sabato 7 agosto 2010

Parole come gocce...in forma di rosa.

L'altro giorno, giovedi, siamo stati omaggiati della visita dell'amico Alessandro, assieme al quale abbiamo trascorso alcune ore intense, piacevoli, utili.

Oggi ho letto le sue righe. Ne sono avido, e mi sembrano poche. Ma ci hanno toccato il cuore, intendo i sentimenti e l'intelletto (che non è l'intelligenza, e non perche Ale non sia persona giovane ma profonda, intelligente, anzi, ma mi riferisco semplicemente ad una diversa facoltà dello spirito). Parole come gocce che devo leggere e rileggere, se le assimilo temo di assorbirle, temo che mi scompaiano dalla vista, come gocce di pioggia che il deserto riceve. Le respinge per potersele centellinare meglio, col tempo. Parole che corrono come unità viventi e separate.


La giornata è stata di sole, quel bel tempo estivo che però, almeno qui in montagna sul Tracciolino, già lascia capire che stiamo andando verso l'autunno. Il sole è caldo, allo zenit, brucia, ma l'aria sotto sotto filtra che entra e fa capire che una magliettina comincia ad esser poco. Se hai i calzoni corti, come quelli che indossava Alessandro, già poco adatti a proteggere contro insetti e rovi, ben presto accusi il freddo. Pensi ai tuoi connazionali in fila sulle autostrade dal caldo asfalto all'affannosa ricerca del miraggio del ristoro marittimo, il mordi e fuggi dei week-end (perdonatemi il barbarismo, sbarcato anch'esso con gli 'Alleati' ad Anzio, ma la mia idea di autarchia non mi consente di avvitarmi su impuntature linguistiche) o una o due settimane di ferie rituali a metà agosto, quanto si può permettere oggi una famiglia che arranca tra mille difficoltà finanziarie per conquistarsi un brandello superstite di normalità in un mondo massificato che ogni giorno sprofonda sempre più.
Alessandro è una di quelle persone con cui puoi parlare dando tutto questo per scontato. Ci si colloca già su un piano di intesa, che col tempo l'amicizia imbandisce convivialmente ad ogni incontro. Una di quelle persone con cui non hai timore alcuno di parlare. Bussa e sarai accolto, comunque. Non di quelle che ben sai che arretreranno affrante e, dentro di te, nasce l'impressione, che poi si conferma in certezza, che non le rivedrai mai più. Lui non è un amico 'per modo di dire'.
Ed infatti abbiamo parlato tutto il pomeriggio e la sera. Quasi provati alla fine, ma felici. Un po 'di tutto abbiamo parlato. E non sono cose da coprirsi con 'segreto istruttorio'. Anzi andrebbero comunicate, condivise o meno.
Non intendo darne un resoconto. Non sarebbe neppure molto facile da farsi. Ma sarebbe anche sciocco farlo. Ci sono momenti alti, e momenti in cui il ritmo sincopato si distende. Il grande fiume delle parole percorre anse placide, maestose magari, comunque riposanti. Altre volte si fa travolgente e opaco, non facilmente comprensibile, anche per noi stessi che vi parteciapiamo, come fosse appena raccolto dallo sgocciolamento di un nevaio.
Abbiamo preso le capre e siamo andati in giro per i prati e il bosco retrostante la casa. Frequenti le soste, incalzati dal fresco serotino e settembrino.
Abbiamo mangiato uova del nostro pollaio con fagiolini dell'orto. L'odore dei conigli non lo ha fatto arretrare, neppure sotto minaccia dell'allergia da pelo. Anzi. Sapori e odori di fieno e di stalla, come dice, lo hanno fatto viaggiare nel tempo, all'infanzia, verso le cose credute perdute ed invece ritrovate, o ritrovabili.
Abbiamo parlato di cose essenziali. Come lasciare una Traccia del nostro peregrinare sulla terra., che gli dia un senso. Anche una piccola traccia, non è solo un gioco di parole, un Tracciolino. Non nei figli. Non nella Storia. Una lieve traccia, come gocce di pioggia sulla rosa che amano confluire nella Tradizione, che è il contrario della Storia. Questa si che è degna di quello che scrive: "Qui tutto è gerarchicamente ordinato e funzionante, nessuno scricchiolio o incertezza, un meccanismo oliato che funziona ininterrottamente da sempre, dal principio." Ovviamente, così non è, qui sul Tracciolino, per noi rifugiatisi in montagna a meditare sul dafarsi . Ale si è lasciato trasportare dall'entusiasmo. Ma l'aspirazione, come ispirazione, è quella giusta, precisa come un fendente di un esperto samurai.
Parole che narravano il desiderio di contenere, circoscrivere gli effetti del Tempo, come preparare la strada a tempi migliori Fuori dal Tempo. Tradendo Kristo, hanno investito sul futuro, sulle scadenze, sui ratings. Scommesse empie. E' col denaro che si è potuto inventare la trappola mortale degli interessi, dell'usura. Offesa alla divina bontà. Trappola in cui è caduta la cristianità, o con l'astuta trama paolina ha intessuta, e tramite suo l'Occidente e forse il mondo, che su queste direttrici perverse va allineandosi.
Proprio in questi giorni, parecchi sono stati i morti in una miniera aurifera, nella Cina comunista, le autorità hanno fatto sapere che il "proprietario" (in una dittatura comunista?) è stato arrestato. Giustizia è fatta. E democrazia trionfa.
Le nostre parole veleggiavano ben oltre, si studiava cosa significa il denaro sociale, wir, massoneria, rischi e necessità esoteriche, persino come si possa ripescare il baratto affossato nei millenni della preistoria evoluzionistica, ma ora in piena crisi, che voglia Iddio ci inabissi sempre più verso la Luce, forse riacquista nuova vita. Ma solo alla luce di questa tragedia ciclica metafisica, non alla maniera dei mercatini dell'usato da riciclaggio economico sinistrorso. La discarica di Nairobi con la sua perduta umanità, le massi flottanti di tonnellate di platica sugli oceani, queste sono le metafore della attuale situazione.
Se animate dalla forma della Rosa, le nostre parole solcano indenni queste tempeste, e libere dalle intemperie conocorrono al libero 'rosario'. Sequenza di parole sante come gocce che descrivono la forma dei petali della Rosa.
Di tante cose abbiamo parlato con Alessandro durante la sua visita. Non lo sapremo, ma parole di qualità, su cui dovremo ritornare...
Per farlo tornare su queste parole, lasciandolo, per il momento lo abbiamo fornito di zucchine e fagiolini. che profumano di terra e di montagna. Solo un'esca...per l'eterno ritorno al Traccia-lino indelebile.

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