giovedì 16 dicembre 2010

La Cerca della Luce: una storia occidentale.




Siamo nell'Ottava. A Siracusa credo sia ben nota la cosa.
Che cosa è?
Semplice.
Sono gli otto giorni che intercorrono tra il 13 ed il 21 dicembre. Tra Santa Lucia ed il Solstizio d'inverno. A Siracusa, l'Ottava viene riempita con riti religiosi. Ma in realtà, si è storicamente verificata dallo sfasamento dopo l'adozione del calendario gregoriano nel XVI sec. in sostitusione di quello più antico, giuliano, che poneva alla data del 13 dicembre, ricorrenza piuttosto leggendaria del martirio (passiones), di cui peraltro esistono almeno un paio di versioni, una latina e una greca, lingua siracusana del III-IV sec. Una parla di decapitazione e l'altra di sgozzamento.
Lucia, convertitasi al cristianesimo, si narra, martirizzata per fede, pur di preservare la sua purezza, ha infatti ottenuto una guarigione per sua madre. Si consacra e vende la dote e distribuisce ai poveri il ricavato. Viene denunciato dall'uomo respinto. E il clima di persecuzione instaurato da Diocleziano fa il resto. La narrazione è nota. Tutto, poi, si incentra sulla frase di Lucia: "Ai non credenti toglierò l'accecamento della loro superbia".
Lucia o Lukìa in greco tardo è il femminile di Lucius, deriva da lux, lucis. Luce. Veniva spesso attribuito ai neonati che "vedevano la luce", cioè nascevano, alle prime luci dell'alba.


E la data del 13 dicembre si spiega con l'antica convinzione che fosse "il giorno più corto che ci sia". Il Solstizio d'inverno. Segna la data ciclica della morte delle tenebre, e la ri-nascita del nuovo anno astrale, se non metereologico, della luce. Morte e vita a contatto. Buio e Luce. An-Nur, la Luce, è nella tradizione islamica uno dei nomi di Dio. Su questa sovrapposizione della rappresentazione antica e quella cristiana, ma non solo, si fonda il successo di popolarità della Santa.
Il nuovo ciclo è sicura promessa di un futuro rinnovamento deilla verzura, degli orti, dell'abbondanza . Ci dice che la morte è solo una morte, non la morte. Quindi l'usanza di fare doni di cibarie e di dolci, soprattutto ai bambini. Lucia è erede di Hera greca, la Giunone latina. Tra i suoi attributi, veniva chiamata Lucina. Legate ai raccolti agricoli. Buio e luce, richiama il Sole e la Luna. Apollo e Artemide o Diana. E il nucleo orginario greco di origine di Siracusa sorgeva sull'isola Ortigia, prospiciente il porto dell'antica pòlis. Si racconta che fu proprio un miracoloso intervento della Santa luciferina che, in occasione di una tremenda carestia, durante una processione si sparse in città la notizia dell'attracco, presso l'allora isola di Ortigia, dove anticamente sorgeva un tempio dedicato ad Artemide.



I dolci di Santa Lucia riproducono la coppia do occhi che secondo una tarda narrazione, la Santa si sarebbe da sola estratti. Spesso figurano nella iconografia martirologica.



Popolarità che si espande velocemente. Non poteva non ispirare la sensibilità nordeuropea, tradizionalmente vocata alla questione del rapporto buio-luce. Diventata celebre la figure verginea di Santa Lucia svedese con il candelabro con sette candele. Anche se di origine recentissima, sorta solo nel XIX sec., certamente le racidi nel cuore del profondo nord sono arcaiche e si rifanno al soggiacente strato solstiziale. Abito candido di purezza, luminarie sul capo, dolcetti natalizi.



Il fatto che la simbolica della luce attraversi cosi facilmente nel tempo e nello spazio l'orbe occidentale potrebbe indicarci quanto sia perssistente la cerca del rinnovamento ciclico, a dispetto di fuorvianti declinazioni pseudo-religiose postume che hanno tentato e tantano tuttora di imporre una pedagogia teologica. Come se le questioni riguardanti l'Immutabile, l'Eterno, l'Imperituro potessero acquisirsi tramite un'educazione, una propedeutica umana ad hoc finalizzata alla Sua diffusione, al proselitismo scolastico ed ecclesiastico, piuttosto che con lo sviluppo di un percorso iniziatico e intuitivo, non totalmente dipendente dallo sforzo umano.
Dure riflessioni vogliamo ora proporre.
La prima riguarda l'assoluta necessità di un collegamento, come in epoche passate il cristianesimo ha dimostrato di saper fare, con la Sapienza che precede nel Tempo, che non può in alcun modo intendersi come 'superata' da una moda successiva. Il caso più eloquente forse si potrebbe esemplificare come la ri-nascita dell'idea dell'Impero Romano in età medievale. La sua sacralità stabiliva così un arco pontificale tra la divinità dell' Imperium, la regalità del Cristo e la spiritualità germanica e nordica. Su questo punto, l'insegnamento di Guido De Giorgio che ha solide basi esoteriche, occorre dire che non è stato sufficientemente studiato e conosciuto negli ambienti colti europei, specialmente del secondo dopoguerra.
Infine, sembra si possa concludere con una osservazione sulle opportunità attuali del punto cosmico solstiziale, e la sapienza ciclica che esso comporta. Sembra essere il caso delle attese che le novelle luci di Lucia stanno sollevando presso molti nostri contemporanei intorno al 21 dicembre di quest'anno o del 2012. Ancora una volta, l'attesa redentrice che la morte del mondo moderno cui stiamo assistendo, col suo carico di pesantezze morali e materiali, non sia la morte, quella vera - ma solo una delle morti che ciclicamente si ripropongono, preludio della nuova Luce, albedo aurea invenientis.

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