venerdì 23 agosto 2013

L'Illuminismo: l'equivoco fatale.


Maria Teresa fu considerata una tipica "sovrana illuminata" grazie alle numerose riforme che attuò nell'Impero Asburgico durante il suo regno, durato ben quaranta anni. Maria Teresa si basò sui principi del giurisdizionalismo. Divise i poteri finanziario e amministrativo da quello giudiziario, accentrò l'amministrazione statale in sei dipartimenti e conferì ad un Consiglio di Stato il ruolo di coordinamento. Promosse inoltre la redazione del catasto, che sarebbe stato imitato in molti altri paesi, col quale si potevano tassare anche le terre dei nobili.


Nel 1774 introdusse l'istruzione primaria obbligatoria, e finanziò le spese della pubblica istruzione con i beni requisiti alla Compagnia di Gesù, soppressa qualche tempo prima. Ad esempio l'Università di Pavia riacquistò l'antico splendore medievale. Diminuì i poteri del clero: la censura infatti passò nelle mani dello stato, l'Inquisizione venne gradualmente abolita, e fu vietato di prendere i voti monastici prima dei 24 anni.  Come i protestanti anabattisti rifiutavano il Sacramento con motivazione razionalistica: il neonato non può capire la grazia di essere Kristiano. Ma nemmeno gli adulti, del resto, lo capiscono...

Ancora oggi alcuni vecchi contadini che ho conosciuto ricordano con orgoglio, nostalgia e vanto, quel ricco Lombardo-Veneto, ricordano il loro obbligo scolastico, saper far di conto, e "parlar di Atene e Sparta", in ruvida e insidiosa polemica coi loro omologhi del resto dello Stivale.

L'imperatrice fece di Vienna una grande capitale culturale, e la corte era meta di intellettuali e artisti, fra i quali si ricordano i musicisti Haydn e Mozart, e i letterati Pietro Metastasio e Vittorio Alfieri.

Non si avvedeva, di quale serpe andava nutrendo in seno. Pensò che l'Illuminismo fosse la medicina, mentre invece veniva a rivelarsi come la malattia. O forse, come si erano sviluppate le cose, non aveva altra scelta. Per creti versi ricorda molto la trista sorte dei Papi moderni  e modernisti, senza scelta depongono la Tiara; senza scelta il sacerdozio si fa, alla moda protestante, popolare e democratico, benedice la perdita del potere temporale come una vittoria dello divina Provvidenza, come se realtà e sacro appartenessero a due mondi diversi e senza contatti.

Nonostante ciò, quando la vera Politica, il Cesare (o la Kaiserin , in questo caso), ama il suo popolo, così si esprime:

“ In avvenire nessun ebreo – tale è il nome con cui essi vengono chiamati- potrà abitare a Vienna senza un mio permesso scritto. Non conosco un peggiore flagello pubblico di questo popolo d’imbroglioni, che pratica l’usura, ed il traffico del danaro, che costringe la gente a mendicare, che svolge tutte quelle infami transazioni che un uomo onesto aborrisce. Essi, debbono essere tenuti lontani da qui, ed evitati il più possibile.”

Maria Theresa Imperatrice  Regnante d'Austria, 1777.

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