mercoledì 7 agosto 2013

La fruttuosa primavera della democrazia (1945).

C’è una immagine che non vuole andarsene dalla mia mente: quella della fotografia di una copertina.

Rappresenta un uomo condotto alla morte tra una folla di partigiani comunisti, con un frate che gli cammina al fianco per impartirgli l’assoluzione. Partigiano trascinato nel flusso della violenza di aver la Storia dalla sua, nonchè la verità, invasato della convinzione di essere nel giusto. Non un ombra di umano ripenamento.

Quell’uomo è un vecchio, e il suo volto appare tumefatto per le sevizie e le percosse ricevute: e tuttavia conserva una dignità sovrumana, una fierezza che traspare dallo sguardo fermo e dal passo deciso.



 Quell’uomo è uno dei tanti che scomparvero nel vortice di cieca violenza di quei giorni: il professor Tullio Santi, educatore e benefattore, processato per direttissima da un autoproclamato “tribunale del popolo” e passato per le armi, a Mestre: come si è detto, dopo aver subito un indegno pestaggio, senza riguardo all’età. La sua colpa? Aver insegnato ai suoi studenti idee “colpevoli”: troppo di destra, troppo cattoliche.

Questa è la nostra storia, da rivedre, con distacco ma senso di equilibrio. Che ne sanno di queste sofferenze, da ambo le parti, che tormentrono e bagnaono del sangue dei nostri avi quelle turbe multicolori che sbarcano sul nostro sacro suolo. La sola presenza, estranea e ignorante di ciò che i nostri padri hanno passato, è di spe se un'infamia e un sacrilegio.

Grazie Professore di Mestre, ti invidio, di te possiamo dire che ancora non hai smesso di insegnare.... come mi sarebbe piaciuto abbracciarti, camminare al tuo fianco! Anzichè sopravvivere senza speranze nella loro 'rossa primavera', ricolma di umiliazioni, ipocrisie, falsità, miserie e assenza di dignità, appena mitigato come indennizzo dal boom economico, ben presto svanito, proprio come i 'trenta denari', il prezzo della viltà.







Vedasi:
http://www.centrostudilaruna.it/il-revisionismo-di-antonio-serena.html





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