venerdì 22 giugno 2012

Vita della vite fragola.


In questa estate strana, col sole che brucia e la grandine che, improvvisa e non attesa, in men che non si dica, irrompe, l'aria dà sollievo a chi viene dalla pianura.
L'orto comincia a promettere la ricompensa dei lavori immessigli nelle settimane passate. Ma questo rientra nelle attese di chi mette le mani nella terra. 
A primavera, passando per i corridoi di un desolante ipermercato, dove l'aria condizionata sembra ricordarci, come un memento, la malattia mortale che ci portiamo dentro, sono attirato da una confezione sdrucita di cartone, chissà quante mani l'avranno toccata. Un flebile rametto, esile, malaticcio, scarno, immerse le sue radici in una specie di impasto a metà strada tra il terriccio e la segatura. Sembrava mi chiedese di essere adottato.
Sulla confezione la scritta 'uva fragola'. 




La mente corre ai filari profumati dei nostri sogni, quando amici sognavamo la vita bella tanto da vivere quanto da sognare, da godere quando da apprezzare, col cuore grato e gioioso, ripieno della generosità del Creatore. Troppo grande, Lui, per essere pensato. Immenso per i nostri contenitori mentali umani, svuotati ed impotenti per presunzione. Il sogno di una vita rigenerata, ripulita da ogni polluzione. Non può mancare da noi sul Tracciolino, penso. Troppa vita elargisce per non essere dei nostri...
La porto su in montagna. Sembra stenti ad attecchire. 'Troppo grande il passo dall'aria condizionata ai selvatici boschi di ciò che è perchè è', penso. Dubito che ce la possa fare. Poi un germoglio il mese scorso. E' fatta penso! Ma qualche giorno dopo un coniglio di buon appetito, sfuggito dalla sua gabbia, pensa bene di azzerare la fioca speranza di vita che si era accesa. 'Era destino allora!'
Oggi in questo inizio di estate, invece, la vite dell'uva fragola ha ripreso a vegetare, rigogliosa ha messo un germoglio dal piede del ramo e un altro spunta dalla cima. E' un'esplosione; la vita trionfa su ogni male, sui miasmi economicistici che ammorbano e terrorizzano i contemporanei con incubi finanziari, i labirinti si chiamano ora banche, agenzie di rating, politica assassina di sogni e speranze! 
Sta scritto che portae inferi non prevalebunt adversum eam. E' bene ricordarlo. Attolite portas ad resurretionem, spalanchiamo le porte del cuore alla ripulitura.
Il profumo di fragola di questa vita anticipa persino l'avvento del grappolo. Dona una speranza, una promessa. Si pregusta il profumo di Paradiso! Che non è forse un giardino? Un orto? Quando si potrà vedere e il suo aere impregnato entrerà in noi, avremo transumanato il nostro essere...e speriamo che sia presto. Non perchè non ci saremo più, ma perchè ci siamo troppo...satolli di quello che Plotino chiamava iperplères, ebbri del masticare il suo tralcio.

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