martedì 12 febbraio 2013

'Cervello di gallina'


Si dice che febbraio è cattivo. Volendo significare che non ci si può illudere di avere l'inverno alle spalle. Ma, proprio perchè non ci si deve illudere, vuol dire che sono leggibili dei segni inequivocabili che l'inverno si sta ritirando, dopo aver fatto il suo mestiere.
Non sarà una nevicata in più o in meno.

I giorni ci donano un'ora in più di luce. Certo, per che sta chiuso in ufficio o in fabbrica o davanti ad uno schermo televisivo a coltivarsi luna cangrena dell'anima, o tra luci accattivanti di una sala giochi , quasi non ce se ne accorge. Ma il giorno si allunga. La forsizia, silenziosamente ingrossa le sue gemme nella clandestinità di un primavera dura a venire. E gli uomini che vivono a contatto con la natura, lo sanno bene, non bisogna cedere alle lusinghe.
Sarà che hanno raggiunta età giusta, sarà che avvertono qualcosa nell'aria, sarà che il pleniunio le ha stregate, sarà l'icantesimo magico del tutto, l'aria, il sole che scalda un pochino di più, la comune attesa di tutte le cerature partecipano a rendere preghiera al Creatore del Tutto, ma anche le galline entrano nella sinfonia che congiura contro l'inverno.
Le capre figliano in stalla, nel profumo del fieno. Abbiamo predisposto del fieno anche nei loro nidi; in fondo le uova non sono fatte allo scopo di farne frittate e dolci, non disprezzabili, ma per ben altre ragioni.


 Sembrano cambiare le rigorose abitudini invernali, in cui le uova scarseggiavano, come un bene raro. Si nota un certo fermento nel pollaio. Hanno fama di essere animali stupidi,dal 'cervello di gallina', eppure i fatti dimostrano che sono in prima fila quanto a certe percezione sottili del grande Ciclo cosmico; fatto che difetta non non poche creature che si vantano di possedere ben altre e lte qualità.


La neve è ancora presente, ma le uova calde perchè appena sfornate, consola la mano che le raccoglie a mitigare il tagliente freddo. Si preparano l clima quaresimale, preludio della Rinascita.

La congiura contro il Vecchio inverno, barbuto e bianco come il gelo e la neve, in realtà non è un  conflitto ma una danza a più attori il cui copione è stato scritto dall'Eterno immutabile, nonostante quello che la modernità nichilista si ostina a  voler propagandare tutti i giorni.
Se ha tanto bisogno di propaganda significa che le sue tesi sono poco credibili. Se fosse possibile un suggerimento si potrebbe pensare ad una legge che punisca severramente coloro che non vi credono o che addirittura mostrano mordace scetticismo contrario.

Il tempo non sta andando per la sua strada unilineare e progressiva, progressista, ma ritorna su se stessocon regolarità ritmica di una musica incantevole, quella delle fere geometriche, planetarie e astrali, a cui tutte le creature, con più o meno contrasti tutti si uniformano, volenti o nolenti.

Volenti è meglio, è l'ascolto della Voce dell'Essere. Nolenti, inani, ci si ribella vanamente, moltiplicandone la sofferenze.

Il risveglio della primavera, il ritorno della luce. Luce impreziosita dal candido bagliore della neve fresca. E' la Resurrezione delle nostre speranze.




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