Un'altra ecologia è possibile. Meno tecnologicizzata, più attenta ai valori arcaici dell'uomo, alle radici identitarie, alla eredità culturale, spirituale e materiale dei nostri padri.
Il
più convinto assertore della tesi dei Longobardi come artefici
dell'introduzione in Val Vestino di questo speciale modo di costruire i
tetti, è stato il professor Alwin Seifert, architetto paesaggista
tedesco che, negli anni trenta del secolo scorso aveva progettato le
autostrade di Adolf Hitler: dal 1933 al 1938
Seifert si occupò della progettazione dell'intera rete autostradale
tedesca, curando con attenzione l'inserimento del tracciato nel pieno
rispetto del paesaggio, anche agrario.
Fu persino nominato ‘Reichslandschaftsanwalt’, difensore del Paesaggio del Reich; si può leggere nelle sue biografie, da notare quell'irrisorio e ottuso 'persino'.
Fu persino nominato ‘Reichslandschaftsanwalt’, difensore del Paesaggio del Reich; si può leggere nelle sue biografie, da notare quell'irrisorio e ottuso 'persino'.
Seifert, con il ministro Walter Darré, fu il promotore dell'organizzazione delle prime fattorie biologiche e, con Fritz Todt,
propose energicamente una legge del Reich per la difesa della "madre
Terra", legge che poi non fu approvata per la sola opposizione del
Ministero dell'Economia che tendeva a tutelare l'attività estrattiva
mineraria.
Dopo la fine
della guerra subì un procedimento di denazificazione perché accusato di
collaborazionismo con il partito nazista, ma assolto rientrò in breve
alla vita pubblica. Negli anni cinquanta visitò l'Italia e si recò
sull'altopiano di Cima Rest a Magasa per completare la sua ricerca sui
tipici fabbricati rurali del nord Italia con copertura in paglia di
frumento. Seifert fu il primo ricercatore a teorizzare in uno scritto
che l'introduzione in Italia di questo metodo costruttivo fosse da
attribuirsi alla presenza dei Goti o dei Longobardi.
Dal 1958 al 1963 fu eletto presidente dell'organizzazione ambientalista della "Lega per la protezione della natura" (Bund Naturschutz) della Baviera.
Ecologista a modo suo, prima ancora che nascesse questa parola. Anche in questo campo sarebbe necessario un lavoro di serio revisionismo critico.
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