domenica 19 dicembre 2010

Circol-azione o Rivol-uzione?

Disordini in tante grandi città della Penisola. Roma brucia. Le immagini fanno il gioro del mondo. Rivolta giovanile? Violenza gratuita? La Gelmini con la sua riforma della scuola e dell'università? Infiltrati provocatori? Poi, qui e là, anche in qualche capitale europea... Sembra difficile ridurre tutto al governo Berlusconi, benchè il trasformismo italico abbia dato prove di essere arte ben connaturata al suo genio plebeo. Prima osannato, poi calpestato, non sarebbe il primo.


Il lento tramonto di un leader o di un regime? Contingenza politica o crisi di proporzioni tanto temute quanto spaventosamente ignorate?
Qui di mezzo una crisi economica di proporzioni non ancora ben note. Si sta giocando una partita che sembra l'ultima, escatologica per dimensione. Ne uscirà un mondo del tutto irriconoscibile rispetto agli equilibri che vediamo oggi. In discussione è l'assetto economico-finanziario-militare uscito dalla 2a Guerra Mondiale. L'attuale crisi viene paragonata a quella del '29. Previsione ottimististica. Fingiamo di crederci, anche se in realtà si può temere anche di peggio. Quella crisi economico-finanziaria è stata, provvisoriamente 'risolta', grazie alle distruzioni-ricostruzioni della 2a Guerra Mondiale, un toro che ha tirato la 'crescita economica', tra alti e bassi, per un mezzo secolo comodo. Per trascurare il particolare dei circa 60 milioni di morti!
Di fronte a questo scenario, i nostrani 'rivoluzionari' cosa fanno? Premono impazienti e nervosi per il timore di essere esclusi dal banchetto semi-secolare! Un giusto risentimento si potrebbe pensare... Ma come? La festa finisce proprio quando ... arrivo io? Non ci sono più posti a tavola, anzi il banchetto è alla frutta. E allora ecco l'accusa: "Ci rubano il futuro".
Vorrebbero prolungare il banchetto. "Senza investimenti nella ricerca e nella cultura non c'è sviluppo!". Le università non riescono più a stampare i gli ambiti biglietti d'invito. Le loro ricette scientifiche si rivelano inefficaci quando non controproducenti.
Come dire, rifinanziamo il sistema complessivo dell'abbuffata democratico-consumistica planetaria che ha condotto il ciclo al suo stesso esaurimento. Quello su cui si deve solo riflettere è sul fatto se questo sia o no la fase finale del percorso declinante. Certo che coloro che reclamano ad un impossibile posto a tavola, ritengono che, battendosi sufficientemente con forza e durezza crescenti, non sia impossibile conquistare un posto a tavola. Tuttavia ammesso che ciò sia possibile, il problema verrebbe soltanto rimandato in là, forse di una generazione.
Virile è combattere, si certo si potrebbe concordare. Ma non è eroismo combattere in battaglie che a ben vedere si rivelano perdute! D'altro canto non va sottovaluto il fatto che l'inasprirsi delle condizioni materiali, il clangore della battaglia, potremmo dire, più le miserie crescono e più i cuori si piegano dolcemente a desiderare ausilio, mitezza, solidalità nelle famiglie e tra persono, non più individualiste.
Forse è giunto il momento di tentare strade nuove, anzi antichissime. Esplorare dimensioni meno attive e più ricettive ed accoglienti, femminine in una parola.
La porta solstiziale è vicina. Il sole, come qualsiasi corpo che 'inverte' il suo percorso, si troverà in un luogo notevole. Vi è un punto matematico in cui per un attimo infinitesimale sarà fermo, vero significato della parola sol-stizio. In quel preciso momento la prospettiva si duplica in una identità ambivalente in grado di vedere nelle due direzioni: ben intendere quella percorsa e ben prefigurarsi quella che potrebbe essere.







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