mercoledì 18 agosto 2010

Per Indio e Vincenzo

Egregi Signori,
Li ringrazio per l'interesse che entrambi hanno manifestato attraverso i commenti recenti.
Direi che le (di)visioni politiche-ideoliche non dovrebbero costituire un ostacolo alla buona volontà di volersi capire, specialmente per le persone che, nel segreto del loro cuore, sono sinceramente sono sentono in cammino.
Ho perso amici, che non erano amici, opportunità che non erano tali, ma solo perdite di tempo. Quelli politici-ideologico, sono ostacoli che non sono ostacoli.
Le visioni politico-ideologiche mi sembrano eventi teorici che non possono seminare male, discordia,disarmonia quando non addirittura odii e lotte fratricide, per il semplice motivo che è uno di quei mali che in realtà non sono mai esistiti, anche se molti, direi i più, ne sembrano totalmente avvolti. Non si può aver paura di ciò che non è mai esistito.
Il problema forse è un altro. Quello di sciogliere, 'disnodarci' nella nostra mente, corpo e anima da "un paradigma critico e spesso radicale nelle sue posizioni e nei suoi assunti, ma sostanzialmente solidale ai valori fondanti la modernità e coerente col progetto politico illuministico (democratico)." Un folle rincorsa a teorizzare il teorizzabile pur di non staccarci dal materialismo, razionalismo, empirismo, e tanti altri 'ismi' che ci mantengono nella "chiacchiera" (a volte colta, quasi sempre sepolti nel proprio narcisismo) e lontani da cosa veramente vuol dire pensare.
Preferisco il concreto al teorico, il pensiero alla chiacchiera, dar da mangiare ai miei conigli e galline ad un simposio di parrucconi di massa. Potrebbe sembrare un paradosso, d'altro canto, l'utilizzo del web. Ma è così che va il mondo!
"E' essenziale che le nostre nuove generazioni poco a poco giungano ad elevare l'azione al valore di un rito, che poco a poco esse riescano a ritrovare quel punto trascendente di riferimento", parole di Evola anche queste. Assomigliano a quelle di Battiato, ricercatore di un, meglio de' 'il', "centro di gravità permanente". Se le nostre azioni, i nostri gesti assurgessero "a valore di rito"! E' così che, dopo la pensione mi sono trasferito in montagna a 950 mt. Un gran privilegio dal punto di vista della vita 'rituale'...
Ho apprezzato molto l'accostamento alla mamma, all'orto di sua madre. Mi onora.
Anche al Sig. Vincenzo vanno i miei sentiti ringraziamenti, e complimenti.
Permettetemi di citare un adagio, mi perdoni il Sig. Indio,ben noto in ambiente tradizionale, "riunire ciò che è sparso". Un po' quello che cerchiamo tutti noi di fare, ma 'fare' veramente però non "chiacchiere" qui sulla rete, siamo sparsi nell'oceano del web e ci stiamo cercando per riunirci...noi anime... (facendo attenzione a New Age, o ad altre parodie o pseudo-Tradizioni, specchietti per allodole...).
Al piacere di risentirvi, e di sapere molto altro su di voi. Sulle montagne che avete a/nel cuore...
Cordialmente,
Franco.


http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/riunire.htm
http://www.ilcerchiosciamanico.it/articoli.php?wh=17

1 commento:

  1. Grazie del bel riferimento, Franco. Divisioni o meno, come dice lei, ciò che conta sono i sentimenti affini che abbiamo... quelli che poi emergono dall'esperienza pratica della vita. Penso che almeno sulla montagna e sulla difesa dei valori (tradizionali) della "ruralità", la nostra affinità sia innegabile. E' questo che conta... poi le divisioni ideologiche sono sempre contraddittorie. Io, ad esempio, pur definendomi materialista e di sinistra non condivido nè il nichilismo di una certa intellighenzia (che vede solo il nulla e non la natura, non il "tutto cosmico")nè i tanti radicalshick che affollano la sinitra attuale... non parliamo poi dell'impostazione utilitarista e neoliberista che informa le fila dei cosiddetti "democratici". A destra c'è altra feccia ancora... Ad essere sincero io ormai vado per la mia strada e penso che agire e pensare liberamente, contro ogni conformismo di sorta, sia la cosa migiore da fare (e su questo mi pare siamo d'accordo). E' vero: bisogna cercare la comunanza degli spiriti liberi ma penso che dobbiamo guardare in faccia alla realtà: la modernità può essere solo trasformata attraverso una modernizzazione ulteriore della società che parta da valori e ideali genuini.Dobbiamo stare sui piedi per terra se vogliamo vivere in questo mondo: comprendo che la tentazione della fuga sia forte, ma è necessaria la nostra partecipazione agli eventi di questo mondo, così come è conciato. Lo stesso fatto che noi usiamo internet per comnunicare e parlare di queste cose dmostra che ciò è possibile. Non c'è altro da fare e lottare è ciò che ci rimane, se non altro per dare senso alla nostra vita: giusto quindi anche il suo riferimento all'azione (anche all'azione in sè, fine a se stessa). Bisogna superare il marciume attuale, con idee rivoluzonarie e innovatrici.. con idee che rispondano al nostro bisogno di giustizia....Un esempio? Restando nel campo dell'ambiente si può e si deve lottare per una concezione non utilitaristica della natura: è ora che la natura venga considerata per il suo valore in sè, non come "prodotto" da "valorizzare". Ma la stessa cosa vale per le persone e i popoli, che oggi il capitalismo tratta come merce da sfruttare e poi rottamare. E a tal proposito dico che se c'è un'etichetta che mi si può affibiare senza problemi è quella di anticapitalista, perchè detesto questa società fondata solo sul valore del denaro! Tornando al problema della modernità comunque, e per concludere, anche dei prodotti specificamente moderno come internet e i blog possono servire a qualcosa!
    Un caro saluto.
    Indio

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