venerdì 15 giugno 2012

La tecnica della disperazione: un miracolo della mercificazione.

Si sa, col denaro non si può comprare tutto. In compenso con gli ideali può fare dei miracoli di annientamento. Difficile mandare d'accordo il mondano con l'ultra mondano. 
Sembrerebbe di una evidenza sconcertante. Ma molto spesso le cose che abbiamo sotto gli occhi sono quelle più introvabili. Succede di frequente con le chiavi di casa.  A volte, cerchiamo disperatamente oggetti che ci teniamo in tasca. Eppure...siamo convintissimi che il denaro sia il mezzo migliore per acquisire 'valori'.

Fu il caso delle forze armate. Non era bastato averlo sotto gli occhi. Chi non ricorda che il 'soldato' viene dal 'soldo'? Gli eserciti rinascimentali si compravano e si vendevano. Erano sottoposte alle leggi della domanda e dell'offerta. Fu spiegato con la 'professionalità' del milite, tecnico specializzato (ogni ironia coi nostri tecnici al governvo viene tralasciata, troppo facile ironizzare sullla purezza di prostitute prezzolate senza patria), per contro agli improvvisati giovani, figli del popolo. Di qualsiasi ceto. Quasi un retaggio di una prova iniziatica attraverso cui si diventava 'uomini'. I giovani oggi sono dediti, si fa per dire, per lo più a studi insignificanti, inutili e vacui. Giovani troppo impegnati a stordirsi nei mille modi offerti dalle democratiche e libere società, in cui è proibito proibire, per aver tregua dalle angoscie, ipocrisie e menzogne delle loro esistenze sempre più insignificanti, come i loro 'studi', che devastano i loro cuori. 
Cuori pavidi terrorizzati dagli spreads, dal possibile ma certo impoverimento, dalla mancanza del lavoro, dalla quantità  sempre più scarsa di quattrini che girano per le tasche. Questo il loro orizzonte. Senza speranza. Come diceva J- Ruskin? Il valore dellle tre sterline che tengo in tasca dipendae dal fatto che mancano dalle tasche di un altro. Inutile cercare altri 'valori', o che possa crearne dove non ci sono già nel cuore. 
Poi ci sono i cuori impavidi,si, ma solo per i profitti dell'industria cinematografica.  E l'impegno di appartenere non ad una Patria, ma ad una curva di stadio, alla tifoseria, una squadra di calcio, ovviamente molto 'professionale'. Pur di sfuggire alla.terrificante morsa della della disperazione


Leggo sul Corriere della Sera del 9 giugno di quest'anno che nel 2012 finora c'è stato tra le truppe americane in Afghanistan un suicidio al giorno tra i soldati. Forse il soldo non basta. Non è mai bastato. Non è mai servito. Come per le conoscenze tecniche militari e i mezzi tecnologici non dànno la vittoria, non l'hanno mai data.La disperazione ha fatto più vittime del nemico. Significativo, anche come legge del contrappasso.


L'anedottica 'laconica' ci ricorda , appunto senza tanti giri di parole, che ad Agesilao, re-sacerdote-guerriero di Sparta, fu chiesto cone mai la sua città "non avesse mura" - com'era normale nella tecnica militare dell 'epoca - e gli indicò i cittadini perfewttamente armati e gli disse: "Eccole qui, le mura di Sparta". "Una città non deve essere protetta dai sassi e dal legno ma dal coraggio dei suoi abitanti". Agli amici (Ageilao) diceva che dovevano tentare di arricchirsi di virtù e coraggio, non di denaro (Apoftegma 29-30, pag. 56, dea Le virtù di Sparta, ed. Adelphi). Altro che esercito professionale! Soldati che si dànno la morte per paura, disperazione, sconforto, assenza di ideali motivazioni.

Nell'epoca del denaro, delle borse e della finanza, la paura, per la vita e per la povertà, è un instrumentum regni. Un idolo cui immolare i più elevti 'valori'. Uno strumento di ricatto. La disperazione, sua figlia, uccide l'uomo dentro se stesso la vita, si suicida. 

Assenza di lavoro, tassi di disoccupazione. Alienazioni a profusione. Ma con troppa disperazione per pensare che non è il lavoro che manca, ma questo tipo di lavoro. Anonimo, mercificato, senza cuore, senza ideali. Quantificato come il tassello di una programmazione.che i a già in anticipo come andrà a finire.

E' solo uno dei volti del nichilismo,  nella forma attuale. Umanità ricattata e complice del ricatto, in cui la dignità di vivere consiste nel partecipare ad un social-network.






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