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