giovedì 28 giugno 2012

Matrimoni sterili.







Nella tradizione islamica il matrimonio ha essenzialmente un carattere laico. Questo termine tuttavia, va inteso non nel senso corrente in Occidente, ma in una dimensione tradizionale, secondo la quale propriamente parlando non esiste in nulla una realtà che non sia quella sacra. I fenomeni che chiamiamo profani, e che lungo andare hanno assunto un carattere autonomo e profano non avrebbero ragione di sussistere in una società che vuole dirsi 'ordinata', cioè 'cosmica', e di conseguenza anche 'bella'.

Non meravigli quindi il fatto che, pur non essendo una cerimonia di carattere religioso, il matrimonio sia circondato da qualificazioni che solo a stento riescono nel profanizzare fino in fondo la sua natura, fino al punto da essere considerato dai sociologi moderni della chiesa scientista una sorta di 'rito di passaggio' mentre ricordiamo come per la Chiesa  cattolica stiamo parlando di un 'sacramento', agenti questi ultimi che per taluni aspetti sono tra i principali interpreti della sovversione e della parodia della tradizione.





Riaffiora immancabilmente, al di là di ogni celebrazione dei vincoli sociali e di parentele volta ad idolatrare il gruppo di appartenenza, al di là delle opache incrostazioni socio-antropologiche, l'essenzialità del rito, rievocato nel termine stesso con cui si definisce, 'matrimoniale'. Vale a dire l'imminente auspicata maternità, che non può riferirsi solo al laico concetto di riproduzione sociale dell'individuo e della comunità o società senza sminuirne la portata. L'essere della madre o il diventare una madre, una Signora, una Notre Dame, una Regina rituale, una Madonna che provvede ad un'incombenza espletata grazie a mezzi miracolosi, straordinari, che esulano dalla quotidianità empirica, dalla dimensione finita di essere individuato, mezzi che appartengono più all'evanescente mondo delle contingenze. La trasmissione della vita è un evento paragonabile solo ai cicli cosmici, astrali, il rinnovarsi delle stagioni e dell'immane complessità che rende tutto ciò possibile. Un uomo-pesce prenderà forma lentamente nel suo grembo e sboccerà in un vagito senza toccare una virgola di un perfetto meccanismo predisposto da una Intelligenza che ci trascende.

Il Tracciolino è la terra della Madonna nera, la Madonna. della Madre, della Terra nera, dell'alchimia trascendente, delle formosità ubertose. Ma da quassù non si può ignorare lo sguardo che spazia sulla piana congestionata e caotica. L'eresia moderna. Non si può ignorare che a nessuna donna moderna viene più proposto in sifatto ruolo rituale. Il sangue dei visceri della terra non è più cosa raccomandabile. I liquidi organici vengono gestici da moderni maghi, cinici manipolatiori, tecnocrati, materialisti. Si dispensano pillole del giorno prima e del giorno dopo, i rapporti intimi si subordinano alle necesità gestionali dell'individuo-azienda. Nessuna pietà per il volto divino depositato in fondo alla natura. Il solo ruolo che lo rende immortale, il partecipare ad una vita grande, quella del macro-cosmo diventa un impaccio, una spiacevole incombenza e ci si aspetta che qualche ritrovato scientifico presto ci possa sollevare da questo 'retaggio' del passato, legato 'ancora' a ritmi ancestrli.

Queste spose moderne prive di maternità sono tristemente sterili prima ancora di 'cimentarsi' nella prova, l'unica che possa rendere piena realizzazione alla donna. Mascolinizzate dalle preoccupazioni che le operano nei loro ventri come nelle loro menti, i loro uteri disseccano sotto la morsa che le mercifica nelle professioni, nel lavoro, ne fa vittime della mentalità usuraria Lo sciupìo morale, che è stato loro imposto come meta sociale emancitoria, le detronizza dal loro ruolo di Regina, a quello di piagata comparsa di un rito il cui significato sfugge loro, di cui non resta loro che una interpretazione vuota, castrata della trascendenza, la loro risultante si bea di essere, per un momento, una star di un porno-show di massa. Senza veli, senza bellezza, regine meccaniche proprie nel momento in cui credono di realizzare la loro vera natura emancipata e libera, ecco, proprio allora ne affliggono l'inganno. Industrializzate. Precotte e preconfezionate. Pronte per far da comparse su uno scenario che vagamente ricorda i fasti del passato. Quando anche la più umile delle contadine analfabete era al centro della vita di tutti, come spetta solo alle Regine, alle Madri misteriche, a coloro grazie al cui respiro prende vita e forma l'intero mondo. Agenti realizzatrici di un piano divino, strumenti melodiosi di questo piano, docili ancille, vegini custodi di sapienti cure per i mortali. Sul loro volto,  sempre più raro riaffiorirà l'eterno sorriso della Madre. Mai ricercata come una portentosa vocazione, ma anzi ricacciata come una tremenda malasorte persecutoria, bandita, maledetta.

Vi è qualcosa di grandioso nel rendere questa anomalia sterile, come fossero le unioni sterili che si verificano in natura tra specie diverse. Come se la Madre nera esprimesse un suo decreto. Vegliasse su di noi, e con un dolce insegnamento imponesse un vincolo ad una onnipotenza malata, malriposta. Come contenesse con un sorriso di gioiosa armonia, l'intemperanza regredita e acerba della sua creatura.


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