venerdì 24 dicembre 2010

Spigolature II

Il cimitero dei militi italiani

Se il 25 aprile di ogni anno le autorità dell’Italia nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo andavano a commemorare i caduti anglo-americani e poi, col passar del tempo, (per la “par-condicio”) anche i tedeschi, nel 1996 si pose il problema se si dovessero commemorare ufficialmente anche i caduti italiani, che erano stati finalmente raccolti nel “Campo della Memoria” a Nettuno nel marzo del 1993, a pochi chilometri dal cimitero americano. Infatti dal 1993 al 1996 sul cimitero dei legionari italiani era caduto il silenzio oltre che “l’eterno riposo”, turbato, si fa per dire, da qualche profanazione delle tombe, che non ha mai fatto notizia, perché non tutte le tombe sono uguali: vi sono quelle buone e democratiche diverse da quelle cattive e nazi-fasciste. Tuttavia la mostra del 1996 aveva “mostrato” inequivocabilmente che a Nettuno ed Anzio vi erano stati anche soldati italiani a combattere, ma… contro gli anglo-americani. Il fatto, naturalmente, poneva problemi prudenziali, di “bene comune” della società, di ordine pubblico e le autorità ne erano irritate: non era stato opportuno né prudente ritirare fuori dopo mezzo secolo quella vecchia storia, si rischiava di seminare la discordia, la zizzania, soprattutto nel tempo odierno, che corre verso la globalizzazione, il mondialismo e la fratellanza universale. Certi “maniaci della verità” danno fastidio soprattutto ai burocrati e ai faccendieri del potere e dell’avere (“a posse ad habere valet semper illatio”, altrimenti il potere non servirebbe a nulla, mentre esso deve “produrre”). Inaspettatamente la popolazione di Anzio e Nettuno si svegliò e il successo della mostra fu grande, con grave scandalo delle autorità, le quali si dimostrarono indisposte a rendere omaggio ai caduti italiani: passi per i tedeschi, ma gli italiani, soprattutto in Italia, proprio no! Questa è la “logica” del mondo post-moderno. Qualcuno (i soliti demo-“cristiani”) propose addirittura di smantellare il cimitero dei soldati italiani. Infatti si sarebbe dovuto spiegare come mai ci fossero degli italiani a combattere a fianco dei tedeschi contro gli anglo-americani. Ora che i tedeschi fossero stati il “male assoluto” era pacifico (almeno per certi italiani) e si poteva anche fare una visitina, un tantino ipocrita, al loro cimitero per rinnovare la memoria, non dimenticare mai e stigmatizzare in perpetuo gli artefici dell’ “olocausto”, ma che anche degli italiani avessero combattuto per difendere l’Italia, dagli “alleati” non poteva essere ammesso e avrebbe portato conseguenze disastrose. Immaginatevi i poveri sindaci, professori, assessori che il 25 aprile di ogni anno dell’Era Antifascista, facendo visitare i cimiteri alle scolaresche o alle cittadinanze, avrebbero dovuto affrontare il problema scabroso degli italiani, che avevano combattuto a fianco dei tedeschi per difendere Roma. Avrebbero dovuto ricordare che in realtà l’Italia nel 1940 era entrata in guerra a fianco della Germania e che nel 1943 aveva cambiato schieramento, dopo una ignobile fuga della famiglia reale a Salerno, e che oltre duemila giovanissimi italiani avevano sentito il bisogno di togliersi di dosso quella vergogna, andando a combattere per difendere Roma, sicuri di essere uccisi dallo strapotere dell’oro anglo-americano contro il solo loro sangue. Tutto ciò turbava i sonni, i sogni, il potere e soprattutto l’avere delle autorità democratiche e filo-atlantiche, le quali naturalmente dovevano pensare prima al “bene comune” che a quello di una “parte”. Ciò nonostante col passare di qualche anno il cimitero dei militi italiani fu riconosciuto pubblicamente, anche se non troppo…


Soldati italiani sul fronte di Nettunia

In realtà le cose andarono ben diversamente: la battaglia di Monte Cassino durò quasi un anno, dal settembre 1943 al maggio 1944. Pochi sanno che anche circa duemila italiani combatterono tra Anzio, Nettuno e Roma a fianco della Germania sino al 6 giugno, due giorni dopo l’entrata degli americani nella Capitale (4 giugno 1944). La vulgata “politicamente corretta” vuole che a Cassino-Nettunia si siano affrontati il “bene assoluto” (le democrazie occidentali) contro il “male assoluto” (la tirannia “genocida” tedesca) per liberare l’Italia e Roma dall’oppressione della dittatura e portare una ventata di libertà e democrazia. Non si parla, quindi, dei militi italiani che si son fatti uccidere quasi sino all’ultimo uomo tra Nettunia e Roma, per riscattare la Patria dalla vergogna (almeno quanto al modo) dell’8 settembre del 1943. Essi storicamente non debbono esistere, poiché sarebbero la prova che la vulgata politicamente ‘corretta’ non è storicamente ‘esatta’. Invece da qualche anno a questa parte un giovane ricercatore Pietro Cappellari, ha scritto vari volumi su questo tema. Nel presente articolo mi baso sul secondo Lo sbarco di Nettunia e la battaglia per Roma (Roma, Herald Editore, 2010, 565 pagine, 30 €).

In esso l’Autore ha documentato e provato che dopo l’8 settembre anche nel centro Italia non tutti gli italiani volevano essere liberati degli anglo-americani, anzi…

http://www.doncurzionitoglia.com/i_vittoriosi_d_italia_sconfitta.htm

Dedicato a tutti coloro che non preferirono il "salto della quaglia", ma scelsero il sacrificio al disonore, comunque li si voglia interpretare, chiamati da disinteressata fedeltà.




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